Nato a Trieste nel 1802, visse probabilmente in un primo tempo a Gradisca con la famiglia, per poi recarsi a Padova dove intraprese gli studi in medicina, che terminò nel 1830 con una dissertazione sul tema De partus causa proxima…, un vero e proprio piccolo manuale di ostetricia assai aggiornato ed avanzato per i suoi tempi. Fu in effetti in possesso di un doppio titolo, come si usava allora nei territori asburgici: quello di ostetrico o chirurgo minore, e quello di medico chirurgo (“Wundartz und Geburtshelfer”). Immediatamente dopo la laurea si trasferì a Gorizia con l’incarico di medico comunale, incombenza che lo vide, insieme al collega Isacco Marini, coinvolto nel gruppo sanitario di vigilanza e intervento degli eventi epidemici. Molti sono i documenti sottoscritti da entrambi i medici per il Magistero civico in occasione dell’epidemia di colera che colpì la città nel 1836. Sposò Vittoria Levi e, rimasto vedovo, Betty Valenzin in seconde nozze. Dal 1830 abitò con la famiglia in un appartamento dell’antico ghetto (attuale via Ascoli) per poi trasferirsi, solo nel 1880, nell’attigua via dei Signori (Herrengasse, oggi via Carducci). Di principi liberali e progressisti, si distinse per generosità e scienza e fu eletto nel 1859 al consiglio comunale nelle liste del Partito liberale. Uomo dal carattere riservato, fu profondamente legato alla famiglia e ai doveri professionali. Nel suo Schizzo di topografia medica della città di Gorizia, ammirato dall’allora presidente della Società agraria Alessandro de Claricini e pubblicato in «Atti e memorie della I. R. Società agraria di Gorizia» del 1864, L. rilevò, con osservazioni basate su dati statistici ed epidemiologici, come non solo nella città di Gorizia la morbosità fosse minore rispetto alle altre città circonvicine, o comunque si manifestasse qui in forme più attenuate, ma di pari grado vi si riscontrasse un aumento della longevità generale e delle aspettative di vita. ... leggi In questo senso L. può essere considerato il precursore degli studi che portarono poi Carl von Czoernig a promuovere l’immagine turistica del capoluogo isontino come “Nizza austriaca”. Morì a Gorizia in seguito a grave e lunga malattia allora difficilmente diagnosticabile il 19 dicembre 1889.
ChiudiBibliografia
G. LUZZATTO, Schizzo di topografia medica di Gorizia, «Atti e memorie della I. R. Società agraria», 14 (1864), 207-210, 15 (1864), 222-224. O. ALTIERI, La comunità ebraica di Gorizia: caratteristiche demografiche, economiche e sociali (1778-1900), Udine, Del Bianco, 1985, 178; B. GREGORIG, La presenza medica ebraica nella Gorizia del passato, in Cultura ebraica, 227-229.
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