RABATTA GIUSEPPE ANTONIO

RABATTA GIUSEPPE ANTONIO (1610 - 1683)

vescovo

Nacque a Gradisca d’Isonzo intorno al 1620 (la data 6 febbraio 1625 riportata dal Morelli è sicuramente errata), da Antonio e Felicita di Colloredo, sposati nel 1618. La famiglia fu elevata nel 1622 alla dignità baronale e nel 1634 a quella comitale. Il padre era molto stimato alla corte austriaca; nel 1621 divenne capitano di Gradisca e dal 1638 fino alla morte (1650) fu ambasciatore imperiale a Venezia. Il R. si immatricolò nel 1632 al Collegio gesuitico (Università) di Graz. Nel 1639, grazie alle pressioni del padre e dello zio Rodolfo di Colloredo, priore dell’ordine, venne ammesso a Praga nel priorato di Boemia dei cavalieri di Malta. Imbarcato nel 1641-42 sulle navi dell’ordine, fu poi al seguito del generale Ottavio Piccolomini in Spagna e nelle Fiandre. Dopo le campagne militari prese servizio a corte, in qualità di gentiluomo di camera. Nel 1654 l’imperatore Ferdinando III lo nominò capo della guardia del corpo del suo primogenito Ferdinando. Alla morte di questi (1654) ebbe l’incarico di maresciallo di corte del terzogenito dell’imperatore, l’arciduca Karl Joseph (1649-1664), che nel 1661-1662 divenne vescovo di Passau, di Breslavia e di Olmütz. Subito dopo la morte del giovanissimo prelato, il R. entrò nello stato ecclesiastico. Il 16 aprile 1664 l’imperatore Leopoldo I lo nominò vescovo di Lubiana; la conferma papale seguì due mesi dopo, l’ordinazione in novembre ad opera del vescovo di Trieste, il goriziano F. M. Vaccano. Nel 1667 il R. fu proposto dall’imperatore come successore di Vittor Grimani nel lucroso beneficio di abate commendatario di Rosazzo, ma gli venne invece preferito il cardinale Flavio Chigi, nipote di papa Alessandro VII. Come vescovo il R. fu molto attivo; già nel 1665 convocò il sinodo diocesano e cominciò le visite pastorali alla sua diocesi. ... leggi Nonostante applicasse scrupolosamente i decreti del concilio tridentino e combattesse gli ultimi residui di luteranesimo, concesse ai sacerdoti l’utilizzo della traduzione slovena della Bibbia del protestante Jurij Dalmatin. Fu un grande costruttore di chiese nello stile barocco dell’epoca; portò a termine anche il sontuoso edificio della residenza vescovile estiva a Goričane. Prese in mano a Lubiana la direzione delle misure contro la peste che fece strage nelle province austriache nel 1679-1683, emanando un Directorium agendorum tempore pestis, che fu anche pubblicato a stampa. Colto, poliglotta, collezionista di libri e di carte geografiche, il R. rappresenta il tipico nobile goriziano del Seicento ben introdotto a corte per le benemerenze della propria famiglia; passò senza difficoltà dagli incarichi civili a quelli ecclesiastici nei territori imperiali, essendogli preclusa ogni possibilità di carriera nella diocesi aquileiese. Morì a Lubiana il 28 febbraio 1683.

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Bibliografia

G.A. RABATTA, Directorium agendorum tempore pestis, Graecii, haeredes Wimanstadii, 1680.

F.M. DOLINAR, in Die Bischöfe des Heiligen Römischen Reiches 1648 bis 1803: ein biographisches Lexikon, hg. von E. GATZ, Berlin, Duncker und Humblot, 1990, 356; MORELLI, Istoria, III, 337-340; DE RENALDIS, Memorie, 443; F. M. DOLINAR, Podoba ljubljanske škofije v rimskih poročilih škofa Jožefa Rabatte (1664-1683), «Bogoslovni vestnik», 40 (1980), 368-394; C. DONATI, Nobiltà goriziana e Ordine di Malta nei secoli XVII e XVIII: storia di un rapporto e di una controversia, «Annali di storia isontina», 1 (1986), 33-43; S. CAVAZZA - G. CIANI, I Rabatta a Gorizia, Gorizia, Libreria editrice goriziana, 1996, 7-8, 118-119; 132-133; J.G. DOLNIČAR, Zgodovina ljubljanske stolne cerkve (Historia cathedralis ecclesiae Labacensis), ur. A. LAVRIČ, Ljubljana, Založba ZRC, 2003, indice.

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