Nacque a Pordenone l’11 giugno 1926 da Vincenzo ed Anna Da Corte. La sua famiglia era tipica della Pordenone operaia e socialista dei primi anni del Novecento: il padre, tipografo, fu consigliere ed assessore comunale per il Partito socialista tra il 1905 ed il 1922; la madre e la zia Rachele Redigo erano operaie tessili del Cotonificio veneziano e lo zio Lucio Da Corte, muratore, fu il primo presidente della Casa del popolo di Torre, eretta nel 1911, ma costituitasi legalmente nel 1920. Da giovane praticò le attività sportive con notevoli risultati: negli anni Quaranta, allenata da Mario Agosti nell’ambito del dopolavoro del Cotonificio veneziano, fu atleta di livello nazionale nel salto in lungo, lancio del giavellotto e corsa a ostacoli. Fin da bambina fu educata all’antifascismo militante della famiglia, partecipando perfino, nel 1931, con la madre e la zia ad una riunione clandestina con la dirigente comunista Teresa Noce. Nell’estate del 1943 fu messa in contatto dalla zia Rachele con i gruppi partigiani, con i quali collaborò: fu anche costretta alla fuga da casa nel gennaio 1945 per sottrarsi all’arresto. Nel dopoguerra, D. si iscrisse al Partito comunista italiano (PCI), di cui divenne dirigente provinciale, mantenendo posizioni autonome e critiche, ad esempio dissentendo nel caso dell’espulsione di Pier Paolo Pasolini nel 1949. Fu attiva anche nell’Unione donne italiane, corrispondente da Pordenone per il settimanale friulano «Lotta e Lavoro» e il quotidiano «l’Unità», e componente per il PCI del Comitato provinciale di controllo sugli enti locali. Per le sue posizioni eterodosse, uscì dal PCI alla fine degli anni Sessanta, pur mantenendo il suo orientamento politico e partecipando occasionalmente ad alcune iniziative, come la campagna referendaria del 1974, in difesa della legge sul divorzio. ... leggi Contribuì alla organizzazione della Federterra. Nel sindacato ritornò più tardi a livelli dirigenziali, fondando negli anni Sessanta il sindacato scuola della CGIL, di cui fu la prima segretaria provinciale. Dopo gli studi magistrali e di giurisprudenza, come insegnante nei vari gradi scolastici divenne negli anni Settanta preside del nuovo Istituto tecnico per geometri cittadino, intitolato al presidente Pertini su sua iniziativa. Fu anche avvocato libero professionista presso lo studio dell’avv. Guido Rosso. Autrice di ricerche storiche, fu l’iniziatrice degli studi di storia del movimento operaio nel Friuli occidentale, con testi realizzati a partire dal 1951, fino agli ultimi anni di vita. Allargò poi la sfera delle sue ricerche ad altri ambiti, dalla storia del convento dei domenicani a quella della presenza ebraica nel Pordenonese. Nel 1970 fu tra i fondatori dell’Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione. Morì a Pordenone il 4 giugno 2010.
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