BELGRADO PASINO

BELGRADO PASINO (1530 - 1587)

medico

Nacque probabilmente a Udine intorno al 1530 da una nobile famiglia friulana. In giovane età si recò presso l’Università di Padova dove intraprese gli studi di medicina e dove per l’anno accademico 1553-54 venne eletto dal corpo studentesco all’autorevole carica di rettore dell’Università artista. Il 26 aprile 1554 gli furono conferiti i gradi “nemine penitus discentiente” e, qualche mese più tardi (14 agosto), ricevette anche le insegne dottorali. Nello stesso periodo, probabilmente nell’ultimo anno del cursus scolastico destinato alla pratica, il B. sembra aver assistito il doge Marcantonio Trevisan († 1554) – che durante il suo breve governo fu afflitto senza tregua da gravi malattie – ottenendo per tale servizio il titolo di cavaliere aurato. Rientrato in Friuli, il B. intraprese l’attività di medico, che svolse tra Udine e Alnicco, dove la famiglia possedeva la residenza di campagna. Morì di morte violenta nel 1587. Dopo la sua scomparsa il vicario del patriarca di Aquileia Francesco Barbaro riuscì a procedere contro di lui per l’accusa di comportamenti immorali. Sequestrati i libri della casa di campagna e fatta perquisire l’abitazione di Udine, il Barbaro istruì il processo già sollecitato nel 1580 dal suo predecessore Leonardo Steyner. Le accuse più gravi rivolte al defunto furono mosse dagli abitanti di Alnicco ostili alla famiglia Belgrado, i cui componenti negli anni si erano resi protagonisti di numerosi scandali. Il B. venne accusato di negromanzia (che sembra sin da giovane abbia effettivamente praticato e approfondito a Padova nei circoli negromantici), di concubinato, per aver preferito alla moglie legittima, la serva, tale Maria la zoppa, già amante del padre e del fratello, di dissolutezza e, infine, di luteranesimo. Dalle voci dei testimoni, dalla biblioteca privata e dai pochi scritti allegati agli atti del processo, si configura tuttavia la personalità di un intellettuale tipico del tempo, culturalmente preparato e aperto agli stimoli scientifici e alla critica religiosa, esito di una formazione avvenuta sia presso le scuole udinesi sia presso l’Università di Padova, centri vitali in cui si dibattevano ancora questioni di natura eterodossa nonostante l’Inquisizione.

Bibliografia

DI MANZANO, Annali, 457; DI MANZANO, Cenni, 32; DBF, 68; CAPODAGLI, Udine illustrata, 536; G.F. TOMASINI, Gymnasium patavinum Iacobi Philippi Tomasini episcopi aemoniensis libris V, Udine, Schiatti, 1654, 409; J. FACCIOLATI, Fasti Gymnasii Patavini, Patavii, typis Seminarii, 1757, 2, 209; G. CICONI, Udine e sua provincia, Udine, Trombetti-Murero, 18622, 325; G. MARCOTTI, Donne e monache quindici secoli di vita friulana tra cronaca e storia, Firenze, Barbera, 1884 (= Udine, Tarantola-Tavoschi, 1975), 236; SPRETI, Enciclopedia, I, 7, 317; SOMEDA DE MARCO P., Medici, 51; G. PAOLIN, L’eterodossia nel monastero delle clarisse di Udine nella seconda metà del ’500, «Collectanea franciscana», 50 (1980), 124-129; Acta graduum academicorum Gymnasii Patavini ab anno 1551 ad annum 1565, a cura di E. DELLA FRANCESCA - E. VERONESE, Roma-Padova, Antenore, 2001, XXI, 121-122, 140.

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