Nato a Cervignano (Udine) nel 1895, P. s’inserisce con autorevolezza nella tradizione del canto corale friulano d’autore iniziata negli ultimi anni del secolo XIX. Anch’egli fece parte di quella nutrita schiera di musicisti che hanno reso il Friuli un territorio in cui le associazioni musicali amatoriali costituivano una variegata realtà, fatta di cori, bande e orchestre d’ogni genere. Una realtà diffusa in modo capillare anche nell’Isontino, che ha contribuito in maniera significativa alla divulgazione e diffusione musicale e, non ultimo, ad un’acculturazione in senso lato di vasti strati della popolazione. Partecipe dei due conflitti bellici e dei drammatici eventi della guerra civile, P. visse con forte spirito critico le contraddizioni dell’Italia degli anni Settanta. Figura eclettica e polivalente, nel corso della sua esistenza è stato per quarant’anni maestro elementare, sempre insofferente verso la burocrazia e l’ipocrisia che facevano parte di questo ambiente, ma ugualmente dedito con affetto all’educazione dei bambini. All’insegnamento egli costantemente affiancò la propria vocazione musicale, vissuta all’insegna del più nobile dilettantismo e praticata in molteplici ambiti. Fu così direttore di coro, organista, compositore, insegnante di strumento e addirittura pianista che accompagnava sotto lo schermo gli spettacoli cinematografici. Il tutto ad offrire l’immagine di un nobile artigianato che spesso assunse le vesti dell’arrangiatore, trascrittore ed elaboratore di molti brani. Orgoglioso del suo essere autodidatta, debitore di un sistema scolastico che allora prevedeva un nutrito numero di ore di educazione musicale nella formazione dei futuri insegnanti, a partire dalla fine della prima guerra mondiale P. dedicò ben ventisei anni della propria vita all’esperienza musicale liturgica. «Agnostico che scrive pei preti», egli fu sempre consapevole di aver molto imparato dal continuo confronto con i problemi che questo esercizio gli poneva. ... leggi Dopo il secondo conflitto bellico, intensificò invece le proprie esperienze corali, sia come compositore che come direttore, scrivendo le opere alle quali tuttora il suo nome è legato. La sua scrittura, nella varietà degli atteggiamenti espressivi suscitati dai testi poetici musicati e dei procedimenti compositivi adottati, sembra trovare un comune denominatore nella «germanica robustezza» (Leonardi) della condotta accordale. Il suo catalogo, condizionato dalla molteplice attività di direttore di coro e influenzato da suggestioni provenienti dalla musica d’ispirazione popolare e leggera, comprende musica sacra e liturgica, corale profana, talvolta nata dall’elaborazione di motivi popolari oppure da occasioni strettamente legate alla vita scolastica, musica leggera, alcune operine per bambini, quali Colombo fanciullo e Il piccolo Haydn, e l’operina in tre atti con danza Cenerentola, che ebbe un notevole successo. La creazione di rapsodie, tra cui Flôrs di Prât a cui il suo nome è indissolubilmente legato, si inserisce nel filone di rifacimenti di motivi popolari friulani inaugurati da Cesare Augusto Seghizzi con Gotis di Rosade. Tramite la libera rielaborazione delle villotte friulane, esente da atteggiamenti filologici, ma pur sempre efficace nella comunicazione musicale e spettacolare, anche queste opere di P. contribuiscono a rendere attuali i repertori che appartengono a civiltà ormai lontane nel tempo. Alla memoria del maestro, morto a Gradisca (Gorizia) nel 1978, il comune di Gradisca ha dedicato alcune iniziative, tra cui un concerto annuale che permette di mantenere vivo il suo nome.
ChiudiBibliografia
L. BRESSAN, Il maestro Giovanni Pian, «Sot la nape», 23/2 (1971), 33-42; Giovanni Pian [necrologio], ibid., 30/3-4 (1978), 151; I. MONTIGLIO - E. SCLAUZERO, La poesia friulana nelle composizioni di Giovanni Pian, Fiumicello, Coro Lorenzo Perosi, 2003; IID., Giovanni Pian. Vita e opere, Gradisca d’Isonzo, Comune di Gradisca d’Isonzo, 2004.
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