ITALIANO PIETRO ANTONIO (1835-1888)

ITALIANO PIETRO ANTONIO (1835-1888)

ecclesiastico, docente

Nacque a Flambro, frazione di Talmassons, comune del distretto civile di Codroipo nella provincia di Udine, allora facente parte del regno lombardo-veneto, il giorno 11 novembre 1835 da Felice Italiano e Maria Biasoni, provenienti ambedue da famiglie di origine contadina. Frequentò il ginnasio arcivescovile di Udine e proseguì il corso teologico presso lo stesso istituto con risultati eminenti; dopo aver ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 14 agosto 1859 dalle mani dell’arcivescovo Luigi Trevisanato, nel 1860 rimase in seminario nella qualità di prefetto di disciplina. La sua predisposizione allo studio, in particolare delle lingue antiche, dovette essere notata da parte del presule, che aveva assunto personalmente l’incarico dell’insegnamento delle lingue orientali nel proprio seminario diocesano; Trevisanato decise quindi di proporre I. all’imperatore Francesco Giuseppe per l’ammissione all’Institutum sublimioris educationis presbyterorum ad sanctum Augustinum di Vienna (Frintaneum), evidenziandone la «capacità distinta”, la “condotta esemplare” e “il più lodevole profitto negli studi» (Gambasin). Il sovrano accolse la raccomandazione e con la suprema risoluzione del 24 agosto 1860 il giovane sacerdote fu accolto nel prestigioso istituto viennese, dove entrò il 20 ottobre successivo, iniziando a frequentare i corsi universitari alla Facoltà teologica della capitale austriaca. Il suo inserimento fu facilitato dalla conoscenza del tedesco e del francese. Nei registri ufficiali fu erroneamente indicato con il nome di Giovanni («Johannes»). La sua permanenza in Vienna si protrasse per 3 anni, sino all’11 novembre 1863. Sostenne gli esami rigorosi in tutte le discipline teologiche previste dal suo piano di studi personalizzato; il profitto complessivo, reputato «bono cum successo», era correlato ad un apprezzamento delle sue doti morali, caratterizzate da «mansuetudo et modestia». Affrontò il tema «de temporali dominio Romanorum Pontificum» in una dissertazione svolta in quattro conferenze, secondo la prassi pedagogica dell’Istituto, scelta che denota un interesse storico giuridico su un tema allora assai dibattuto, quando l’ambiente teologico viennese aveva abbandonato il giurisdizionalismo di stato e l’avvicinamento a Roma era stato sancito dal concordato del 1855. Con I. si concluse la serie degli oltre 50 sacerdoti provenienti dalle 23 diocesi del Lombardo-Veneto ammessi al Frintaneum, nel periodo incluso tra il 1816, anno di fondazione dell’istituto ed il 1866, annessione delle province venete al nuovo regno d’Italia. ... leggi Divenuto Trevisanato patriarca di Venezia nel gennaio 1862, I. fu incardinato nella diocesi veneziana in qualità di segretario del nuovo patriarca (1863) e fece rientro in patria prima di conseguire il dottorato; contestualmente, ottenuta la licenza imperiale, poté concorrere, con successo, alla cattedra di antico testamento bandita dalla facoltà teologica dell’Università di Padova dopo l’estromissione dell’autorevole titolare, l’abate Agnolo Valbusa, anch’egli frintanista, capofila delle istanze riformiste in campo teologico e politico-nazionale di matrice antiasburgica e per tale ragione allontanato dall’insegnamento (autunno 1863). In seguito alla nomina imperiale, il “professore supplente” I. approdò nell’ateneo patavino con l’anno accademico 1863-64, nel momento in cui si profilava l’incipiente decadimento del livello scientifico di quell’antica università, che da centro del dibattito teologico contemporaneo assunse la più modesta funzione di luogo deputato alla formazione dei sacerdoti destinati alla cura d’anime in un contesto prevalentemente rurale (Gambasin); peraltro, dopo l’annessione al regno sabaudo iniziò l’agonia della facoltà teologica, soppressa definitivamente nel 1873. Nonostante gli impegni della docenza, avvalendosi degli esami rigorosi sostenuti a Vienna, I. conseguì il dottorato in sacra teologia, discutendo a Padova le tesi “ex universa theologia” il 5 agosto 1865. All’ordinariato nella materia dell’esegesi sublime vetero testamentaria egli associò anche l’insegnamento di lingue semitiche in qualità di supplente, tra il 1867 e il 1873; nel contempo, grazie alle competenze in campo giuridico, ricoprì l’ufficio di consigliere del tribunale per le cause matrimoniali dagli anni 1864-65 fino al 1875. Nell’agosto 1873 le autorità italiane, dopo la soppressione della facoltà, permisero agli ormai radi studenti iscritti di portare a termine l’anno accademico assicurando a tre docenti un trattamento economico ridotto: tra essi I. curò le lezioni di introduzione ai libri del nuovo testamento e di archeologia biblica. Fu proprio nelle materie bibliche che il profondo legame tra Vienna e Padova emergeva, come rivela la scelta di mantenere l’indirizzo filologico-scientifico che il predecessore Valbusa aveva appreso in Austria. L’impegno universitario non lo distolse dall’esercizio del proprio ministero sacerdotale, soprattutto nel campo dell’educazione catechistica dei fanciulli, della predicazione e dell’amministrazione del sacramento della confessione. Alla fine dell’esperienza accademica, dalla quale traeva il principale sostentamento, I. lasciò Padova alla volta di Cremona, ove assunse l’incarico di precettore privato della nobile famiglia Soranzo Vidoni, mantenuto sino al 1880, quando fece ritorno nella diocesi natale per partecipare al concorso bandito in seguito alla morte del pievano e vicario foraneo di Mortegliano. Il paese era al tempo centro di un comune di oltre quattromila abitanti posto nella pianura friulana a sud di Udine e parrocchia di libera collazione arcivescovile. In qualità di unico concorrente, I. superò positivamente l’esame l’8 aprile 1880 dinanzi all’arcivescovo Andrea Casasola che ne decretò l’investitura il giorno stesso. Il sindaco del luogo espresse al presule la soddisfazione per la scelta di una personalità che poteva promettere pace e prosperità materiale quanto spirituale. L’immissione canonica ebbe luogo il 10 ottobre 1880, alla presenza di Francesco della Savia, arciprete di Palmanova; per l’occasione, gli otto sacerdoti in cura d’anime ivi operanti diedero alle stampe la prima sintesi storica relativa a Mortegliano ed alla sua pieve redatta su fonti documentarie da Vincenzo Joppi ed espressamente dedicata al nuovo titolare. Nel corso della sua breve permanenza alla guida della comunità parrocchiale morteglianese, interrotta dalla morte improvvisa che lo colse a soli 56 anni il 14 febbraio 1888, le sue spiccate doti intellettuali e morali si distinsero in modo più incisivo nell’impegno che I. spese a favore del nascente movimento cattolico friulano (Tessitori), similmente a quanto fatto negli anni padovani, quando fu a capo della locale associazione cattolica; a Mortegliano esisteva un circolo cattolico sorto nel 1878 per difendere i diritti del papato e della chiesa contro gli attacchi del liberalismo imperante. Sotto il profilo pastorale, il parroco I. curò la mobilitazione spirituale dei fedeli incentivando le locali confraternite già esistenti ed incrementando il numero degli ascritti al Terz’ordine francescano secolare. Le sue spoglie mortali riposano nel cimitero di Mortegliano.

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Bibliografia

Archivio diocesano di Vienna (DAW), Frintaneum, Karton 1820-1913, Testimonium die 15 octobris 1864; ACAU, Anagrafe, 458; Collazione di benefici, 1880-1885, A-O, f. n. 1; Mortegliano, Archivio parrocchiale, Libro storico della pieve di Mortegliano, registro, n. 437; Liber defunctorum ab anno 1841 ad annum 1889, registro, n. 36; Sedute [della commissione fabbricaria], registro, n. 383; Stato personale del clero della città ed arcidiocesi di Udine, Udine, 1859-1863.
P. ITALIANO, Theses ex universa theologia quas in caesarea regia scientiarum Universitate Patavina pro obtinendo doctoris in sacra theologia gradu academico publice defendendas suscepit Petrus Antonius Italiano archidioeceseos Utinensis presbyter et studiorum biblicorum Veteris Foederis ac Linguarum Orientalium in eadem Universitate professor supplens die V augusti MDCCCLXV, Patavii, Typis seminarii, 1865.
[V. JOPPI], Mortegliano e la sua pieve, cenni storici per la fausta circostanza in cui il r.mo don Pietro dottor Italiano già professore di studii biblici all’Università di Padova entra al governo spirituale della cura, Udine, Patronato, 1880; T. TESSITORI, Storia del movimento cattolico in Friuli, 1858-1917, Udine, Del Bianco, 1964, 30; A. GAMBASIN, Il clero padovano e la dominazione austriaca, 1859-1866, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1967, 309, 400-403; W. GOLDENITS, Das Höhere Priester-Bildungsinstitut für Weltpriester zum Hl. Augustin in Wien oder „Das Frintaneum“ bzw. „Das Augustineum“, Wien 1969, 235; R. TIRELLI, Mortean, per una storia di Mortegliano, Udine, La nuova base, 1977, 68; A. GAMBASIN, Il Frintaneum di Vienna e i testimonia sui professori della facoltà teologica dell’Università di Padova dal 1816 al 1873, in Quaderni per la storia dell’Università di Padova, 15 (1982), 61-104; ID., Theses in sacra teologia nell’Università di Padova dal 1815 al 1873, Trieste, LINT, 1984, 462-465.

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