COCEANI FRANCESCO

COCEANI FRANCESCO (1862 - 1925)

viticoltore, ampelografo

Immagine del soggetto

Diploma di partecipazione alla Mostra ampelografica delle uve friulane tenuta a Udine nel settembre 1921.

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Monsignor Pietro Cocolin con un gruppo di ragazzi.

Nacque nel 1862. Fu un soldato sempre in prima linea contro il flagello della fillossera scoperta nel Friuli udinese nel 1901. Nel 1904, assieme ad altri viticoltori appassionati che avevano ben compreso l’inanità della legislazione italiana nei confronti di questo parassita, partecipò alla fondazione del Consorzio libero antifillosserico, che intendeva, invece, muoversi con il pragmatismo che i tempi richiedevano. In ciò fu affiancato da Giuseppe Morelli de Rossi, col quale mise le basi di quel vivaismo viticolo friulano che qualche decennio dopo sarebbe diventato un’industria di valenza internazionale. Già nel medesimo anno, nel vivaio di Gagliano, si operarono i primi innesti e cominciò quell’esperienza che, avviata sotto la direzione di C., dimostra tuttora la sua validità. Vennero superate difficoltà di ogni tipo, vennero provate ed affinate le tecniche, si introdusse l’innesto meccanico col quale si potevano produrre fino a tremila viti bimembri al giorno. Tanto C. che il Morelli de Rossi, mossi da passione e da spirito di servizio, divulgarono i risultati raggiunti e le modalità per superare i problemi incontrati. La maggior parte dei loro scritti verte proprio su argomenti relativi a questo metodo di controllo, preventivo anziché curativo, della fillossera. Mentre il Consorzio antifillosserico provinciale perdeva tempo in inutili operazioni burocratiche e in inutili riunioni, a Gagliano si lavorava: nel 1905 furono alcune migliaia le viti innestate messe a disposizione dei viticoltori, numero che arrivò a settantamila nel 1907. La scelta varietale, ovviamente ristretta rispetto alle centinaia di vitigni friulani, si dimostrò intelligente e vincente: Merlot (un “foresto”) e Verduzzo (un “nostrano”) sono tuttora saldamente in sella. ... leggi C. fu anche appassionato ampelografo e promosse la Esposizione delle uve friulane, tenutasi a Udine nel 1921, alla quale parteciparono 87 viticoltori con 708 campioni; nel medesimo anno diede alle stampe Le uve del Friuli, uno scritto sotto forma di vocabolario che raccoglie l’eredità dell’Esposizione del 1863, porta i necessari aggiornamenti e rimane una felice sintesi di quanto al momento era noto sulle viti del Friuli. Meno noto è che C. utilizzò la poesia in friulano come strumento di divulgazione tecnica e di educazione del coltivatore. Si tratta di uno dei pochi casi in cui la poesia vernacolare esce da quello che viene erroneamente definito zoruttismo, per mirare a intenti pratici e, bisogna dire, con efficacia di lingua e di rima. Gli autori del vocabolario friulano Nuovo Pirona si avvalsero di un dattiloscritto del 1920, con le poesie di C., che si trovava presso la Biblioteca della Società filologica friulana, ma del quale non si rinviene più traccia. Rimangono le poesie, firmate con lo pseudonimo di “Checo”, che si trovano, sempre fresche e vivaci, nel periodico «L’amico del contadino» di Gherardo Freschi. Ecco la peronospora (titolo Solfât adore) del 24 aprile 1915: «Cuant che il siroc de basse al sofle sù, / Tirant a scjafojaç, / Cuant che la fumate sul teren sta jù / E si à rosade a sguaç, / Peronospore gjolt sul vidiam / E svelte cjape pît, / Slargjantsi e roseant fueis e raps: / Par jê timp favorît. / Nol val alore che il solfât di ram / Al buti jù imburît, / Il contadin; pe plante e pal vignâl / Belzà l’è dut finît!…» [Quando dalla bassa soffia scirocco / tutto avvolgendo d’umida calura / quando la terra emana vapori / e tutto inonda la rugiada / peronospora gode sulle viti / e presta si diffonde / a macchia che rosica foglie e grappoli / Per lei è il tempo dell’oro / a nulla vale, allora, che il solfato di rame / irrori l’ansimante contadino / per il suo filare, per il suo vigneto / è ormai tutto finito!]. C. morì nel 1925.

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Bibliografia

Lavori di F. Coceani: I lavori eseguiti dal Consorzio nel 1905, «Bull. Ass. Ag. Fr.», (1906); La pratica della forzatura, ibid., (1907), 388-393; Relazione dei lavori eseguiti dal Consorzio Antifillosserico di Cividale nell’esercizio 1906, ibid., (1907), 149-158; Le uve del Friuli, ibid., 1 (1921), 95-117.
L. M., In memoria di Francesco Coceani, «La Panarie», 3/18 (1926), 378-379.

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