MAREGA MARIO

MAREGA MARIO (1902 - 1978)

salesiano, missionario, studioso, docente, scrittore, traduttore

Immagine del soggetto

Mario Marega con la traduzione italiana del testo sacro scintoista Ko-gi-ki, da lui curata nel 1938 (Gorizia, Biblioteca del Seminario teologico centrale).

Nacque il 30 settembre 1902 nel territorio dell’allora comune di Lucinico (Gorizia), poco distante da Mossa, figlio di Angelo, muratore e poi gendarme, e della mossese Maria Amalia Braidot. A pochi anni dalla sua nascita la famiglia si trasferì a Gorizia. Dopo lo scoppio del primo conflitto mondiale, profugo a Vienna, compì gli studi liceali nella capitale austriaca; successivamente rientrò in Italia, frequentò il liceo a Valsalice (Torino) per proseguire gli studi all’Istituto internazionale salesiano di Torino, ove rivelò una spiccata attitudine in numerosi settori disciplinari: oltre alla laurea in teologia (1928), conseguì diplomi per la docenza della storia dell’arte, della matematica e del disegno, materie che insegnò al collegio salesiano di Varazze (Savona). La sua vocazione sacerdotale maturò proprio a Vienna, durante gli esercizi spirituali predicati da p. Giovanni Scaparone, direttore del collegio salesiano di Gorizia, profugo anch’egli. Pronunciati i voti a Torino nel 1919, al termine di un intenso percorso formativo ricevette l’ordinazione dalle mani del vescovo di Savona il 17 dicembre 1927. Di lì a poco il carisma di don Bosco suscitò in don M. il desiderio di svolgere il proprio apostolato in terra di missione ed il 23 ottobre 1929, insieme con altri sei confratelli ed otto figlie di Maria Ausiliatrice, partì da Venezia alla volta del Giappone, ove l’opera salesiana si era insediata da soli tre anni, sotto la guida di don Vincenzo Cimatti, a Miyazaki, capoluogo dell’omonima prefettura dell’isola di Kyushu, la più meridionale delle quattro isole maggiori dell’arcipelago. M. apprese in fretta la lingua e la cultura giapponesi, il cui studio alternò ad un’intensa attività missionaria, che si articolava nell’insegnamento del catechismo, nell’amministrazione dei sacramenti, nella visita alle piccole comunità cristiane sparse nel vasto territorio della missione. ... leggi Dopo Miyazaki e Takanabe, ove fu eretto uno studentato, il suo impegno, riconosciuto dai superiori, nel 1932 gli valse l’affidamento, quale primo campo d’azione, della città di Oita, di oltre 60.000 abitanti e caratterizzata da una piccola, ma fiorente presenza cattolica (duecento anime). È il luogo dal quale san Francesco Saverio partì per l’India: M. vi fondò l’asilo infantile “Stella Matutina”, costruì una chiesa, dedicata al grande santo gesuita, dotata di un altare in stile giapponese da lui stesso progettato, ed ampliò la locale scuola tipografica, da cui sortirono numerose sue pubblicazioni (quali la traduzione ed il commento del Vangelo, opuscoli di carattere religioso e profano), diffuse ed apprezzate anche in ambito non cristiano. Insegnò diverse materie, dal latino alle lingue moderne, nelle scuole di ogni grado, promuovendo conferenze, accademie, ed un’intensa attività pubblicistica che gli permisero di ampliare i propri orizzonti conoscitivi. Diede alla luce la prima traduzione italiana del Ko-gi-ki, il più antico testo sacro dello scintoismo, edito nel 1938 per i tipi di Laterza, grazie al diretto interessamento di Benedetto Croce, aprendo una fase di fertile collaborazione con l’editrice pugliese, proseguita anche negli anni successivi. Sempre nel 1938, nel corso di un’udienza concessa a mons. Cimatti, papa Pio XI ebbe ad esprimere il proprio compiacimento per l’operato del giovane missionario salesiano. In quegli anni di intenso lavoro egli produsse svariati contributi sul buddismo e sulle religioni tradizionali nipponiche, a cui si affiancarono ricerche pionieristiche sulla presenza cristiana nell’arcipelago, compiute su materiale documentario ed archeologico che M. trasse personalmente dall’oblio. L’anno seguente su «Annali Lateranensi» pubblicò le Memorie cristiane della regione di Oita; scrisse pure su «Gioventù missionaria», sul «Bollettino salesiano» e la rivista trimestrale «Salesianum» ospitò il suo saggio: Tracce del cristianesimo nei primordi della storia giapponese. Ad Oita M. trascorse il difficile periodo della guerra, sorvegliato a vista dall’autorità militare nipponica prima di essere internato, dopo l’8 settembre 1943, in una zona non distante da Hiroshima, da dove ebbe la ventura di percepire la deflagrazione della bomba atomica che colpì la città il 6 agosto 1945; a causa di un incendio, la missione di Oita fu quasi interamente distrutta. Dopo la fine del conflitto, rientrò in patria, per rivedere gli anziani genitori e le due sorelle: fu a Gorizia, ove tenne diverse conferenze missionarie, a Roma, dove fu ricevuto da Pio XII, e a Napoli, per incontrare Benedetto Croce. Fece ritorno in Giappone nel 1948 e l’anno successivo organizzò ad Oita l’esposizione “Saveriana”; per volontà dei superiori, nel gennaio 1950 fu inviato alla volta di Tokyo, nella circoscrizione urbana di Megurò, fungendo da coadiutore del direttore della locale missione; colà seguì la costruzione del grande oratorio e divenne l’architetto di quella che fu la più maestosa chiesa giapponese del tempo. Sul finire del 1953, ebbe la gioia di vedere esaudito il desiderio di continuare l’attività pastorale con il trasferimento alla erigenda missione di Usuki, piccolo centro a sud di Oita. Alcune dinamiche interne all’ordine segnarono il fallimento di questa breve esperienza e le pressanti esigenze della frenetica vita della capitale nipponica determinarono il suo rientro a Megurò con nuove occupazioni nelle scuole, a cui affiancò rinnovati impegni nella ricerca storica dell’antica cristianità giapponese e degli usi religiosi locali, i convegni, i discorsi alla radio ed alla televisione; la sua autorevolezza gli valse l’insegnamento nell’Università delle suore salesiane di Tokyo. M. lavorò per altri vent’anni, nonostante il progressivo deteriorarsi del suo stato di salute fisica e psichica, sino al rientro definitivo in Italia, nell’ottobre del 1974; ricoverato nell’ospedale Sacro Cuore di Brescia, vi morì, assistito e compianto dai familiari, il 30 gennaio 1978.

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Bibliografia

AAG; Roma, Biblioteca don Bosco della Pontificia Università Salesiana, don Mario Marega (inventari a cura di Laura Moretti consultabili sui siti: venus.unive.it/lmoretti/maregasito/wahoncatalogue.html e venus.unive.it/lmoretti/maregasito/allegati/catalogomdoc.pdf); Gorizia, BSCG, Mario Marega, Epistolario con la famiglia.

Opere di M. Marega: Shinko no kompon [I fondamenti della fede], Oita, Scuola tipografica d. Bosco, 1933; Ozanam, Oita, 1933; Katoriku kataeru, 1-2, Oita, 1934; Efumi, «Monumenta Nipponica», 2/1 (1939); Akogi. Ballata in un atto di Seami Motokiyo (traduzione e commento), ibid., 2/2 (1939), 551-572; Memorie cristiane della regione di Oita, «Annali Lateranensi», 3 (1939), 9-58; YASUMARU, Il Ko-gi-ki, libro base dello scintoismo giapponese. Prima versione italiana dell’originale giapponese di Mario Marega, Bari, Laterza, 1938 (= ristampe anastatiche 1980, 1981, 1986); Il Giappone nei racconti e nelle leggende, Bari, Laterza, 1939 (Biblioteca di cultura moderna, 333); Okina, «Monumenta Nipponica», 3/2 (1940), 611-618; Minase, ibid., 4/2 (1941), 586-599; Tracce del cristianesimo nei primordi della storia giapponese, «Salesianum», (1941), 278-286; Bungo Kiriscitan Sciryo (studio di documenti originali scoperti dall’autore dall’anno 1635 al 1660, in giapponese), Beppu, s.n., 1942; Zoku Bungo Kiriscitan Sciryo (documenti del 1660-1870, in giapponese), Tokyo, s.n., 1946; Una lettera degli inquisitori di Yedo. 1668, «Ciri-Rekisci» (in giapponese, s.d.); Sulla morte del XIV daimio di Usuki, ibid. ... leggi (in giapponese, s.d.); La letteratura giapponese, «Convivium», 15 (1947); Dante ed il Kogiki, «Rivista buddista» (in giapponese, s.d.); Il Ciuscingura. La vendetta dei 47 rônin, studio sui testi originali giapponesi, Bari, Laterza, 1948; Oci-bo-sciu: quaderni storici del Giappone, «Annali Lateranensi», 25 (1961). Pubblicò inoltre lettere, resoconti e rapporti sulle riviste: «Bollettino salesiano», (dicembre 1940); «Ecclesia, rivista mensile illustrata», (gennaio 1948); «Gioventù missionaria, mensile salesiano», (giugno 1930, agosto-settembre 1930, dicembre 1939, gennaio 1940, dicembre 1940).

Un nostro missionario goriziano onorato in Giappone, «L’Idea del popolo», 4 (23 gennaio 1938), 3; G.B. KREN, Il missionario goriziano Dr. Mario Marega e un’opera monumentale giapponese, ibid., 45 (13 novembre 1938), 2; La giornata missionaria mondiale. Per non morire e per non lasciar morire, ibid., 41 (20 ottobre 1940), 1; G.B. KREN, Missionari nostri, cenni biografici illustrati, Gorizia, Lucchesi, 1941; V. CIMATTI, Nell’impero del Sol Levante, Torino, AMS, 1953; Una vita in Giappone spesa da missionario. Morto a Brescia don Mario Marega. Era nato a Lucinico nel 1902. Oggi i funerali, «Il Piccolo» (edizione di Gorizia), 1° febbraio 1974; Per 45 anni in Oriente. È morto don Marega, “apostolo” in Giappone, «Il Gazzettino» (edizione di Gorizia), 1° febbraio 1978; Missionario 45 anni in Giappone. È morto a Brescia don Mario Marega, «MV» (edizione di Gorizia), 1° febbraio 1978; C. MEDEOT, Don Mario Marega: nobile figura di missionario e di studioso, «Voce Isontina», 4 febbraio 1978; A. CREVACORE, Un uomo dalle molte vite. Il servo di Dio don Vincenzo Cimatti, salesiano-missionario, Leumann, Editrice Elle Di Ci, 1979; V. CIAPPARONI LA ROCCA, Ricordo di Mario Marega, «Atti dell’Associazione Italiana Studi Giapponesi», Venezia, 26 (2002), 499 s.

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