FASIOLO ONORIO

FASIOLO ONORIO (1885 - 1948)

ecclesiastico, archeologo, verseggiatore

Immagine del soggetto

Il sacerdote Onorio Fasiolo, 1934 (Gorizia, Archivio fotografico Orsoline).

Nato a Campolongo al Torre, allora nella contea di Gorizia, il 12 marzo 1885, ottenne la maturità nello Staatsgymnasium di Gorizia e quindi seguì il corso di teologia nel Seminario teologico centrale, venendo ordinato sacerdote nel 1907. Esercitò il suo ministero a Cormons, Monfalcone e Gorizia coltivando i suoi interessi archeologici e artistici, ma anche componendo versi in friulano (che però non è quello sonziaco) e affidandoli ai periodici goriziani del tempo (1904-1913). Aquileie, apparso su «L’Almanacco del Popolo» (1906), fu riedito, con altre composizioni similmente retoriche, da F. Spessot nel 1951. Seguì da vicino la raccolta di villotte che allora si faceva nel Goriziano (R. Starec). Sul tema tenne un discorso a Gorizia nella Sala Verdi, come riferì il quotidiano «L’eco del Litorale» del 17 marzo 1910, venendo accusato dai liberali di essere «ultraclericale», benché andasse indirizzandosi sempre più apertamente su posizioni irredentistiche, mettendosi in contrasto col Maionica e con lo Swoboda. Si interessò da vicino alle scoperte dei mosaici teodoriani di Aquileia redigendo un volumetto, I mosaici d’Aquileia (senza tener conto degli aggiornamenti critici della Scuola di Vienna di storia dell’arte), e intervenendo sui problemi della sistemazione degli stessi (S. Tavano, 1997) affermando che «la basilica di Aquileia prima di essere Museo è chiesa» («L’eco del Litorale», 23 maggio 1911). Dal 1913 in poi fu sostenuto dall’arcivescovo Francesco B. Sedej nei suoi studi di archeologia cristiana a Friburgo in Bresgovia e poi a Roma, dove partecipò alla scoperta della “memoria” dei Ss. ... leggi Pietro e Paolo a S. Sebastiano (il de Waal lo dice proveniente da Lubiana). Partecipò alla guerra con la divisa dell’esercito italiano, cosa che ripeté durante la campagna d’Etiopia. Dopo il 1919, con qualche eclissi, ritornò a Campolongo (dov’era noto come “sburtul” [fagiolo]) e divenne (1930-1934) segretario particolare di mons. Sirotti, amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Gorizia, dopo la scomparsa di monsignor Sedej e prima che giungesse l’arcivescovo Margotti. Divenuto direttore del Museo Provinciale, in un clima che, a detta del Marcon, lo rendeva «ardente fiaccola di fede religiosa e italica», dopo che si era meritato «dallo slavismo curiale di allora sanzioni e sofferenze», morì a Gorizia il 6 settembre 1948.

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Bibliografia

O. FASIOLO, La contea principesca di Gorizia e di Gradisca, «L’Almanacco del Popolo», 7 (1907), 57-61; A. FERMO, Recensione di Per il mosaico di Aquileia, «L’eco del Litorale», 23 maggio 1911; O. FASIOLO, Il II corso d’arte sacra e d’archeologia per il clero, ibid., 23 novembre 1912, 1; ID., I mosaici d’Aquileia, Roma, Tiber, 1915; ID., Ein Lampenhangriff im Museum des deutschen Camposanto in Rom, «Römische Quartalschrift für christliche Altertumskunde und für Kirchengeschichte», 29 (1915), 54-58; ID., Un’epigrafe consolare del 394, ibid., 141-143; ID., La pianta di San Sebastiano, ibid., 206-220; ID., Le basiliche di Aquileia e di Grado, in Conferenze e prolusioni, Roma, Ass. cultori di architettura, 1917; ID., Dall’un all’altro Carlo, «L’Idea del popolo», 22 settembre 1934, IV-V; ID., Una storia goriziana scritta nel 1709, «Studi Goriziani», 11 (1948), 93-112.

E. MARCON, Don O. F., «Studi Goriziani», 11 (1948), 165-166; F. SPESSOT, O. F. e la sua opera scientifica, «Aquileia Nostra», 22 (1951), 333-338; ID., Versi friulani di O. F., «Studi Goriziani», 29 (1961), 99-124; TAVANO, Aquileia e Gorizia, 80, 93, 110-111, 114, 127; Il canto popolare ladino, a cura di R. STAREC, III. Friuli orientale, Brescia, Grafo, 2007, 20, 26.

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