MONTI GUIDO (1888-1917)

MONTI GUIDO (1888-1917)

tenente, medaglia d’oro

Immagine del soggetto

Guido Monti in un ritratto di Giuseppe Modica.

Nacque a Pordenone l’11 ottobre 1888 da Gustavo, avvocato originario di Tolmezzo, e Rosa Bonin di Pordenone. M. fu l’ultimo di tre fratelli: Alberto (1883-1947), esercitò la libera professione come ingegnere a Pordenone assumendo anche alcuni incarichi amministrativi; la sorella Gemma nell’aprile del 1901 si unì in matrimonio con Giovanni Antonio Centazzo, erede del “Setificio Eugenio Centazzo” di Prata di Pordenone. Dall’ambiente famigliare M. apprese i valori e gli ideali risorgimentali e patriottici: il padre, consigliere comunale e provinciale, poi deputato liberale del Regno e infine senatore dal 1909, aveva preso parte nel 1864 alla spedizione in Val Trompia comandata da Ergisto Bezzi che doveva collegarsi agli insorti friulani a Navaróns attraverso il Cadore; due anni più tardi fu al seguito di Garibaldi nella campagna del Trentino. Mentre la nonna, Elena Linussio, pronipote dell’imprenditore tessile Iacopo, era sorella dell’ingegner Andrea, sindaco di Tolmezzo dal 1884 al 1895. Questi prima dell’Unità d’Italia fu responsabile insieme con Michele Grossi del Comitato segreto di Tolmezzo e in seguito ospitò nella sua villa i patrioti carnici con il pieno sostegno della moglie Luigia Micoli Toscano, attiva cospiratrice antiasburgica. M. compì gli studi superiori a Udine presso il locale Istituto tecnico, diplomandosi nella sezione commercio-ragioneria, e con quel titolo dopo un concorso fu assunto nel personale civile del Ministero della Marina. Con l’entrata in guerra dell’Italia nel maggio del 1915, M. decise di non avvalersi del suo stato di riformato e neppure volle usufruire dell’esonero dal servizio militare previsto per i dipendenti civili del Ministero, chiedendo invece espressamente di essere arruolato nell’esercito. Nel febbraio del 1916 la sua richiesta venne accolta: conseguì la nomina di sottotenente della milizia territoriale e fu assegnato al 5° Reggimento artiglieria da fortezza, e nel novembre dello stesso anno fu posto a disposizione del comando della difesa contraerea di Venezia. Ma le milizie territoriali, di cui M. faceva parte, raramente collaboravano alle azioni dell’esercito e questa condizione frustrava le sue aspirazioni patriottiche, tanto che si sottopose a diverse visite mediche con lo scopo di ottenere l’idoneità e poter quindi prendere parte attiva alla guerra. ... leggi Alla terza visita fu finalmente riconosciuto idoneo e venne inviato a frequentare a Mestre un breve corso di addestramento. Con sua grande soddisfazione nel febbraio del 1917 fu trasferito presso il comando della III armata, che operava nella zona del Carso, in qualità di ufficiale osservatore di fanteria con il compito di controllare le mosse del nemico dagli osservatòri dell’altopiano, fornire informazioni ai comandi e, quando necessario, ricompattare i reparti che si disperdevano durante i combattimenti. Tutte missioni molto impegnative che M. svolse con tenacia nonostante i suoi problemi fisici e le numerose ferite riportate, che gli valsero nel giugno dello stesso anno la promozione a tenente. M. fu in prima linea nella decima battaglia dell’Isonzo (maggio 1917) e nell’undicesima (agosto ’17). In quest’ultimo combattimento il 21 agosto 1917 perse la vita nel settore del Faiti, guidando all’assalto di propria iniziativa un reparto del 73° reggimento fanteria rimasto privo di comandante. Per questa prova, con il Regio decreto del 3 marzo 1918 gli venne conferita la medaglia d’oro al valore militare. La salma di M. fu rinvenuta solo cinque anni più tardi, nell’inverno del 1922, a quota 378 m del Dosso Faiti presso Castagnevizza e venne accolta a Redipuglia, prima nel Cimitero degli Invitti della Terza Armata del Colle di Sant’Elia, poi nel Sacrario ‘dei Centomila’ sulle pendici del Monte Sei Busi, dove il suo nome è inciso nella lapide n. 25136. Infine, i suoi resti vennero traslati presso il cimitero monumentale di Pordenone nel tumulo di famiglia. Nel 1925 a Pordenone venne dedicata alla memoria di M. una scuola tecnica (l’attuale scuola secondaria di 1° grado ‘Centro Storico’), mentre il 23 aprile 1929 Umberto di Savoia inaugurò nella stessa città il monumento ai caduti e scoprì un busto bronzeo, opera di Luigi De Paoli, dedicato a M collocato nell’aula magna della scuola primaria ‘A. Gabelli’. Nello stesso luogo il 4 marzo 2013 sono state collocate sotto al busto la medaglia d’oro e la pergamena con la motivazione dell’onorificenza.

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Bibliografia

ASU, Fondo Leva, liste di estrazione, classe 1888, reg. 5, atto 806 (Pordenone).
Bibliografia: Per la medaglia d’oro a Guido Monti, «Giornale di Udine», 17 marzo 1918; MINISTERO DELLA GUERRA, Militari caduti nella guerra nazionale 1915-1918. Albo d'oro, vol. 27: Veneto. Provincie di Belluno e Udine, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1964, 903; Le Medaglie d'oro al Valore Militare 1917, a cura di G. CAROLEI, G. GREGANTI, G. MODICA, Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare d'Italia, Roma, Tipografia regionale, 1968, 112-113; N. PES, Decorati al valor militare della provincia di Pordenone, 2. ed., [Pordenone, Provincia di Pordenone], 2001, ad vocem; Medaglia d’oro a Monti, ieri la consegna, «Messaggero Veneto», 5 marzo 2013; M.L. GASPARDO AGOSTI, Guido Monti unica medaglia d'oro a un pordenonese nella Grande guerra, «La più bela fameja», LII/3 (2017), 21; Monti Guido, in Presidenza della Repubblica. Onorificenze (http://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/12524).

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