ATTEMS (D’) GIACOMO

ATTEMS (D’) GIACOMO (1526 - 1590)

capitano di Gorizia

Immagine del soggetto

Mura del castello di Gorizia che vennero fortificate da Giacomo d'Attems nel 1566.

Nacque nel 1526 da Girolamo e da Caterina di Orzon. Nominato consigliere dall’arciduca Carlo, dal 1561 fu capitano di Gradisca che, anche grazie alla collaborazione del giurista suo vicario Girolamo Garzoni, amministrò con grande impegno. Curò la redazione di uno statuto proprio della contea (1577 circa) e negli stessi anni si premurò di ridefinire le strutture per l’assistenza dei poveri. Nel timore di un’incursione turca, venne incaricato (1566) di sovrintendere alla fortificazione delle mura del castello di Gorizia. Per questa contea inoltre svolse anche altri compiti importanti: fu delegato dell’imperatore alla dieta goriziana, ma anche delegato degli Stati provinciali alle diete dell’Austria Interna. In tale veste, nella dieta di Bruck an der Mur (1587) si oppose alle richieste mosse da un altro delegato, Annibale d’Eck, volte ad ottenere, nella contea, la libertà religiosa per i riformati. Godette di stima non solo in patria, ma anche presso diversi stati italiani e fu in corrispondenza con le corti di Ferrara e di Mantova. Nel 1586 venne nominato dall’arciduca Carlo precettore di Ferdinando, futuro imperatore, incarico che però l’A. mantenne per soli due anni, rientrando quindi al governo di Gradisca. In seguito fu consigliere e cameriere dello stesso Ferdinando II. Grazie al prestigio acquisito presso la famiglia imperiale, l’A. riuscì a garantire al figlio Ermanno (1564-1611) una brillante carriera politica a Graz e a Praga che valse alla casata la carica di conti dell’impero, concessa da Ferdinando II nel 1630. Morì il 19 agosto 1590.

Bibliografia

MORELLI, Istoria, I, 76-77, 83, 95, 131; IV, 247-248; S. CAVAZZA, L’esperienza dell’Austria interna (1564-1619), in Divus Maximilianus, 183-195: 187; ID., Lingue, società, religione, in Ibid., 285-301: 293; D. PORCEDDA, Giacomo d’Attems, in Ibid., 240-241; TAVANO, Gorizia: Friuli e non Friuli, 66.

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