FLORIO GIACOMO

FLORIO GIACOMO (1455 - 1542)

giurista, amministratore pubblico

Immagine del soggetto

Lo stemma dei Florio sulla facciata del palazzo di famiglia in borgo S. Cristoforo a Udine.

Nacque a Udine nel 1465 circa da Nicolò, tintore proveniente da Spalato, e da Margherita degli Onesti. Laureato in utroque iure all’Università di Padova nel 1486, intraprese l’esercizio della professione forense e dell’insegnamento di istituzioni giuridiche a Udine. Nominato nel 1496 avvocato fiscale, iniziò una brillante carriera pubblica al servizio del governo cittadino e di quello marciano. Nel 1507 fu tra i responsabili della riforma degli statuti cittadini, operazione interrotta a causa delle guerre tra Venezia e l’Impero, ma attuata dal luogotenente Trevisan nel 1513 con la “serrata” del consiglio cittadino e la redazione nel 1518 della matricola nobilium del cancelliere Clapiz, in cui il F. fu accolto in quanto “dottore”, vale a dire esercitante arti liberali. Procuratore e curatore degli interessi di Gerolamo Savorgnan, fu personalità gradita al governo veneto, da cui fu impegnato tra 1520 e 1523 nelle negoziazioni del trattato di Worms, quale consulente dell’ambasciatore Francesco Corner e nel 1523 quale nunzio della Serenissima per la restituzione dei beni dei sudditi veneti. Ancora nel 1524 e nel 1533-35 con Matteo Avogadro e Andrea Rosso partecipò alla definizione dei confini austro-veneti, compresa la questione della giurisdizione del patriarcato di Aquileia, affidata a Giovanni Dolfin e oggetto da parte del F. di uno scritto, come riferisce Vincenzo Joppi, Difesa dei diritti del patriarcato di Aquileia, in cui furono difesi anche i diritti dei Vendramin su Latisana. ... leggi Fu vicario di vari podestà a Verona, Vicenza, Padova, Brescia, Treviso, percorrendo una carriera nei modi di una burocrazia itinerante tipica delle magistrature venete. Contemporaneamente costruì la fortuna economica della famiglia con l’acquisto di beni in Brazzano, Cavalicco, Persereano ed Udine, dove venne in possesso nelle vicinanze della chiesa di S. Cristoforo di una casa dei del Torso, primo nucleo del palazzo ampliato e totalmente ricostruito dai discendenti a metà Settecento. Il F. nel 1521 fu nominato conte palatino; nel 1524 fu insignito dal senato veneto della donazione, trasmissibile ai suoi eredi, di 50 staia di frumento e 50 mastelle di vino all’anno a carico della gastaldia di Cividale. In realtà tale donazione gli fu assegnata al posto dei diritti signorili da lui richiesti sulle ville di Campolongo, Bagnaria e Piancada al confine imperiale, richiesta che incontrò opposizioni in senato. Morì nel 1542 a Portogruaro, ma fu sepolto a Udine nella chiesa di S. Maria di Castello. La sua vita fu proposta da Vincenzo Joppi nel 1862 come esemplare per definire un «eroe civico», un uomo di condizioni umili salito ai massimo gradi attraverso «lo studio e la virtù», capace di cumulare una fortuna di cui gli eredi possono essere orgogliosi. Non sembra casuale che la biografia del F. sia stata studiata da Joppi dopo quella di Gerolamo Savorgnan, esempio di «eroe patrio».

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Bibliografia

ASU, Archivio Florio, 44, 47, 76, 77.

CAPODAGLI, Udine illustrata, 291-302; V. JOPPI, Alcune notizie sulla vita di Giacomo Florio giureconsulto udinese del sec. XVI, Udine, Seitz, 1862; M. SANUTO, Diarii, Venezia 1888-1903, passim; P. SAMBIN, Gregorio Amaseo e un gruppo di friulani e non friulani laureati o studenti a Padova nell’ultimo decennio del ’400, «Quaderni per la storia dell’Università di Padova», 8 (1975), 41; R. CORBELLINI, Una generazione per l’altra: Spironella d’Arcano e il principio d’agnazione, in Interni di famiglia. Patrimonio e sentimenti di figlie, madri, mogli, vedove. Il Friuli tra medioevo ed età moderna, a cura di R. CORBELLINI, Udine, AGF, 1994, 123-124; G. GULLINO, Florio, Giacomo, in DBI, 48 (1997), 369-371; L. CARGNELUTTI, Vincenzo Joppi e la storia del Friuli, in Vincenzo Joppi, 1824-1900, a cura di F. TAMBURLINI - R. VECCHIET, Udine, Forum, 2004, 41-42.

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