PERESSUTTI ENRICO

PERESSUTTI ENRICO (1908 - 1976)

architetto

Immagine del soggetto

Lo storico Vittorio Peri.

Immagine del soggetto

La torre Velasca a Milano, progettata da Enrico Peressutti con il gruppo BBPR, 1958.

Figlio del costruttore Giovanni Battista e di Marzia Scatton, entrambi di Pinzano, nacque nel paese sul Tagliamento, in provincia di Pordenone, nel 1908. Con la famiglia si trasferì a cinque anni a Craiova in Romania. Tornò in Italia nel 1917, compiendo un lungo viaggio attraverso Russia, Finlandia, Svezia, Norvegia, Inghilterra e Francia per raggiungere altri conterranei profughi a Napoli. Ritornò, nel 1919, nuovamente a Craiova, dove compì gli studi liceali (1921-1927) ottenendo il baccalaureato. Quindi si trasferì a Milano per iscriversi alla Scuola di architettura del Politecnico, dove incontrò i futuri soci, Gian Luigi Banfi, Alberico Barbiano di Belgiojoso e Ernesto Nathan Rogers. Rinunciò a collaborare con il padre in Romania e fondò, dopo la laurea conseguita nel 1932, insieme ai tre compagni di studi, il gruppo BBPR (via Borgonuovo a Milano fino al 1939, quindi presso il chiostro di S. Simpliciano), che svolse un ruolo rilevante nell’ambito del razionalismo italiano. È noto che i BBPR si rifiutavano di distinguere i rispettivi ruoli e contributi, anzi spesso sacrificavano le inclinazioni personali, ma, a detta dei biografi Bonfanti e Porta, nel periodo prebellico si distinguevano due orientamenti, uno più aperto a vie “avventurose” con Banfi e P., e l’altro ortogonale, rappresentato da Belgiojoso e Rogers. P. entrò a far parte della redazione della rivista «Quadrante» (1933-1936) e nel 1935 diventò membro dei CIAM (Congressi internazionali di architettura moderna). La prima opera realizzata dal gruppo fu la Casa del sabato per gli sposi (con Piero Portaluppi), per la Triennale milanese del 1933. Dell’anno successivo è il progetto di concorso per il palazzo del Littorio su via dell’Impero a Roma (con Figini, Pollini e Danusso), quindi l’allestimento di alcune sale della Mostra dell’aeronautica italiana a Milano e della Mostra del mare a Trieste; infine al 1935 risale la realizzazione di villa Morpurgo a Opicina. ... leggi Il gruppo BBPR nel 1936 fu coinvolto nell’elaborazione del piano urbanistico per la Valle d’Aosta e per la città capoluogo, un progetto che, nelle intenzioni di Adriano Olivetti che ne coordinava la progettazione, aveva l’obiettivo di indicare un nuovo modello di sviluppo territoriale e urbano, nel quale l’architettura aveva il compito di coniugare sociale e umano. Nello stesso anno i BBPR curarono alcuni degli allestimenti per la VI Triennale, tra i quali le sale della Coerenza (con le sculture di Fausto Melotti) e delle Priorità italiche. Nel 1938 il gruppo progettò la colonia elioterapica di Legnano e nel 1940 il palazzo delle Poste all’E42 a Roma, due opere che evidenziano il rigore del loro razionalismo che avrebbe portato Bruno Zevi a qualificarli come «calvinisti». P. venne richiamato alle armi nel 1941 e inviato sul fronte russo come interprete di rumeno. Alla fine del 1942 si ammalò di tifo e nel 1943 ritornò a Milano. Pochi mesi dopo il gruppo si disperse, poiché Rogers trovò rifugio in Svizzera, mentre Banfi e Belgiojoso vennero arrestati e deportati. P. entrò a far parte del movimento Giustizia e libertà e, dopo l’armistizio, fece parte del comitato militare del CLN (Comitato di liberazione nazionale). Nel 1944 sposò l’architetto Emma Pasquinelli e l’anno dopo nacque la figlia Marina. Nell’aprile 1945 Banfi morì nel campo di concentramento di Gusen e, al loro rientro a Milano, i tre componenti del gruppo decisero di continuare l’attività con la sigla BBPR in onore dell’amico scomparso. Curarono la redazione delle direttive e, in seguito, il piano regolatore di Milano (1945-1946). Il nome dei BBPR è legato a una delle opere più significative del dopoguerra, il monumento ai caduti nei campi di sterminio nazisti nel cimitero monumentale di Milano, realizzato in tre versioni, la prima delle quali si colloca nel 1945 (le altre nel 1947-1950 e 1955), opera del solo P.: il motivo della griglia spaziale in tubolare metallico era già stato affrontato in altri progetti dei BBPR, quali il progetto di concorso per il monumento alla vittoria in piazza Meda a Milano, e da P. in una proposta di casa ideale, richiestagli da «Domus» nel 1942, che consisteva in un cubo di cristallo. Entrò a far parte della rivista «Metron» (1946), quindi fu socio effettivo dell’INU (Istituto nazionale di urbanistica) e relatore per l’Italia al CIRPAC (Comité International pour la Résolution des Problèmes de l’Architecture Contemporaine) a Zurigo (1947). A partire dal 1951 iniziò l’attività di docente, in particolare all’estero: insegnò composizione architettonica alla Architectural Association School di Londra (1951-1952), quindi al MIT di Boston (1952), alla Princeton University (1953-1959) e alla Yale University (1957, 1962). Nel 1955 ottenne la docenza negli Stati Uniti per architettura e composizione architettonica, mentre in Italia tenne alcuni seminari presso l’Istituto universitario di architettura di Venezia (1957-1959). La sua attività lo portò spesso a lavorare all’estero, non solo per insegnamento, ma anche per motivi professionali: oltre all’Europa e agli Stati Uniti, si recò in Messico, Brasile, India e Kuwait. Dopo aver curato la ristrutturazione del palazzo della Borsa a Milano, come sede per la Camera di commercio (1950), nello stesso anno i BBPR progettarono quello che viene considerato l’edificio più significativo della loro attività, la torre Velasca a Milano (1950-1958, con Danusso), nella quale deflagra quel recupero della storia che sancisce il superamento del razionalismo e realizza il concetto di «mutazione nella tradizione» che Rogers sviluppò nella rivista «Casabella». Sempre come studio BBPR, curò la ristrutturazione del Piccolo Teatro a Milano (1952), la realizzazione di abitazioni INA casa ad Albizzate, Baggio, Casorate, Sempione, Gambolò, Gazzada Schianno, Pinerolo Po, Sedriano (1953), il quartiere CEP di borgo S. Sergio a Trieste (1955). Risalgono al 1954 il restauro e la sistemazione dei Musei del castello Sforzesco di Milano, che hanno il loro fulcro nella collocazione della Pietà Rondanini di Michelangelo. Seguirono, nel 1958, il padiglione italiano all’Expó di Bruxelles (con Ludovico Quaroni, Adolfo De Carlo e Giuseppe Perugini), la realizzazione del padiglione del Canada alla Biennale di Venezia, dove ritorna il percorso espositivo a spirale già impiegato nel Labirinto dei ragazzi ideato per la X Triennale (1954), e il palazzo per uffici in via Meda a Milano (1958-1969). L’attività di P., oltre che all’architettura, si volse anche al design: si ricordano gli arredamenti per uffici Spazio e Arco per Olivetti, gli orologi elettrici a palette rotanti per la Solari di Udine, le lampade per Artemide e l’allestimento dedicato alla sedia Thonet al MOMA di New York nel 1953. Della sua «straordinaria inventiva plastica e fantastica», oltre che «della sua calda affettività» resta testimonianza nel ricordo che Gillo Dorfles ha voluto dedicare all’amico, in occasione del centenario, in una lettera indirizzata alla figlia. P. morì a Milano nel 1976.

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Bibliografia

E. BONFANTI - M. PORTA, Città, museo e architettura. Il gruppo BBPR nella cultura architettonica italiana 1932-1970, Firenze, Vallecchi, 1973; Enrico Peressutti gruppo architetti BBPR. L’uomo l’architetto l’artista nel centenario della nascita, Pinzano al Tagliamento, s.n., 2008, 1-6.

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