ELLERO GIUSEPPE

ELLERO GIUSEPPE (1879 - 1950)

politico, amministratore pubblico

Immagine del soggetto

Giuseppe Ellero (Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale).

Nacque a Pordenone il 9 luglio 1879 da Enea, combattente tra i Mille di Garibaldi, avvocato, imprenditore e sindaco della città, e Luigia Torossi. Laureatosi in giurisprudenza a Genova nel 1903, aderì al Partito socialista italiano prima del 1899, negli anni degli studi universitari. Nel 1901 partecipò alla prima iniziativa pubblica e, negli anni successivi, a tutte le iniziative del partito, come oratore, pubblicista, organizzatore sindacale e difensore legale degli operai. Fu eletto consigliere comunale a Pordenone nel 1905, 1914 e 1915. Nel 1913, come primo candidato al parlamento dei socialisti nel collegio Pordenone-Sacile, raccolse quasi metà del totale dei voti socialisti in Friuli. L’anno dopo fu eletto in consiglio provinciale, primo socialista del mandamento di Pordenone, e nel 1920 fu riconfermato (in quell’occasione i socialisti ottennero tutti e cinque i seggi del mandamento di Pordenone, pari a metà del gruppo complessivo). Assessore di un’effimera amministrazione comunale radicalsocialista nel 1919, eletta sotto la spinta del movimento dei disoccupati, fu eletto nel 1920 assessore della giunta del sindaco Guido Rosso. Nel 1921, a soli cinque giorni dall’invasione fascista di Pordenone (nella quale venne devastato il suo studio insieme a quello paterno), venne eletto primo deputato socialista pordenonese da una città in sciopero generale. Autore con il compagno Tito Zaniboni della proposta di patto di pacificazione con i fascisti, fu comunque bandito da Pordenone dopo la marcia su Roma e perseguitato insieme con l’anziano padre Enea e il fratello Luigi. Durante la dittatura rimase legato agli ambienti socialisti ed operò per trovare una soluzione imprenditoriale autonoma alla crisi del Cotonificio veneziano di Pordenone, a cavallo tra gli anni Venti e Trenta. ... leggi Profugo a Pordenone durante la seconda guerra mondiale (si era trasferito a Milano durante la dittatura per sfuggire alle persecuzioni fasciste), venne arrestato due volte dai tedeschi nel 1944. Dopo la seconda guerra mondiale, fu di nuovo attivo nelle file prima del Partito socialista italiano di unità proletaria (PSIUP), candidato non eletto al consiglio comunale ed alla Camera dei deputati nel 1946, e poi del Partito socialista dei lavoratori italiani (PSLI). Morì l’11 giugno 1950.

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Bibliografia

ACS, Casellario politico centrale, 1880/71697; ASCPn.

B. STEFFÈ, La guerra di Liberazione nel territorio della Provincia di Pordenone 1943-1944, Pordenone, ANPI-ETS, 1997; G. L. BETTOLI, Una terra amara. Il Friuli Occidentale dalla fine dell’Ottocento alla dittatura fascista, Udine, IFSML, 2003; L. MIO, Gli amministratori comunali di Pordenone dall’Unità d’Italia, Udine, Guarnerio, 2010.

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