KURET NIKO

KURET NIKO (1906 - 1995)

filologo, etnologo, studioso di teatro, scrittore

Immagine del soggetto

L'etnologo Niko Kuret.

Naque a Trieste nel 1906 da Franc e Ana Žagar. Il bisnonno, di cognome Martina, era originario di Raccolana e, come altri friulani, si trasferì in Slovenia verso la metà dell’Ottocento, ovvero all’epoca della costruzione della ferrovia Vienna-Trieste. K. frequentò la scuola elementare in lingua tedesca a Trieste, ma a causa del primo conflitto mondiale la famiglia si trasferì a Celje, dove egli continuò gli studi fino alla maturità, conseguita nel 1926. Nel 1930 si laureò in romanistica e letteratura comparata a Ljubljana e insegnò nella scuola media superiore in varie città della Slovenia. Il teatro si rivelò uno dei primi interessi di K., che ideò la rivista «Ljudski oder» [La scena popolare] (1934-1940) e ricostruì una serie di drammi popolari, prevalentemente a sfondo religioso, pubblicando anche una collana di testi teatrali. In questa attività si riflette la predisposizione di K. alla ideologia religiosa di stampo cattolico. Nel 1934 fondò a Kranj il primo teatro di marionette. Gli interessi per il teatro indirizzarono K. verso gli studi etnografici e nel 1946 ottenne una seconda laurea in etnologia, disciplina cui in seguito si sarebbe dedicato completamente. Dal 1954 al 1979, infatti, fu attivo presso l’Accademia slovena delle scienze e delle arti di Ljubljana, all’interno dell’Istituto di etnologia slovena, di cui era stato uno dei fondatori. Negli anni Cinquanta K. si distinse quale iniziatore del film etnografico sloveno, concepito come strumento di documentazione e ricerca. Promosse, anche a livello internazionale, la creazione di strumenti bibliografici destinati alla ricerca etnologica. Notevole fu inoltre il suo impegno dedicato all’attività del gruppo “Alpes orientales” in cui, dal 1956 agli anni Settanta, collaborarono studiosi, tra questi anche Gaetano Perusini, le cui ricerche si rivolgevano a questioni riguardanti l’interazione culturale fra il mondo romanzo, slavo e germanico. ... leggi Nel secondo dopoguerra K. intuì l’importanza di sviluppare l’etnologia anche in una dimensione applicativa dedicandosi, per esempio, alla diffusione della cultura popolare attraverso i mezzi di comunicazione di massa, oppure implementando la relazione fra etnologia e turismo o, ancora, ricostruendo segmenti della tradizione popolare. Dal 1955 al 1972 compose numerosi radiodrammi, soprattutto per Radio Trst A, per cui scrisse anche serie di trasmissioni radiofoniche su temi di etnografia. L’opera di K. è molto ampia e raggiunge una valenza internazionale. Nella fase iniziale della ricerca, approfondì il tema dei giochi per ragazzi per concentrarsi in seguito sul teatro, sulla festa e sulle maschere popolari. Vale la pena mettere in luce alcune opere della produzione di K., quali Duhovna drama [Il dramma religioso] (1981), relativo alla storia del teatro religioso, e Slovenska koledniška dramatika [La drammatica slovena delle questue natalizie ed epifaniche] (1986); di notevole importanza, anche nella prospettiva comparatistica, risulta lo studio sistematico delle feste e degli usi calendariali degli sloveni, contemplato nell’ampia monografia che supera le milleduecento pagine Praznično leto Slovencev [L’anno festivo degli sloveni] (1965-1970, 19892, 19983), di cui nel 1996 apparve anche l’edizione ridotta in lingua tedesca Das festliche Jahr der Slowenen. In questo gruppo di opere si inserisce inoltre Jaslice na Slovenskem [I presepi in Slovenia] (1981). Le ricerche incentrate sul tema delle maschere sono state invece pubblicate in numerosi saggi, sia in Slovenia che all’estero, e sono confluite nella monografia Maske slovenskih pokrajin [Le maschere delle regioni slovene], edita nel 1984. In quasi tutte le opere citate l’autore tiene conto, in varia misura, dei fenomeni individuati presso la comunità di lingua slovena in Italia e, in particolare, in due saggi, redatti in lingua italiana, mette in luce alcuni aspetti dell’interazione fra friulani e sloveni: Maschere e mascheramenti rituali degli sloveni lungo il confine friulanosloveno (IV, Firenze, 1966, 79-90) e La maschera di Scaramatte tra friulani e sloveni, in Drammatica popolare nella Valle Padana (Modena, 1977, 523-531). La tradizione dei mascheramenti nella dimensione europea è invece descritta nella voce Maschere e mascherate nella tradizione popolare europea (Enciclopedia universale dell’arte, IV, Venezia-Roma, 1964, 887-893). In Slovensko Štajersko pred marčno revolucijo 1848 [La Stiria slovena prima della rivoluzione di marzo 1848] (1985, 1987, 1989, 1993) vengono in parte pubblicati i dati di inchieste realizzate in quell’area nella prima metà dell’Ottocento. È uscito postumo il volume Opuscula selecta. Poglavja iz ljudske kulture (1997), che raccoglie alcuni saggi di K. in francese, italiano e tedesco e ora tradotti in sloveno. K. fu redattore di varie riviste scientifiche e specialistiche, tra cui «Traditiones», e fu insignito dei premi Pitrè nel 1955 e 1971, Herder nel 1966, Sklad Borisa Kidriča nel 1972 e Murko nel 1988. Grazie ai risultati ottenuti in campo scientifico, nel 1989 fu eletto membro onorario dell’Accademia slovena delle scienze e delle arti di Ljubljana e, due anni più tardi, membro effettivo. Si spense a Ljubljana nel 1995.

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Bibliografia

Kuret Niko, [a cura di M. JEVNIKAR], in PSBL, 9 (1983), 224-225; V. NOVAK, Življenje, osebnost, raziskovalno delo in pomen Nika Kureta za slovensko etnologijo, «Etnolog», 5 (1995), 51-70; M. MATIČETOV, Čar zelenja * Skrivnosti krinke, sredozimke in drugo pod Kuretovim, in N. KURET, Opuscula selecta, Ljubljana, SAZU, 1997; R. DAPIT, Appunti per una ricerca sui riti di carnevale lungo il confine friulano-sloveno: l’eredità di Niko Kuret, «Traditiones», 30/1 (2001), 235-251; H. LOŽAR PODLOGAR - M. RAMŠAK - I. SLAVEC GRADIŠNIK, Kuret, Niko, in Slovenski etnološki leksikon, a cura di A. BAŠ et al., Ljubljana, Mladinska knjiga, 2004, 272-273; Čar izročila. Zapuščina Nika Kureta (1906-1995), a cura di I. SLAVEC GRADIŠ IK - H. LOŽAR PODLOGAR, Ljubljana, Založba ZRC, ZRC SAZU, 2008.

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