RAISER DOMENICO ED EREDI

RAISER DOMENICO ED EREDI

tessitori serici

Immagine del soggetto

La Fabbrica premiata velluti damaschi e seterie di Domenico Raiser e figli in via Cairoli, a Udine, 1920 ca., fotografia studio Pignat (Udine, Civici musei, Fototeca).

Oriundi di Ala nel Trentino, Domenico R. e il figlio Leopoldo impiantarono a Udine nel 1840, con la ragione sociale “Domenico Raiser e Figlio”, il primo laboratorio di stoffe seriche. Inizialmente si giovarono di sette telai semplici, aumentati alla fine degli anni Sessanta a tredici più un telaio Jacquard. Gli addetti, pagati a cottimo, erano undici uomini e tre donne, cui era assicurato il lavoro per tutto l’anno. I R. aprirono un deposito delle loro manifatture a Trieste. All’epoca si producevano annualmente centoventi pezze di velluti, «rasati doppi, […] lisci quasi fini, […] mezzani e leggeri per uso di guarnizione», e trenta di damaschi. Tali pezze erano ritenute del tutto comparabili con le migliori di Lione, Parigi, Vienna, Milano e Torino; va puntualizzato che un operaio non riusciva a tessere giornalmente più di quaranta centimetri di velluto. La materia prima, soprattutto organzini di titolo finissimo, era acquistata, oltre che in Friuli, in Lombardia e nel Tirolo meridionale. Questa vicenda aziendale ebbe vita secolare, chiudendosi nel 1954 (l’ultimo imprenditore-tessitore fu Giovanni Raiser). Essa si connotò per il suo carattere artigianale (fino al 1946 furono utilizzati telai a mano): si puntò su una produzione di entità limitata ma di elevata qualità, avvalendosi costantemente di un nucleo di «artefici eccellenti». I R. operarono in un segmento di mercato ristretto ma al tempo stesso qualificato, raccogliendo commissioni sia da negozianti di stoffe che da privati. Morto Domenico nel 1849, Leopoldo e i figli Giovanni Battista e Giuseppe continuarono a fabbricare tessuti serici, attenendosi scrupolosamente nella lavorazione alle norme atte a dar pregio alle loro stoffe e ai loro velluti, ricercati anche a Vienna, Venezia e persino in Francia. Nel 1852 fu introdotta la produzione di fazzoletti di seta e foulard. Nel 1866 Leopoldo aprì una nuova tessitura a Padova, dove morì nel 1883, mentre i figli rimasero a Udine, dividendosi nel 1885 in due aziende distinte, che si avvalevano entrambe, per la tintura, della premiata e rinomata tintoria aperta nel 1878 da Zaccaria R., figlio di Giovanni Battista, il quale per alcuni anni aveva appreso tale arte in Lombardia, Francia e Svizzera. ... leggi A conservare l’originaria ragione sociale fu Giovanni Battista, che diede impulso alla tessitura dei rasi e dei damaschi, conseguendo premi in varie esposizioni provinciali e regionali; un diploma onorifico fu persino ottenuto all’Esposizione di Chicago del 1893. Nella sua fabbrica vi erano dodici telai comuni e due Jacquard per i damaschi, oltre a due incannatoi, un orditoio, un telaio di apprettatura; vi lavoravano sette uomini, sei donne e tre ragazzi. I suoi ricercatissimi prodotti furono smerciati anche in Oriente, fino in India, come pure nelle Americhe e in Australia. Dal canto suo, Giuseppe R. impiantò, insieme con il figlio Gustavo e a Bortolo Saini, un operaio trentino che lavorava presso i R. da più di quarant’anni, un nuovo laboratorio destinato a notevoli progressi. All’inizio del Novecento, in effetti, la ditta “Giuseppe Raiser e C.”, avviata con soli sette addetti, occupava una sessantina di ragazze e tre-quattro uomini, che azionavano una quarantina di telai complessivamente. I prodotti della fabbrica, in virtù della loro finezza e durata, erano ricercati nelle principali piazze commerciali italiane, in primis a Milano, dove la ditta teneva un proprio deposito. A proposito del carattere patriarcale di tale azienda, cui non pochi operai rimasero fedeli per lunghi anni, va menzionato il caso singolare di Leopoldo Asti che, accolto dai R. undicenne, orfano dei genitori, rimase a lavorare ai telai per sessantatré anni, decedendo nel 1937; tra l’altro, egli ebbe a tessere i broccati e broccatelli che adornano la cappella privata del papa in Vaticano. È stato sottolineato che, tra i tessuti usciti dai telai dei R., si distinguono segnatamente «i velluti morbidi, carezzevoli, […] gli spolinati a fiorellini e a motivi capricciosi, i broccati dai fiori vistosi lavorati quasi a ricamo, i broccatelli dai fiori rilevati, i lampassi con i colori paralleli, sempre a motivi floreali». Si attaglia indubbiamente a questa dinastia di abili e appassionati tessitori serici quanto annotò nel 1886 Carlo Kechler, un benemerito della sericoltura friulana: «Malgrado i grandi perfezionamenti della meccanica, le scoperte della chimica, e l’abilità degli industriali che confezionano le stoffe di lana, lino e cotone, il drappo serico è di tale incomparabile superiorità per bellezza, splendore e durata che, se anche di tratto in tratto resta negletto dalla moda o trascurato per falso spirito di democrazia, regnerà sempre sovrano».

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Bibliografia

Fabbrica di velluti ed altre manifatture in seta di Domenico Raiser e Figlio in Udine, «Giornale di Udine», 15 aprile 1869, 1-2; A. ERRERA, Storia e statistica delle industrie venete e accenni al loro avvenire, Venezia, Antonelli, 1870, 245; A. PICCO, Ricordi popolari dall’anno 1820 al 1866 intorno agli operai di Udine e provincia, Udine, Tip. Patria del Friuli, 1884, 136-137; G. FALCIONI, Industrie udinesi in particolare, in G. OCCIONI BONAFFONS, Illustrazione del Comune di Udine, Udine, Tip. G.B. Doretti, 1886, 326-327, 345-346; Le nostre industrie. Fabbrica di velluti, damaschi e sete Giuseppe Raiser e C., «La Patria del Friuli», 16 febbraio 1906, 1; C. ERMACORA, Setaioli di Udine e Gorizia, «Bollettino ufficiale della Camera di commercio industria e agricoltura di Udine», n.s., 6/3 (1952), 3-10; La tessitura della seta «F. Raiser», in Tessuti e tessitura in Friuli dal XIII al XX secolo, Udine, Aviani, 1986, 26; F. BOF, Gelsi, bigattiere e filande in Friuli da metà Settecento a fine Ottocento, Udine, Forum, 2001, 178-180.

Un commento

  • luca raiser 13 Maggio 2017 Rispondi

    Mi chiamo luca raiser, mio padre e i miei zii mi raccontavano la storia dei raiser e della fabbrica tessile, ma non avevo mai visto alcuna immagine, non ne conoscevo la data di fondazione e molte informazioni che quì ho letto. aver trovato queste informazioni mi ha fatto molto piacere, aggiungono un tassello ad una mia conoscenza di un passato che, seppur luntano, è parte della mie origino al di là della mia consapevolezza. Grazie

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