FUBIARO GIAN PIETRO

FUBIARO GIAN PIETRO (1585 - ?)

pittore

Immagine del soggetto

Particolare della pala con L'incoronazione della Vergine di Gian Pietro Fubiaro nella chiesa della Santissima Trinità  a Mortegliano, 1643.

Nato a Udine nel 1585 da Giovanni Paolo e da Savina, si firmò talvolta «Fubiarus», più spesso «Fabiarius». Il suo cognome viene da alcuni studiosi storpiato in Faberius, Fasiario o Fabiano. Sposò nel 1619 Taddea Beltramis da cui ebbe dodici figli. Fu un buon suonatore e come poeta in lingua friulana fece parte, con il soprannome di Ritit, della così detta “Brigata udinese”, ma le sue rime non sono giunte a noi. Non molti sono i documenti relativi alla sua vita: sappiamo che nel 1629 in casa di Maffio Zucchi a Udine esisteva un suo dipinto di paesaggio; che nel 1638 fece citare, forse per un lavoro non pagato, il pievano di Lestans e nel 1643 i camerari di Percoto. Nel 1641 eseguì un gonfalone per la chiesa di Carpeneto, per la quale nel 1652 restaurò una pala; nel 1642 dipinse i ceri per la Confraternita del Santissimo nel duomo di Udine. Tutte queste opere sono andate perdute. Le fonti ricordano anche un suo dipinto nella cappella Torriani del duomo di Aquileia e copie di ritratti di vescovi fatte nel 1633 per le monache di S. Chiara e per il duomo di Cividale. Ideò, riprendendola da una lastra tombale, l’immagine del beato Bertrando spedita ai Bollandisti e pubblicata nel 1691. Della sua produzione pittorica si conoscono tre pale d’altare firmate e datate: una raffigurante la Sacra Famiglia, siglata e datata 1642, nella chiesa di S. Giuseppe a Montegnacco, una seconda del 1643 con L’incoronazione della Vergine nella chiesa della SS. Trinità a Mortegliano; ed una terza del 1651 con Le Sante Barbara, Agata, Lucia e Apollonia, nel santuario di Ribis. Gli vengono anche attribuiti dipinti nella chiesa di Oltris di Ampezzo, nella parrocchiale di Talmassons e nelle chiese udinesi della Beata Vergine delle Grazie, di S. Giacomo e del Redentore. ... leggi Discontinuo nello stile, caratterizzato da figure per lo più attonite e bloccate nel movimento, il F. mostra i caratteri tipici delle scuola friulana del primo Seicento, avvicinandosi in tal modo a Fulvio Griffoni e ad Eugenio Pini con il quale può essere confuso. Il suo miglior dipinto è la pala di Mortegliano, per la buona impaginazione e il gradevole squarcio paesaggistico, quasi compendio dell’universo, con mare e isole, montagne e alberi frondosi ed animali.

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Bibliografia

DI MANIAGO, Storia, 283; JOPPI, Contributo quarto, 41; G. BIASUTTI, Note d’archivio su pittori del ’600 in Friuli, Udine, AGF, 1973, 26-27; G. BERGAMINI, Arte e artisti nel territorio di Mortegliano, in Mortean, 395-397; ID., Fubiaro, Pietro, in AKL, 46 (2005), 29-30.

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