MARPILLERO CORRADI EMMA

MARPILLERO CORRADI EMMA (1896 - 1985)

pittrice, scrittrice

Nacque a Udine il 2 maggio 1896; il padre Antonio apparteneva ad una famiglia nobile di origini venzonesi. Fu amica d’infanzia di Tina Modotti. Si iscrisse all’Istituto magistrale udinese, dove apprese i rudimenti dell’arte da Dante Broglio, stimato e noto maestro di disegno, concludendo gli studi ad Arezzo nel 1914. Dopo alcuni anni si trasferì a Firenze, dove fu ammessa al secondo anno dell’Accademia di belle arti. Qui conobbe illustri insegnanti, fondamentali per la sua formazione culturale: frequentò il corso di decorazione tenuto da Galileo Chini, quello di figura di Augusto Bastianini e quello di disegno di Emilio Andrè. Ospite di una zia, moglie del nipote del celebre Alessandro Herzen, professore di anatomia ed esule russo, M. entrò in contatto con gli ambienti culturali fiorentini, stringendo legami d’amicizia con Carlo Sbisà, Ugo Ojetti, Bruno Corra e soprattutto con Tommaso Marinetti, che la coinvolse in una serie di serate futuriste al teatro della Pergola a Firenze e poi a Siena. Collaborò con la rivista «L’Italia futurista», divenuta centro nevralgico dei dibattiti e delle polemiche che coinvolgevano soprattutto le donne futuriste. Il numero 4 del 1916 della rivista pubblicò l’opera per cui M. rimane nella storia delle avanguardie: una tavola “parolibera” intitolata Silenzio – Alba sull’esempio delle composizioni verbovisive di Marietta Angelini. L’artista udinese assembla una criptica rappresentazione in cui fonde lettere e segno grafico: il silenzio di una città ancora dormiente viene rotto dal tocco di campane, indicate da caratteri di diversa dimensione che precipitano da una schematica torre e dalle sillabe «bau» e «buf», l’abbaiare di un cane; in primo piano, lungo una strada deserta, l’onomatopea «frufrufruuuu…» segnala la presenza di nere monache dall’ampia tonaca, simboleggiate da due grandi lettere «V» rovesciate che contemporaneamente alludono e si trasformano nelle campane cadute. ... leggi Si applicò anche nell’acquarello, nell’acquaforte e nella ceramica, cui dedicò particolare attenzione. Dopo il matrimonio nel 1922, si trasferì a Verona dove rilevò la fabbrica di ceramiche Cantagalli. Tra i precursori della valorizzazione delle arti applicate, partecipò alle mostre del Friuli Occidentale, presentando nel 1923, oltre ad alcune acqueforti, dei piatti ornati e nel 1925 un arazzo e alcune lampade decorate, assieme alle consuete ed amate ceramiche. Dal 1940 era residente a Terni, città d’origine del marito, dove insegnò storia dell’arte e disegno presso il Liceo classico e l’Istituto magistrale. È stata anche poetessa e fondatrice del Fogolâr furlan dell’Umbria. Morì a Terni nel 1985.

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Bibliografia

K. COSSETA, Ragione e sentimento dell’abitare, la casa e l’architetture nel pensiero femminile tra le due guerre, Milano, Franco Angeli, 2000, 50, 87; L’arte delle donne nell’Italia del Novecento. Atti del convegno, a cura di L. IAMURRI - S. SPINAZZÉ, Roma, Meltemi, 2001, 39-40; M. BENTIVOGLIO - F. ZOCCOLI, Le Futuriste italiane nelle arti visive, Roma, De Luca, 2008, 35-38; Futurismo, 401-402.

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