PAOLINI ALCIDE (1928-2016)

PAOLINI ALCIDE (1928-2016)

scrittore, poeta, giornalista, dirigente editoriale

Immagine del soggetto

Lo scrittore Alcide Paolini.

Nato a Udine il 18 aprile 1928, cominciò l’attività letteraria come poeta nel 1952 pubblicando la raccolta Cadono i venti. Collaborò in seguito con riviste culturali e giornali quali «Comunità», «Belfagor», «La fiera letteraria», «Paragone», e poi i quotidiani «Il Giorno» e «Corriere della sera», scrivendo inchieste, articoli di critica letteraria e d’arte, racconti e note di costume. Nel 1958 fondò e diresse a Udine la rivista di cultura e poesia «La situazione» che per quattro anni svolse un’opera di mediazione e incontro fra scrittori di diverse tendenze letterarie. Successivamente, nel 1965, si trasferì a Milano dove è stato a lungo direttore editoriale della casa editrice Mondadori per la quale seguì la narrativa italiana, al fianco di Vittorio Sereni, pubblicando anche scrittori friulani come Carlo Sgorlon e Gina Marpillero. Scrisse le prefazioni per romanzi di successo, tra cui quelli di Fulvio Tomizza, Maria Bellonci, Goffredo Parise, Mario Soldati. Esordì egli stesso come romanziere nel 1967 con Controveglia cui seguirono Verbale d’amore (1969), Lezione di tiro (1971), La gatta (1974), Paura di Anna (1976), La bellezza (1979), L’eterna finzione (1983), La donna del nemico (1985), Una strana signora (1993), Il paese del cuore (1994). Romanzi centrati sui temi dell’angoscia, della gelosia, della solitudine. Il più noto è Paura di Anna, che ebbe varie ristampe, mentre quello spiccatamente friulano, come scenario e tematica, è l’intenso La donna del nemico, ambientato durante la guerra e ripubblicato nel 2004 dalla Biblioteca del Messaggero Veneto. ... leggi … leggi Nel presentarlo il critico Mario Turello notava che il piccolo mondo rustico friulano vi assurgesse senza enfasi a dimensioni epiche, proponendosi da modello di convivenza e solidarietà. In quelle pagine appariva pure Udine mediante atmosfere e situazioni tipiche, teneri frammenti tratti dai ricordi giovanili. P. mantenne un legame stretto con Udine attraverso le pagine del quotidiano friulano per il quale, negli anni Novanta, aveva una rubrica intitolata “Detto, fatto”. In un articolo narrò la sua infatuazione adolescenziale verso la pittura che praticò dipingendo assieme all’amico Giorgio Celiberti, ma fu poi il critico Arturo Manzano a indirizzarlo alla scrittura, coltivata inizialmente sotto la guida di Dino Menichini, poeta e giornalista che curava la terza pagina del giornale. Fu in quel contesto che P. pubblicò il primo racconto, intitolato Mare, cominciando una carriera di scrittore e letterato tra le più importanti nel Novecento udinese. «Questa città – scrisse – l’ho capita vivendoci lontano quando mi sono lasciato andare alla voglia di confessarmi e di guardare gli anni giovanili. Così ho compreso la misura umana della realtà, costituita anche dal rispetto di se stessi». P. diede alle stampe anche un libro di sociologia letteraria, La mistificazione (1961), e alcuni volumi per bambini e ragazzi. Nel 1989 ricevette il premio Friuli Aquila d’oro mentre nel 1983 fu finalista al premio Campiello con il romanzo L’eterna finzione e in precedenza, nel 1962, vinse il premio Rapallo nella sezione della poesia. Lontano da ambizioni di successo, schivo, P. visse con sensibilità l’innata passione per la scrittura. È stato notato che a volte la solitudine in una metropoli come Milano angosciasse in maniera soffocante i protagonisti dei suoi romanzi. Ne uscivano storie d’amore ossessive, complicate. P. riuscì così a fotografare quadri psicologici affascinanti nell’intreccio fra le diverse generazioni. Convinti dalle utopie e illusi da promesse di rivoluzioni sociali e sessuali, i suoi personaggi vivono le contraddizioni della società borghese che vorrebbero cancellare, riproponendo l’interrogativo posto alla base d’un romanzo fondamentale come Una strana signora e cioè: «È possibile essere diversi da ciò che siamo?». Dopo la morte, avvenuta a Milano il 10 novembre 2016, il figlio Gregorio, autore e produttore televisivo, lo ha ricordato con queste parole: «Grazie per avermi insegnato la bellezza, la dignità, la libertà, l’intelligenza dei libri, il rispetto degli altri».


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Bibliografia

Opere di narrativa di A. Paolini: Controveglia, Milano, Mondadori, 1967; Verbale d’amore, Milano, Mondadori, 1969; Lezione di tiro, Milano, Mondadori, 1971; La gatta, Milano, Mondadori, 1974; Paura di Anna, Milano, Mondadori, 1976; Pablo e il cane Dick-Dick, Teramo, Lisciani & Zampetti, 1978; La formula magica, Torino, Stampatori, 1979; La bellezza, Milano, Mondadori, 1979; Il paese abbandonato, Firenze, Salani, 1980; L’eterna finzione, Bompiani, 1983; La donna del nemico, Bompiani, 1985; Una strana signora, Milano, Bompiani, 1993; Il paese del cuore, Tricesimo, Vattori; 1994, Teramo, Lisciani & Zampetti, 1978. Poesia: Cadono i venti, Siena, Maia, 1952; Disgelo, Padova, Rebellato, 1958. Saggi: La mistificazione, Milano, Sugar, 1961. A. PAOLINI, Il meraviglioso Friuli di Giorgio Marangone, Udine, Grafiche Fulvio, 1964; M. TURELLO, prefazione de La donna del nemico, Udine 2004 (La biblioteca del Messaggero Veneto); E. GUAGNINI, Avanguardia, tradizione e ricerca di due narratori friulani contemporanei, «Ce fastu?» (1965/1967), 481-485; ID., La narrativa italiana in Friuli tra il 1968 e il 1969, «Ce fastu?» (1968/1971), 147-157; C. SGORLON, La fredda analisi della realtà borghese nei romanzi di A. Paolini, «La Panarie» III/2 (1970), 14-18; E. GUAGNINI, Narrativa italiana in Friuli fra il 1976 e il 1977, «Ce fastu?» (1977), 177-193:178-180; A. DE LORENZI, recensione de La bellezza, «La Panarie» XII/44 (1979), 83-85.

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