RUFFO VINCENZO

RUFFO VINCENZO (1498 - 1587)

maestro di cappella, compositore

Immagine del soggetto

Frontespizio del "Primo libro de madrigali" di Vincenzo Ruffo, Venezia 1546.

Nasceva in Verona attorno al 1508 da Valerio, originario di Bonacossa Ruffo di San Fermo, appartenente ad una affermata famiglia di notai. «Accolito» della cattedrale veronese in seguito a nomina del 27 ottobre 1520, il 31 agosto 1521, essendosi liberato un posto, risultava ascritto, a quanto pare senza aver mai ricevuto gli ordini maggiori, tra i cappellani di quel consorzio del quale a tutti gli effetti avrebbe continuato a far parte sino almeno al finire del settembre 1534. Durante questa permanenza è assai probabile abbia potuto beneficiare dell’insegnamento di Biagio Rossetti, all’epoca organista del duomo, maestro della scuola degli Accoliti e collaboratore per il settore musicale del vescovo Giovanni Matteo Giberti all’interno di un tentativo precontroriformistico di rinnovamento della diocesi veronese. Durante questo primo soggiorno veronese, il R. si assentò per prestare tra il 1527 e il 1528 un breve servizio, in veste di maestro di cappella, presso la cattedrale di Savona. Rientrato in patria, attorno il 1534, o agli inizi del 1535, si sposava con certa Maddalena dalla quale ebbe Agostino, battezzato nel 1536 ed al quale dava un fratello all’incirca nel 1539. Nel 1541 passava al servizio, quale maestro di cappella, di Alfonso d’Avalos, governatore spagnolo di Milano: un servizio che con ogni verosimiglianza si concluse con la morte del marchese avvenuta nel 1546. Rientrò in patria nel 1546-47, e vi rimase sino al 1563. Nel febbraio 1547 inutilmente si provava ad ottenere il posto di maestro di musica presso la locale prestigiosa Accademia dei Filarmonici, assegnato invece a Giovanni Nasco. Gli subentrò il 20 novembre 1551, quando il Nasco si trasferì, per ragioni economiche, verso la cattedrale di Treviso, ma nel settembre dell’anno successivo abbandonava l’incarico, pur risultando ancora nel 1554 aggregato fra i membri di quell’Accademia. ... leggi È possibile che, a rimpiazzare il Nasco, che era anche maestro di cappella del duomo di Verona, nel 1551 sia stato chiamato il R., considerato che si fregiava di quel titolo almeno nel 1554 quando pubblicò, presso lo stampatore Girolamo Scotto i suoi Madrigali a sei, sette et otto voce con la gionta de cinque canzone a diverse voce. Nel 1563 lasciava anche l’incarico di maestro di cappella della cattedrale veronese per passare, su invito dell’arcivescovo Carlo Borromeo, alla cappella del duomo di Milano. Qui operava, coadiuvato da Boyleau, sino al 3 ottobre 1572, quando si trasferì alla direzione della cappella della cattedrale di Pistoia, ruolo e città da cui si allontanò nel 1577. Dopo un rapido rientro in Verona tra il 1577 ed il 1580, impiegato in ruoli che non si riescono, almeno per ora, ad individuare, nel 1580 giungeva in Sacile. All’epoca il R. aveva circa settantadue anni, probabilmente privo di significative prospettive professionali ed alla ricerca, con ogni probabilità, di protezioni ed appoggi, tra i quali sono forse da includere quelle del potente cardinale Michele della Torre, vescovo di Ceneda (odierna Vittorio Veneto), tali da assicurargli uno stile di vita decoroso. Ipotesi che si avanza per tentare di dar ragione al fatto che un musico di indubbia statura e di ottima fama abbia potuto giungere a guidare una piccola cappella di una piccola città quale Sacile. Anche il soggiorno sacilese, che si sarebbe rilevato come l’ultimo di una vita piuttosto errabonda, non è privo di punti oscuri e dubbi. Il 27 agosto 1580 V. R. veniva eletto per un triennio maestro di cappella della parrocchiale del luogo dal consiglio sacilese, in diretta successione del dimissionario Vincenzo Bertolusi. Nel marzo 1583 l’obbligatoria domanda di un’eventuale riconferma non trovò alcuna risposta formale da parte del consiglio sicché pare lecito immaginare che il R., dalla fine dell’agosto di quel 1583, si sia trovato privo della carica e dello stipendio. Dopo due anni di silenzio, per gratificare il presule della Torre, il consiglio, nell’ottobre 1585 riconduceva in cantoria messer V., assicurandogli un altro triennio di tranquillità economica. Tuttavia, dopo nemmeno quindici mesi di servizio, il 9 febbraio 1587 il musico morì, fu sepolto nella tomba dei signori Raspi situata, all’epoca, nella navata centrale, appena a sinistra dell’ingresso principale.

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Bibliografia

Nell’impossibilità di produrre un catalogo della vastissima produzione a stampa di V. R., per altro offerto dai molti repertori bibliografici in circolazione, si limiterà a riferire le intitolazioni delle opere edite (o riedite) durante il periodo sacilese: Messe a cinque voci nuovamente composte secondo la forma del Concilio Tridentino et in questa impressione da molti errori che nella prima erano purgate, Brescia, Vincenzo Sabbio, ad instantia di Giovanni Antonio delli Antonii, 1580; Li Magnificat brevi et aierosi con tutti li falsi bordoni a cinque voci et con il tono detto pellegrino per lo In exitu novamente ristampati, Venezia, erede di Girolamo Scotto, 1582 (ristampa dell’edizione del 1578); Sacrae modulationes vulgo motecta quae potissimos totius anni festos dies comprehendunt et senis vocibus concinuntur […]. Liber primus, Brescia, Pietro Maria Marchetto, 1583; Li soavissimi responsorii della Settimana Santa a cinque voci con un Benedictus et alcuni Miserere a due chori, doi Adoramus te Christe et tutti li otto toni in falso bordone a cinque voci di F. Agostino Resta, Milano, Francesco et eredi di Simon Tini, 1586. Dopo la morte del R. venivano date alle stampe le seguenti opere: Salmi soavissimi et devotissimi a cinque voci […] novamente ristampati, Venezia, erede di Girolamo Scotto, 1588; Missae Borromeae […] cum quinque vocibus concinendae, Venezia, Angelo Gardano, 1592. In antologie, edite a seguire il 1580 sino al 1613, V. R. compare a più riprese con la riproposta di madrigali (alle volte intavolati per liuto) già dati alle stampe a partire dal 1552.

G. VALE, Gli ultimi anni di Vincenzo Ruffo, «Note d’archivio per la storia musicale», I/1 (1924), 78-81; G. MARCHESINI, Dell’eccelentissimo musico Vincenzo Ruffo compositore del sec. ... leggi XVI, «Ce fastu?», 19/6 (1944), 215-225; ID., Annali per la storia di Sacile anche nei suoi rapporti con le Venezie, Sacile, Tip. Bellavitis, 1957 (= Sacile, Tip. Bellavitis, 1985), 852, 1015-1017; L. LOCKWOOD, The counter reformation and the masses of Vincenzo Ruffo, Venezia/Vienna, Fondazione Giorgio Cini/Universal Edition, 1970, 70-73, 205-210; E. PAGANUZZI, Medioevo e Rinascimento, in La musica a Verona, 1-156: 125, 135, 145, 153, 159, 163, 165; L. LOCKWOOD - A. AMATI CAMPERI, Ruffo Vincenzo, in NGii, XXI, 874-875; PRESSACCO, Musica, 2005-2006; M. TARRINI - M. SCARRONE, Un manoscritto musicale del 16. secolo e due documenti su Vincenzo Ruffo conservati nell’Archivio Vescovile di Savona, «Liguria», 49/5 (1982), 10-20; T. CHINI, Ruffo Vincenzo, in DEUMM, VI, 495-496; F. METZ, Messer Vincenzo Ruffo a Sacile. Un atto di battesimo svela le senili, ancorché legittime, inclinazioni di un maestro di cappella, in Aria di Primavera ’95. “Verde speranza: dagli alberi la vita. Dài vita agli alberi”. Catalogo della rassegna d’arte (Sacile, 6-21 maggio 1995), Sacile, Città di Sacile/Associazione Obiettivo salute, 1995, 71-73; Vincenzo Ruffo, Salmi suavissimi et devotissimi a cinque voci; introduzione di M. CASADEI TURRONI MONTI, trascrizione di C. BERLESE, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 1997; METZ, Sacile, 205-210; V. RUFFO - A. FESTA, Completorium cum quinque vocibus: otto salmi e un cantico a cinque voci per l’ora di Compieta. Edizione critica di due manoscritti del XVI secolo conservati rispettivamente nell’Archivio storico diocesano di Savona e nella Biblioteca Ariostea di Ferrara, a cura di M. TARRINI, Genova/Savona, Associazione ligure per la ricerca delle fonti musicali/Editrice liguria, 2004 (Studi e fonti per la storia della musica in Liguria, 6); F. METZ, Vincenzo Ruffo, Sacrae modulationes vulgo motecta, in Gentilhomeni, 409; P. FABBRI, Musica e Controriforma nel Friuli Occidentale, in Alessandro Orologio, 17-34: 17; F. COLUSSI, Scheda biografica di Alessandro Orologio e alcuni documenti inediti, Ibid., 85; ID., La compagnia strumentale, 158; D. BRYANT, Cosa c’è di locale nelle edizioni di musica di autori friulani?, Ibid., 475.

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