ISCHIA (D’) GIAN GIACOMO

ISCHIA (D’) GIAN GIACOMO (1626 - 1688)

ecclesiastico, storiografo

Il padre, Giuseppe, dopo essersi trasferito dalla sua città natale Trento sul confine orientale della penisola italiana, era riuscito a farsi assegnare l’ufficio di cancelliere nell’asburgica Tolmino. G. G. nacque a Gorizia nel 1626. Divenuto sacerdote, fu nominato arciprete del duomo di Palmanova. E in Palmanova, nota città fortificata collocata in territorio soggetto alla Serenissima, egli continuò a risiedere ed operare per il resto della sua vita conclusasi, come riferisce il Morelli, il 23 settembre del 1688. Scrittore assai fecondo, nelle sue opere amò qualificarsi non soltanto come «arciprete del ducale duomo di Palma», ma anche come «nobile furlano», pubblicando quasi tutti i suoi scritti presso la tipografia udinese degli Schiratti. Denominata Applausi di Palma, nel 1656 apparve una raccolta di sonetti, di iscrizioni latine e di componimenti poetici anch’essi in lingua latina composti da diversi autori e dedicata dall’I. al provveditore generale Marin Tiepolo in occasione del suo commiato dalla roccaforte veneziana. Quattro anni dopo, nel 1660, compose Le gare d’affetto, e gli affettuosi gareggiamenti praticati tra le due non meno reali che serenissime case d’Austria, e di Gorizia che, caratterizzate da una forte volontà celebrativa, vennero elaborate col pretesto del viaggio ufficiale che l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo aveva intrapreso per visitare le sue province e che nel settembre di quell’anno lo indusse a fare una tappa anche nella contea principesca di Gorizia, acquisita soltanto nel 1500 dopo l’estinzione della dinastia comitale goriziana. ... leggi Nel 1662 venne dato alle stampe a Udine L’impero moderno dell’Alemagna, epitome istorica. All’esposizione delle vicissitudini storiche antepose una epistola dedicatoria indirizzata al patriarca di Aquileia Giovanni Dolfin, inserendo inoltre un componimento poetico intitolato All’inclita memoria di Gio. Giuseppe Delfino capitano delle navi contraddistintosi per il particolare coraggio dimostrato durante i combattimenti dell’anno 1654 contro l’antico pericolo rappresentato dall’impero ottomano. Nel 1666 diede alle stampe lo scritto agiografico intitolato Li principali avvenimenti della vita di santa Radegunda gloriosissima regina di Francia, e di Turingia, preceduto anch’esso da una lettera di dedica diretta questa volta «all’illustrissima, ed eccellentissima signora Vienna Contareno Donata generalessa di Palma» insieme con un madrigale offerto al generale Pietro Donato. Trascorso esattamente un decennio, nel 1676, l’I. riuscì a pubblicare ancora una volta presso gli Schiratti di Udine l’agile libretto Il principale vescovado di Munster nel romano-germanico impero, toppo-cronograffica narratione, e due anni dopo licenziò l’opera che ha per titolo La scena de’ tragici amori longobardici: avvenimenti famigliari, e di corte, che da quella bellicosa natione trapiantò il seggio reale in Italia. Fu Paolo Diacono, nella sua Historia Langobardorum, a narrare per la prima volta i tragici fatti, ambientati nel VII secolo, che avevano coinvolto la duchessa Romilda: rimasta vedova del primo duca del Friuli Gisulfo, aveva contratto le nozze con il comandante degli Avari, conquistatori della città di Cividale. L’atroce vicenda del supplizio della duchessa cividalese aveva a suo tempo ispirato un episodio del De casibus virorum illustrium di Giovanni Boccaccio ed è stata ripresa anche da altri autori, tra i quali Nicolò Canussio. Questo scritto, suddiviso in cinque libri, era stato offerto in dono al generale di Palma ed alla sua consorte. Numerosi componimenti vennero poi pubblicati nel corso degli anni Ottanta del Seicento: nel 1680 pubblicò L’austriaca casa reale di Spagna; l’anno successivo Il regno degli Austriaci in Alemagna; nel 1683 venne dato alle stampe Il mostro di fortuna effigiato nella vita di Giovanni Treitenau per sopranome Cischa; l’anno seguente fu la volta della Historia della principale Contea di Goritia nella provincia foro-iuliense, o siasi racconto crono-stemmatograffico di que’ prencipi conti. Quest’opera, divisa in tre libri ed illustrante la storia della contea principesca di Gorizia dalle origini fino agli anni Quaranta del Seicento, venne indirizzata con lettera dedicatoria al conte Francesco Ulderico della Torre che nel 1676 era stato designato rappresentante del Sacro romano impero presso la Repubblica di Venezia, e che deteneva altresì le cariche di capitano della contea principesca di Gradisca e di maresciallo degli Stati provinciali gradiscani; nel 1685 La reale serenissima casa di Lorena: il quarto tra primi quattro duchi del Sacro Romano Germanico Impero, toppo-stemmatograffico delineamento venne dedicata dall’autore al doge veneziano Marc’Antonio Giustinian. Infine, nel 1688, a Venezia fu stampato Il regno de’ Borgognoni. Numerosi sembrano essere gli scritti che non vennero mai dati alle stampe, ma che l’I. stesso riferì di avere composto durante la sua lunga esistenza, come ad esempio le Venete prodezze ed un’Istoria crono-stemmatograffica della monarchia di Francia. Nonostante siano poche le notizie riferibili su tali opere, sembra plausibile inquadrarle nel contesto della consolidata produzione storiografica dell’I., nelle cui intenzioni vi era altresì quella di compilare una ricostruzione del passato delle diverse monarchie europee. Bene informati siamo al contrario su un ulteriore scritto inedito che reca il titolo di Teatro delle glorie friulane, la cui trattazione dovette essere suddivisa in quattro parti. Nel 1824 l’editore udinese Giovanni Domenico Menini diffuse un annuncio in cui invitava i cultori di storia patria a sottoscrivere l’acquisto dell’opera che avrebbe dovuto essere stampata in 8oe venduta ad un prezzo di una lira e cinquanta centesimi in moneta austriaca. A proposito dell’argomento illustrato dall’I. in questo scritto il Menini affermava: «Riconosciutosi in fatti che il predetto manoscritto tratta dell’origine delle città del Friuli, e delle famiglie più celebri, gl’individui delle quali si distinsero nelle armi, nella toga, nelle arti, nelle lettere, nelle scienze pel corso di non pochi secoli, si credette di far cosa grata ai friulani secondando l’altrui desiderio, e pubblicando un’operetta che porta impresso un si bel suggello dell’onor nazionale». Il progetto editoriale non andò tuttavia in porto, presumibilmente perché il numero delle sottoscrizioni non venne ritenuto soddisfacente dall’editore udinese per affrontare l’investimento. Un esemplare di questo manoscritto appartenne un tempo alla biblioteca del conte Rodolfo Coronini, mentre nel 1892 un’altra copia, trascritta nel 1707 dal pievano di Venzone Stefano Moroni, si trovava depositata presso la redazione del periodico «Pagine friulane», donato dal cultore di storia patria don Ferdinando Blasig.

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Bibliografia

Mss BCU, Principale, 611, 612, 613; Ibid., Joppi, 710, tomo C.

G.G. D ’ISCHIA, La storia del conte duca d’Olivares, don Gasparo di Guzman, Udine, Schiratti, 1653; ID., L’impero moderno d’Alemagna. Epitome storica di don […] divisa in libri tre, all’illustrissimo […] Giovanni Delfino patriarca d’Aquileia […], Udine, Schiratti, 1654; ID., Applausi di Palma. Concerti poetici nella partenza da Udine dell’ill. et ecc. sig. Marin Tiepolo provveditor generale […], Udine, Schiratti, 1656; ID., Le gare d’affetto, e gli affettuosi gareggiamenti praticati tra le due non meno reali che serenissime case d’Austria, e di Gorizia, Udine, Schiratti, 1660; ID., L’impero moderno dell’Alemagna. Epitome istorica di don […] divisa in libri tre, all’illustrissimo […] Giovanni Delfino patriarca d’Aquileia […], Udine, Schiratti, 1662; ID., Li principali avvenimenti della vita di santa Radegunda gloriosissima regina di Francia, e di Turingia, Udine, Schiratti, 1666; ID., Il principale vescovado di Münster nel romano-germanico impero. Toppo-cronograffica narratione, Udine, Schiratti, 1676; ID., La scena de’ tragici amori longobardici: avvenimenti famigliari, e di corte, dacché quella bellicosa natione trapiantò il seggio reale in Italia, ricavati dalle tenebre di altissima dimenticanza e ridotti in istoria formata da […] nobile furlano, I-V, Udine, Schiratti, 1678; ID., L’austriaca casa reale di Spagna, Udine, Schiratti, 1680; ID., Il regno degli Austriaci in Alemagna, Udine, Schiratti, 1681; ID., Il mostro di fortuna effigiato nella vita di Giovanni Treitenau per sopranome Cischa, Udine, Schiratti, 1683; ID., Historia della principale contea di Goritia nella provincia foroiuliense, o siasi racconto cronico-stemmatograffico di que’ prencipi conti, di mons. ... leggi […] nobile furlano, arciprete del ducal duomo di Palma, I-III, Udine, Schiratti, 1684 (= Gorizia, Paternolli, 1899); ID., Il re de’ capitani Rodolfo co. d’Asburgo fondatore dell’immortal casa d’Austria regnante, Udine, Schiratti, 1684; ID., La reale serenissima casa di Lorena: il quarto tra primi quattro duchi del sacro romano germanico Impero. Toppo-stemmatograffico delineamento, Udine, Schiratti, 1685; ID., Il regno de’ Borgognoni, Venezia, Cagnolini, 1688.

DBF, 425; B. ASQUINI, Cent’ottanta e più uomini illustri del Friuli, Venezia, Pasinello, 1735 (= Bologna, Forni, 1990), 100-101; LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 400-401; MORELLI, Istoria, III, 308; VALENTINELLI, Bibliografia, 170, no 1176, 209, no 1489, 212, no 1504, 270, no 1988; D. DEL BIANCO, Teatro delle glorie friulane, «Pagine friulane», 5/5 (21 luglio 1895), 1; DI MANZANO, Cenni, 111; FORMENTINI, Contea di Gorizia, 49; P. MANTOVANELLI, In difesa di Romilda. Innamoramento classico e supplizio barbarico in Paolo Diacono, Boccaccio, Niccolò Canussio, in Integrazione, mescolanza, rifiuto. Incontri di popoli, lingue e culture in Europa dall’Antichità all’Umanesimo, Roma, L’Erma di Bretschneider, 2001, 337-354.

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