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nobile longobardo

Il longobardo A., «de castro Reunia», compare in un brano della Historia Langobardorum di Paolo Diacono (VI, 3). Si tratta del racconto delle vicende che interessarono il regno di Cuniperto in un periodo di travagliate lotte di potere che interessarono direttamente anche il ducato friulano. Nel 693, infatti, approfittando dell’assenza da Cividale del duca Rodoaldo, A. colse l’occasione per prendere possesso del ducato. Il duca, attraverso l’Istria e Ravenna, si rifugiò però presso il re, a Pavia. Fu forse l’accoglienza e il probabile appoggio assicurati dal re a Rodoaldo o la smisurata voglia di potere di A. che spinsero quest’ultimo a tentare anche la conquista del regno. Ma la fortuna avversa e la probabile disparità delle forze in campo tra i contendenti condussero ad una repentina conclusione questa ribellione, con la cattura di A., avvenuta a Verona, e la sua conseguente fine in esilio dopo che gli fu inferto il tremendo supplizio dell’accecamento tramite l’estirpazione degli occhi. Questa vicenda, che ha tutte le caratteristiche di una trama da romanzo e fa suscitare nell’immaginario quel suggestivo spaccato di intrighi, violenze e scontri tra potenti di cui ci appare intriso il mondo medievale, ha però un gran valore storico poiché ci illustra alcuni delicati equilibri di potere dell’età longobarda. Questo anche perché al racconto e ai luoghi o personaggi ricordati, in particolare A., possiamo ora affiancare anche i dati della ricerca archeologica che ha permesso di verificare come sul colle di S. Pietro a Ragogna esistesse un “castrum” tardoantico-altomedievale, con una chiesa entro la quale fu sepolto, nel primo trentennio del VII secolo, un individuo con un ricco corredo, appartenente alla più alta nobiltà longobarda e forse legato alla corte regia. ... leggi Si tratta probabilmente di un predecessore di A., anche se non è possibile stabilire quale legame vi fosse tra questi personaggi. Sicuramente ci appaiono come alti dignitari che reggevano la fortezza di Ragogna, forse su incarico del re. Inoltre, per quanto riguarda A., si può notare come il signore di Ragogna avesse la possibilità di contare su una buona capacità militare e forse su una certa ascendenza tra la nobiltà locale, in grado di assicuragli quel potere che lo condusse a meditare e attuare la ribellione, non solo contro il duca, ma anche contro il re. Le aspirazioni autonomistiche e la volontà di affermazione dell’aristocrazia longobarda friulana sono infatti una costante nella storia del regno. La possibilità che A. fosse un funzionario del re accentua ancor più questo aspetto. Il legame tra il dignitario di Ragogna e la corona potrebbe infatti essere sottolineato da quell’accenno fatto nel racconto di Paolo Diacono in merito al fatto che A. si mosse contro il duca «absque regis nutu» (senza il consenso del re), che fa in un certo senso trasparire quel rapporto di sottomissione contro cui, probabilmente, si rivolgeva principalmente l’azione del nobile friulano. Importante appare poi la possibilità di collegare questo personaggio della classe dirigente longobarda con un fortilizio sul quale aveva probabilmente giurisdizione. Si tratta di una ulteriore conferma della rilevanza di questi siti come centri di potere, in grado di costituire i nuovi poli della organizzazione territoriale che attorno ad essi sembra definirsi. La possibilità di considerarli come punti di riferimento per il popolamento appare segnalata nel caso del “castrum” di Ragogna, ma anche di altri esempi simili, anche dalla presenza di chiese battesimali che evidentemente costituivano un motivo di attrazione per la comunità circostante. Difficile dire se ciò avesse comportato la definizione già agli albori dell’età medievale di una sorta di ambito di pertinenza territoriale di questi insediamenti. Ciò permetterebbe di ricondurre ai loro controllori, tra cui va inserito appunto A., una funzione giurisdizionale che risulta in grado di accentuare il loro ruolo di potere.

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Bibliografia

PAULI Historia Langobardorum, 45-185; S. LUSUARDI SIENA - L. VILLA, Scavi nel Castrum Reunia, in Scavi medievali in Italia 1994-1995, a cura di S. PATITUCCI UGGERI, Roma, 1998, 179-198; L. VILLA, I centri fortificati tardoantichi-altomedievali del Friuli alla luce dei nuovi dati archeologici, in Paolo Diacono ed il Friuli altomedievale (secc. VI-X). Atti del XIV congresso internazionale di studi sull’alto medioevo (Cividale, 24-29 settembre 1999), II, Spoleto, CISAM, 2001, 825-862.

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