LOLLI EUDE

LOLLI EUDE (1826 - 1904)

rabbino, ebraista, docente universitario

Immagine del soggetto

Frontespizio del "Ristretto catechismo della religione israelitica ad uso della prima gioventù" di Eude Lolli, Padova 1877 (Udine, Biblioteca civica).

Goriziano, fu rabbino (definito nei documenti della sua epoca «dottore in teologia»), ebraista e docente di lingue semitiche nell’Università di Padova. Nacque a Gorizia il 23 agosto 1826, figlio di Samuel Vita (di David e Sara) e di Regina Luzzatto, figlioccio di Leone Flaminio Ascoli. Il 19 agosto 1860 sposò una giovane veneziana, Giuseppina Vigevano, dalla quale ebbe cinque figli; alcuni morirono in tenera età, sopravvissero Samuel Camillo (nato nel 1861) e Clotilde Sara (nata nel 1864). Quanto alla sua formazione, dopo aver compiuto gli studi nella città natale (nella Israelitische Trivialschule, la scuola elementare ebraica, ed al Ginnasio liceo), L. entrò al collegio rabbinico di Padova – istituzione innovativa che rispondeva alle istanze di mantenimento della tradizione religiosa nella modernità, la prima in Europa a carattere scientifico –, che frequentò a partire dal 1846, e fu dunque allievo del suo secondo cugino Samuel David Luzzatto – in acronimo Shadal, grande ebraista nato a Trieste da una famiglia originaria di San Daniele del Friuli – e del piemontese Lelio della Torre, suo maestro negli studi talmudici e di omiletica. L. ottenne l’ordinazione rabbinica il primo luglio 1854. Ritornò quindi a Gorizia, si impegnò nella vita culturale della città e contrasse matrimonio, ma una decina di anni dopo ritornò a Padova, per integrarsi agevolmente nella vita comunitaria ebraica e nel mondo accademico. Nel 1865 successe infatti a Luzzatto nella cattedra di filologia e letteratura ebraica del prestigioso Istituto, dapprima come supplente interinale, poi dal 1866 come docente a pieno titolo, dopo aver dato «le più soddisfacenti prove di diligenza, di cognizioni, di metodo e concesso la miglior guarentigia d’ottima riuscita», come si legge in una fonte dell’epoca. Tenne l’insegnamento sino al 1871, anno in cui la scuola venne chiusa, per essere successivamente riaperta a Roma, poi a Firenze e indi nuovamente nella capitale, per trasferire sino ad oggi la sua eredità culturale nel Collegio rabbinico italiano di Roma. ... leggi L. intervenne nei dibattiti di attualità, di argomento religioso e rituale ebraico attraverso le pagine delle riviste del tempo, il «Corriere israelitico» ed il «Vessillo israelitico», a volte anche con «aspre battaglie», a testimonianza di una posizione di grande apertura, caratteristica di molti intellettuali dell’ebraismo emancipato dell’epoca; per la sua impostazione e per le scelte religiose e culturali entrò pure, come già Shadal, alcune volte in polemica con Elia Benamozegh – figura di riferimento della “qabbalah”, la mistica ebraica in Italia e dunque del centro di studi e della “yeshivah”, l’Accademia rabbinica di Livorno – a proposito del significato che la “qabbalah” stessa aveva per il giudaismo. Diversi articoli di L. al riguardo vennero ripubblicati a Padova nella raccolta Riproduzione di alcuni articoli del Vessillo e del Corriere Israelitico ed osservazioni premesse nel 1895. Pochi anni dopo la chiusura del Collegio rabbinico, ebbe inizio la carriera accademica di L. Dal 1876-1877 fu docente di ebraico biblico-rabbinico e aramaico (quale insegnante «libero con effetto legale») alla Facoltà di lettere e filosofia dell’Ateneo patavino – uno dei primi docenti di religione ebraica, in quanto con il passaggio all’Italia era venuto meno il relativo divieto –; dal 1885-1886 fu contemporaneamente docente incaricato di lingua ebraica e caldaica. Rabbino maggiore della comunità di Padova dal 1869, si trovò ad agire in un periodo in cui, pur non indulgendo ad applicazioni dell’ebraismo riformato, si presentava la necessità di riorganizzare la pratica liturgica in città; nel 1892 presiedette infatti una commissione che operò per l’unificazione dei tre riti tedesco, italiano e spagnolo, con semplificazione della liturgia e celebrazioni in un unico tempio. A tal scopo fu scelta la sinagoga tedesca, pure se in particolari casi fu ancora possibile utilizzare l’oratorio spagnolo. Si trattò di scelte innovative, che furono seguite da un acceso dibattito. Diversi interventi di intellettuali ebrei del tempo, come quelli di Flaminio Servi, attestano la grande considerazione di cui godeva come rabbino, ritenuto un padre affettuoso, la cui opera era contraddistinta da zelo, bontà e modestia. Fra le sue pubblicazioni, in parte funzionali alle discipline da lui insegnate, possono essere ricordate alcune opere che testimoniano l’interesse per gli argomenti filologici riguardanti le lingue semitiche e per la didattica delle stesse e del giudaismo in generale: il Dizionario del linguaggio ebraico-rabbinico, contenente pure molte voci dell’ebraico posteriore compilato sugli originali (Padova, A. Bianchi, 1867), il Ristretto catechismo della religione israelitica ad uso della prima gioventù (Padova, Longo, 1874, 18952), la Prelezione ad un corso di lingua ebraica e caldaica letta nella R. Università di Padova il 14 maggio 1877 (Padova, Crescini, 1877) ed un voluminoso Corso di grammatica della lingua Ebraica di Eude prof. Lolli rabbino maggiore della comunione israelitica di Padova, libero docente di ebraico e caldaico nell’Ateneo della stessa città e membro dell’Accademia Orientale di Firenze (1878; Milano, Hoepli, 1886). Notevole fu anche il suo contributo alla pubblicazione della Sacra Bibbia volgarizzata, opera di Samuel David Luzzatto, uscita postuma a Rovigo per i tipi di Minelli nel 1872. Lasciò varie opere inedite. L. morì a Padova, dopo lunga malattia, il 15 dicembre 1904.

Chiudi

Bibliografia

Notizie su E. Lolli in: S.D. LUZZATTO, Autobiografia di S.D. Luzzatto, preceduta da alcune notizie storico-letterarie sulla famiglia Luzzatto, a datare dal secolo decimosesto e susseguita da varie appendici, fra cui la tavola genealogica dei Luzzatto da S. Daniele, 2, Padova, Crescini, 1882, 44; M. MORTARA, Indice alfabetico dei rabbini e scrittori di cose giudaiche in Italia, Padova, Sacchetto, 1886, 35; Regolamento del Tempio israelitico in Padova, Padova, Salmin, 1892; U. CASSUTO, voce, in Encyclopaedia Judaica. Das Judentum in Geschichte und Gegenewart, 10, Berlin, Verlag Eschkol A. G., 1928-1934, 1091-1092; F.T. HANEMAN, voce, in The Jewish Encyclopedia, 8, New York-London, Funk and Wagnalis, 1901-1906 (= Ktav 1963), 152-153; G. HUGUES, Di alcuni illustri semitisti ed orientalisti della Venezia Giulia, «Studi Goriziani», 24 (1958), 33-80: 68-72; G. TAMANI, Gli studi ebraici a Padova nei secoli XVII-XX, «Quaderni per la storia dell’Università di Padova», 9-10 (1976-1977), 215-228: 222; O. ALTIERI, La Comunità ebraica di Gorizia: caratteristiche demografiche, economiche e sociali (1778-1900), Udine, Del Bianco, 1985, 171-172; M. DEL BIANCO COTROZZI, Il Collegio rabbinico di Padova. Un’istituzione religiosa dell’Ebraismo sulla via dell’emancipazione, Firenze, Olschki, 1995, 237-242; A. CAVAGLION, Tendenze nazionali ed albori sionistici, in Storia d’Italia. Annali, 11. Gli ebrei in Italia, a cura di G. LUZZATTO VOGHERA - C. VIVANTI, II, Torino, Einaudi, 1996-1997, 1300.

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *