Il R., esponente di un ramo laterale di una nobile famiglia di giureconsulti aretini, nacque a Padova negli ultimi decenni del Quattrocento. I dati biografici iniziali sono scarni: divenne prete in data non precisata e dottore in diritto canonico e civile negli anni Venti del Cinquecento. A partire dal 1510 pubblicò diversi libri di argomento letterario e giuridico, alcuni dei quali ristampati più volte. Aderì ben presto alle idee della Riforma, come si può dedurre da una lettera indirizzata a Filippo Melantone il primo agosto 1530 e da una lettera ricevuta da Francesco Negri, esule per motivi religiosi, da Strasburgo il 5 agosto 1530. Abitò a Padova e a Venezia e dal 1529 al 1532 fu cappellano del vescovo di Concordia Giovanni Argentino. Dal 15 aprile 1532 al 26 ottobre 1548 fu parroco di Maron di Brugnera, nel contado di Porcia. Di lui restano il battistero in pietra, con la significativa iscrizione: QUI CREDIDERIT ET BAPTIZATUS FUERIT, SALVUS ERIT. I. D. XXXVIIe un registro autografo dei conti della fabbriceria. Diffuse le idee della Riforma tra alcuni conti di Porcia e in particolare in un gruppo di artigiani, tra cui spicca il cognato Antonio «de l’oio». Fu in contatto con personaggi rilevanti del movimento riformatore veneto, come Pier Paolo Vergerio vescovo di Capodistria, gli editori Andrea Arrivabene e Vincenzo Valgrisi, Cornelio e Girolamo Donzellino, Francesco Stella, Andrea Ugoni, il medico di Porcia Orazio Brunetto e altri a Venezia, Oderzo, Portobuffolè, Serravalle. ... leggi Nell’ottobre del 1548 il R. lasciò Maron per stabilirsi a Venezia, dove si dedicò alla produzione di libri che si proponevano di diffondere le nuove idee religiose in modo coperto. Nel 1549 pubblicò il Discorso di penitenza […] da un ragionamento del […] cardinal Contareno, nel 1551 le Considerationi devote intorno alla vita e passione di Christo e la traduzione dei sermoni di Teodoreto di Ciro, Della provvidenza di Dio. Partecipò anche al gruppo che preparò a Venezia e pubblicò a Lione nel 1551 il Nuovo Testamento tradotto da fra Massimo Teofilo, Le semenze de l’intelligenza del Nuovo Testamento dello stesso, Le dotte e pie parafrasi sopra le Pistole di Paolo a’ Romani, Galati ed Ebrei di Cornelio Donzellino, e il libretto Come Christo è il fine della legge, traduzione della prefazione di Calvino alla Bibbia. Il R. chiese anche al nobile udinese Giovanni Onesti di rivedere la traduzione del Trattato della santa Cena di Calvino, testo che rimase invece manoscritto. Nel 1549 pubblicò inoltre due libri sulla nobiltà: Due dialoghi, in cui sostenne tra l’altro la liceità della simulazione, e una riedizione del Discorso di nobiltà di Marco della Frata e Montalban. In seguito ad un sequestro di libri proibiti avvenuto il 22 e 23 giugno 1551 in casa del patrizio Pietro Cocco, presso il quale abitava, il R. fu arrestato e sottoposto a processo dall’Inquisizione di Venezia il primo luglio e il 26 settembre, infine abiurò e fu assolto il 3 novembre con una sentenza di riconciliazione, che prevedeva 25 ducati di multa, il rogo dei libri sequestrati e il domicilio coatto a Venezia. L’imputato tenne un atteggiamento nicodemita: non confessò specifiche dottrine eretiche, ma ammise soltanto alcune idee sospette sulla fede e le opere, il culto dei santi, i meriti, i poteri delle autorità ecclesiastiche, ricavate da un manoscritto autografo sequestrato. Dopo il processo, pubblicò nel 1552 Il ritratto del vero governo del prencipe, un’opera senza riferimenti espliciti a dottrine religiose, ma volta a rivestire il crudo realismo politico di Machiavelli con l’idealismo pacifista di Erasmo, due concezioni differenti e allora pericolose, che l’autore presenta combinate nella figura di Cosimo I de’ Medici, in cui gli eterodossi italiani riponevano delle speranze. Non si conosce la data esatta della morte del R., avvenuta certamente prima dell’aprile del 1556.
ChiudiBibliografia
L.P. ROSELLO, Il ritratto del vero governo del prencipe (1552), edizione critica a cura di M. SALVETTI, Milano, Angeli, 2008 (con ampia bibliografia).
L. PERINI, Ancora sul libraio-tipografo Pietro Perna e su alcune figure di eretici italiani in rapporto con lui negli anni 1549-1555, «Nuova rivista storica», 51 (1967), 363-404; A. DEL COL, Note biografiche su Lucio Paolo Rosello (ultimi decenni del secolo XV - 1556), «Bollettino della società di studi valdesi», 97 (1976), 109-119; ID., Lucio Paolo Rosello e la vita religiosa veneziana verso la metà del secolo XVI, «Rivista di storia della Chiesa in Italia», 32 (1978), 422-459; ID., Eterodossia e cultura fra gli artigiani di Porcia nel secolo XVI, «Il Noncello», 46 (1978), 9-76.
Nessun commento