Costruttore di organi francese, nacque a Soissons in Piccardia. La sua prima presenza in Italia è attestata a Genova nel 1555, quando promise di costruire le canne per l’organo della chiesa dei SS. Cosma e Damiano. In seguito lavorò per oltre due decenni in Friuli, Veneto, Istria e Dalmazia: nel 1558 restaurò l’organo del duomo di Gemona, causando pareri contrastanti, e quattro anni dopo accordò quello del duomo di Latisana. Nel 1568 stipulò un contratto per portare a compimento una delle sue opere più importanti, il nuovo organo per il duomo di Gorizia; lo strumento venne completato nell’estate del 1569 e, subendo vari restauri e modifiche, rimase in attività per oltre due secoli. Documentata è la sua presenza in varie località dell’Istria e della Dalmazia: nel 1563 e 1575 riparò l’organo della cattedrale di Sebenico; nel 1560, 1563 e 1565 si occupò dello strumento della cattedrale di Capodistria; nel 1567 e 1576 era a Pirano per lavorare sull’organo della collegiata ed ancora nel 1574 s’impegnò con un contratto a rinnovare l’organo della cattedrale di Spalato. Il Lunelli lo identifica con l’organaro francese che nel 1582 rovinò con un inadeguato restauro l’organo della Madonna dell’Orto a Venezia.
Bibliografia
VALE, Organo, 38-40; RADOLE, Istria, 10, 11, 27, 47, 48, 134; LUNELLI, Studi, 177; C. FISKOVIĆ, Iz glazbene prošlosti Dalmacije, «Mogúćnosti», 6-7 (1974), 739-740; V. FORMENTINI - L. STELLA, Tradizioni organarie nel duomo di Latisana, in Tisana, 401, 404, 409; GRATTONI, Gemona, 85, 106; Organi e tradizioni organarie nel Friuli Venezia Giulia. L’Arcidiocesi di Gorizia, a cura di L. NASSIMBENI, Udine, Pizzicato, 2004, 9, 147, 149-152, 169; M. TARRINI, Un organaro francese a Genova nel 1555: Martino Datis “Piccardus” di Soissons, «Organi liguri. Rivista annuale di informazione e documentazione organaria e organistica», 1 (2004), 9-13, tav. II.
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