TOPPO (DI) FRANCESCO

TOPPO (DI) FRANCESCO (1797 - 1882)

collezionista

Immagine del soggetto

Ritratto di Francesco di Toppo, olio su tela di Fred Pittino, s.d. (Udine, Fondazione CRUP)

Personaggio importantissimo per la vita politica e culturale della Udine ottocentesca, rimase ingiustamente dimenticato per quasi un secolo dopo la morte, ma negli ultimi decenni ha acquisito sempre più una posizione fondamentale per la comprensione della vita sociale e istituzionale della città e del Friuli. Nato nel 1797, dopo gli studi nel collegio dei barnabiti a Bologna (1812-1813), dal 1822 fu consigliere ed assessore municipale a Udine. Nominato a soli venticinque anni socio ordinario dell’Accademia di Udine, ne fu presidente nel 1832-1838, 1844-1847 e nel 1852-1855. Fu podestà di Udine, carica cui rinunciò per assumere quella di direttore del Liceo (1832-1851). Visse a Udine nella casa che fu della sua seconda moglie, ultima discendente di un ramo dei Savorgnan, nell’edificio che, per una parte, la famiglia di lei possedeva dal Trecento sul lato occidentale di via Savorgnana, ora nuova sede della Galleria d’arte moderna. Verso i sessant’anni di età ebbe quasi una folgorazione per l’archeologia, in special modo quella aquileiese, peraltro già valorizzata nella collezione di famiglia, incrementata dal padre Nicolò nella casa di Campolongo e nella villa di Buttrio. Responsabili ne furono due illustri tedeschi, un certo Heller, probabilmente Friedrich Jakob Heller von Hellwald (1798-1864) di Stoccarda, che dal 1821 al 1824 fece ricerche archeologiche a Pompei ed Ercolano, per le quali fu nominato socio corrispondente della regia Accademia ercolanese di archeologia, e il grande storico ed epigrafista Theodor Mommsen, che ben due volte (nel novembre 1857 e nel 1867) fu ospite a casa sua e ricordò con piacere nei suoi scritti tale soggiorno. Continuò la collezione iniziata dal padre, dividendo gli oggetti più ingombranti, in special modo le sculture e le epigrafi (alcune delle quali vennero inglobate in romantiche “rovine” appositamente predisposte nel parco di Buttrio, da lui reso una sorta di “giardino archeologico”, secondo una tradizione nordica, su progetto di Giuseppe Rho), dagli oggetti mobili più preziosi che conservava nella sua casa di Udine e spesso faceva vedere ai visitatori. ... leggi Pur confessando la sua ignoranza in materia archeologica, diede alle stampe una sommaria relazione dei rinvenimenti effettuati nelle sue proprietà di Aquileia – che comprendevano almeno due vaste aree destinate in epoca romana a sepolcreto – in un opuscolo che presenta il testo della relazione da lui tenuta all’Accademia di Udine il 25 aprile 1869. Con l’Accademia e la ristretta cerchia dell’intellettualità udinese che la costituiva ebbe un intenso rapporto, che lo condusse ad appoggiare, insieme con Iacopo Pirona, la costituzione del Museo di Udine, aperto nel 1866. Come riconoscimento della sua azione a favore dell’archeologia, il Ministero della pubblica istruzione, nella persona del direttore generale Giuseppe Fiorelli, lo nominò nel 1876 ispettore per l’area di Aquileia, area che fino al 1915 appartenne formalmente all’Impero austro-ungarico. In tale veste egli pubblicò nel 1877 una nota sulle Notizie degli scavi di antichità create a Roma dallo stesso Fiorelli. D. T. nutrì una forte simpatia, in senso positivistico, per il progresso della scienza, in tutti i campi. Come rappresentante dell’Accademia di Udine prese parte al congresso degli scienziati di Venezia del 1847, in cui serpeggiarono idee patriottiche e antiaustriache, e non nascose nel suo diario la sua aspirazione italiana, in anni molto difficili. Per il grande rilievo della sua personalità dal 1852 al 1877 fu ai vertici del Monte di pietà e della Cassa di risparmio di nuova istituzione. Egli incardinò in maniera indissolubile il suo nome alla città di Udine (che gli ha dedicato una strada), lasciando, quando morì nel 1882 a Udine, la sua collezione di oggetti mobili al comune perché ne incrementasse il museo, che allora (1883) ebbe un notevole salto di qualità. Ma la sua influenza fu quotidiana e costante, come si intuisce dalla lettura del suoi diari, che riferiscono dei suoi rapporti con Pirona, con Pietro Zorutti e con altri personaggi di spicco, o si ricava dal suo intervento nella scelta del bibliotecario, che cadde su Vincenzo Joppi. Come altre grandi personalità del suo tempo, seppe occuparsi del Friuli e in modo particolare della sua storia (senza per questo tralasciare questioni riguardanti l’economia e l’istruzione) sottraendosi alla tentazione del localismo, anzi guardando con interesse alla cultura transalpina, tedesca in particolare, e con non minore attenzione alla cultura nazionale quale si veniva elaborando dopo l’Unità a Roma.

Chiudi

Bibliografia

F. DI TOPPO, Di alcuni scavi fatti in Aquileja, «AAU», s. II, 1 (1867-1868), [1869], 69-74 [riprodotto, senza le tavole, in Aquileia romana nella collezione di Francesco di Toppo, a cura di M. BUORA, Milano, Electa, 1995, 65-72, e ora, con le tavole, in appendice a G. CAIAZZA, Vicende storiche di una dimora “aquileiese”: villa di Toppo a Buttrio (Udine) dalle origini ai nostri giorni, «Bollettino del Gruppo archeologico aquileiese», 14 (2004), 43-49].

V. JOPPI, Francesco conte di Toppo, «La Patria del Friuli», 19 marzo 1882; G. CLODIG, Il commendatore conte Francesco di Toppo. Commemorazione letta nell’adunanza dei [sic] 16 marzo 1883 dell’Accademia di Udine (= in Aquileia romana, cit., 16-35); M. BUORA, Collezionisti e collezioni di reperti aquileiesi a Udine, in I Musei di Aquileia, «AAAd», 23 (1983), 275-310; Aquileia romana, cit.; ID., Cronologia della vita di Francesco di Toppo, in Aquileia romana, cit., 62; ID., Il costituirsi della collezione di Toppo, ibid., 76-79; F. TAMBURLINI, La biblioteca di Francesco di Toppo, ibid., 1995, 36-51; A. CERNECCA, Theodor Mommsen e Tomaso Luciani. Carteggio inedito (1867-1890), «Atti centro ricerche e studi di Rovigno», 32 (2002), 9-130; CAIAZZA, Vicende storiche di una dimora “aquileiese”, cit., 31-49; Buttrio. La collezione di Francesco di Toppo a Villa Florio, a cura di M. VERZÁR-BASS, Roma, Quasar, 2007 (Corpus Signorum Imperii Romani. Italia. Regio X. Friuli Venezia Giulia, III; Studi e Ricerche sulla Gallia Cisalpina, 21); C. FRANCO, Francesco di Toppo e l’archeologia in Friuli, ibid. ... leggi, 21-24; F. VENUTO, Un giardino “archeologico”: il ritiro dell’eclettico Francesco di Toppo a Buttrio, ibid., 25-32; F. CILIBERTO, Origine e formazione della collezione di Francesco di Toppo a Buttrio, ibid., 33-37; M. BUORA, La collezione udinese di Francesco di Toppo, ibid., 38-45; ID., Rivedendo alcuni manoscritti friulani di carattere epigrafico letti dal Mommsen, in La ricerca antiquaria ed epigrafica nelle Venezie dall’età napoleonica all’Unità, a cura di A. MARCONE - M. BUORA - A. BUONOPANE, Firenze, Le Monnier (Studi udinesi sul mondo antico, 5), 2007, 186-196; A. CERNECCA, Interessi epigrafici fra Istria e Friuli, in La ricerca antiquaria nell’Italia nordorientale. Dalla Repubblica Veneta all’Unità, a cura di M. BUORA - A. MARCONE, «AAAd», 64 (2007), 317-366; ID., Mommsen in Istria: i viaggi epigrafici del 1857, 1862 e 1866, «Atti centro ricerche e studi di Rovigno», 37 (2007), 181-198; ID., Due lettere inedite di Francesco di Toppo a Theodor Mommsen, «Aquileia Nostra», 79 (2008), 369-384.

Chiudi

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *