OTTOCARI (DEGLI) OCINO II

OTTOCARI (DEGLI) OCINO II

conte di Cordenons

O. II, conosciuto anche come Ozi (diminutivo di Ozinus, derivante da Ottocaro-Otakar), è un nobile tedesco discendente della famiglia degli Ottocari, margravi e duchi di Stiria, da cui proviene anche il patriarca di Aquileia Poppone (1019-1042). O. era infatti fratello di Poppone, figlio di Irenburga e Otger-Ocino-Ozi I, ricordato nel 993-94 come «Walpot comes et missus domini Ottonis regis» in Carinzia. Il padre, erede degli Ottocari conti nel Chimegau che con l’aiuto degli Ottoni si erano stabiliti nel X secolo in Carantania, appare dunque un personaggio di rilievo nel periodo ottoniano: non solo come conte di Carinzia, ma anche quale rappresentante del re nella regione transalpina, che in quel momento faceva parte del ducato di Baviera, su cui si estendeva il dominio della casa di Sassonia. L’importanza della famiglia stiriana, fondatrice dell’abbazia di Ossiach, traspare anche dal destino che i figli di Ozi I riuscirono a perseguire in particolare nella regione friulana, anch’essa pertinente all’epoca al ducato di Baviera. Come il fratello patriarca, anche O. II ebbe un ruolo di un certo peso nelle dinamiche di potere che interessarono in particolar modo i territori della destra Tagliamento. La fonte più esplicita che ricorda il personaggio è infatti un diploma di Corrado II del 1028 con il quale l’imperatore concedeva al patriarca Poppone lo sfruttamento, a fini venatori, della selva posta nel comitato friulano tra l’Isonzo ed il Fiume, ad esclusione dei domini del monastero di Sesto al Reghena e del «predium Ocini comitis quod vocatur Curtis Naonis». O. II, oltre a rivestire la carica di avvocatura del monastero di Ossiach ed essere ricordato in altri diplomi, rispettivamente del 1027 e 1051, come conte in Baviera, probabilmente nella regione dello Zeidelgrau, appare dunque il proprietario dell’importante ed antica corte regia che si estendeva nell’area tra Pordenone e Cordenons, lungo un tratto delle più significative arterie di percorrenza del Friuli medievale. ... leggi Non si è a conoscenza della via attraverso la quale O. II venne in possesso di tali beni che, data la loro originaria natura fiscale, poterono essere oggetto di un donativo imperiale sia al padre, in qualità di messo regio, sia al fratello patriarca. Proprio la natura dei diritti vantata dai signori stiriani su questo territorio pare comunque segnalare che, per lo meno all’epoca in cui vennero nelle mani di O. II, facevano parte del loro patrimonio familiare. Sicuramente dal secondo quarto dell’XI secolo, grazie all’attività di O. II, il possesso si trasformò in signoria, soggetta al dominio dinastico, tanto che i discendenti si fregiarono di questo titolo come ricorda il predicato “de Naun” legato al loro nome. Nel 1056 un altro documento ricorda infatti Ottone I di Naun (vale a dire di Cordenons): si tratta del figlio e successore di O. II che in quel momento doveva già essere morto. I suoi discendenti non tennero a lungo nelle loro mani il dominio delle terre friulane nell’area pordenonese. Nel 1136, morto Ottone II conte di Naun e nipote di O. II, al dominio degli Ottocari seguì, per via di eredità testamentaria, quello degli stiriani Traungauer. La vicenda di O. II e della sua schiatta nel territorio friulano appare dunque un momento particolarmente significativo, risultando un precoce esempio di quei processi di espansione di diritti signorili nel territorio che risulterà assai fecondo nella proliferazione dei poteri locali in età feudale.

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Bibliografia

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