VALENTINELLI GIUSEPPE

VALENTINELLI GIUSEPPE (1805 - 1874)

ecclesiastico, bibliografo

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Il bibliografo Giuseppe Valentinelli.

Nato a Ferrara il 22 maggio 1805 da Francesco, giureconsulto famoso per le sue pubblicazioni di carattere giuridico e civile, dal 1808 visse a Padova, dove la famiglia si era trasferita. Entrato nel Seminario vescovile, fu ordinato sacerdote nel 1829, quindi, sempre a Padova, si laureò in filosofia nel 1833 e in teologia l’anno successivo. Dopo alcune esperienze di cura d’anime in città e a Piove di Sacco (1820-1833), nel 1835 iniziò a insegnare filosofia presso il Seminario gregoriano di Belluno, che nel 1838 lasciò per la direzione della Biblioteca del Seminario di Padova. Nel 1841 entrò, in qualità di vicebibliotecario, nella Biblioteca Marciana di Venezia (alla quale era associato il Museo archeologico) e quattro anni dopo ne assunse la direzione, come prefetto. Morì il 17 dicembre 1874. Fu non tanto storico, quanto codicologo, bibliografo, editore di fonti e promotore culturale, diffondendo la conoscenza di raccolte di manoscritti, di libri, di reperti archeologici e di documenti. Compì viaggi, oltre che in Italia e in Austria, anche in Dalmazia, Svizzera, Germania, Boemia, Spagna e Olanda, pubblicando saggi riguardanti biblioteche di luoghi visitati, su riviste sia italiane che austriache. Si conta una novantina di suoi lavori editi, fra libri, articoli, opuscoli, scritti d’occasione e recensioni. Collaborò agli «Atti dell’imperial regio Istituto veneto di scienze, lettere ed arti» (poi regio), all’«Archivio veneto» e al «Gondoliere. Giornale di scienze, lettere ed arti» di Venezia; al «Giornale euganeo di scienze, lettere ed arti» di Padova, a «L’Istria» di Trieste, alla «Circolare della Libreria italiana» di Milano, al «Giornale delle biblioteche», all’«Archivio storico italiano»; agli «Österreichische Blätter für Literatur und Kunst», all’«Archiv für Kunde österreichischer Gerichts-Quellen», al «Notizenblatt: Beilange zu Archiv für Kunde österreichischer Gerichts-Quellen» e alle «Sitzungsberichte der Phil. ... leggi-Hist. Classe der K. Akademie der Wissenschaften» di Vienna; alle «Abhandlungen der K. Bayerische Akademie der Wissenschaften» di Monaco ed alle «Abhandlungen der K. Böhmischen Gesellschaft der Wissenschaften in Prag». L’entità e la diffusione di queste collaborazioni sono significative dell’attività di V. e della stima e della fama da lui riscosse, soprattutto nell’ambito dell’Impero asburgico; alle pubblicazioni si aggiungeva l’appartenenza a numerose associazioni culturali: l’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, la Deputazione veneta di storia patria, l’Accademia di scienze, lettere e arti di Udine, la Società storico-archeologica degli slavi meridionali di Zagabria. Si aggiungeva altresì un ricchissimo epistolario, di cui si conserva qualche migliaio di lettere, fra quelle ricevute da studiosi d’Italia e d’Europa e quelle inviate loro. Dopo la Bibliografia della Dalmazia e del Montenegro (Zagabria, 1855), con i Supplementi (Zagabria, 1862), gli articoli Delle biblioteche della Spagna. Commentario, nelle «Sitzungsberichte der Phil.-Hist. Classe der K. Akademie der Wissenschaften» (1860), e Delle biblioteche e delle società scientifico-letterarie della Neerlandia. Commentario, nella stessa rivista (1861), del 1863 è l’Esposizione di rapporti fra la Repubblica Veneta e gli Slavi Meridionali. Brani tratti dai Diarj di Marino Sanudo esistenti nell’I. R. Biblioteca di S. Marco (Venezia) e, degli anni immediatamente successivi (1864-1866), i Regesta documentorum Germaniae historiam illustrantium, nelle «Abhandlungen der K. Bayerische Akademie der Wissenschaften». La più vasta opera di V., volta a valorizzare il patrimonio librario della Marciana, è costituita dai sei tomi Biblioteca manuscripta ad S. Marci Venetiarum, digessit et commentarium addidit J. V., pubblicati a Venezia fra il 1868 e il 1873, per un complesso di oltre 2.100 pagine. Nel frattempo, nel 1854, il governo austriaco, tramite l’Accademia delle scienze di Vienna, aveva invitato V. a rendere nota la documentazione, conservata proprio nella Marciana, relativa alla presenza asburgica in Italia. In quest’ottica nacquero i lavori sul Friuli, che si collocano negli ultimi vent’anni della vita del prefetto. Fra il 1854 e il 1857, con il titolo Zur Geschichte der Patriarchen von Aquileja, egli pubblicò a puntate sul «Notizenblatt: Beilange zu Archiv für Kunde österreichischer Gerichts-Quellen», regesti tratti da due codici della sua Biblioteca. Nel 1854, a Praga, V. presentò la memoria Degli studi sul Friuli, pubblicata l’anno successivo nelle «Abhandlungen der K. Böhmischen Gesellschaft der Wissenschaften in Prag»: in essa, dopo avere messo in rilievo i rapporti fra il Friuli e Praga (nei secoli XIV-XV, con gli imperatori di Lussemburgo), svolgeva una carrellata sulle fonti storiche a partire dall’età romana ed auspicava, come obiettivo di futuri lavori, l’edizione di quelle più importanti per la storia friulana del medioevo da parte di un’équipe di studiosi, con una guida unica; nella prospettiva di queste pubblicazioni, perché fossero evitate ripetizioni con quanto già compiuto, V. rilevava la necessità di disporre di una bibliografia ragionata, per soggetti, e di un elenco dei manoscritti. Tre anni dopo, del prefetto usciva a Vienna proprio il Catalogus codicum manuscriptorum de rebus Foroiuliensibus: codici conservati nella Biblioteca Marciana, suddivisi secondo le località interessate e descritti dettagliatamente; nel 1861, a Venezia, era edita la Bibliografia del Friuli, con la sovvenzione dell’Accademia delle scienze viennese: 3.655 opere, relative soprattutto alla storia, ma anche ad altri aspetti della regione (come la geografia e la topografia). L’ordine è quello, prima, degli argomenti (dalla storia ecclesiastica a quella letteraria, alle “costumanze”…), poi, alfabeticamente, delle città e dei paesi del Friuli; per quelli particolarmente ricchi di cultura, sono inserite suddivisioni ulteriori; per esempio, riguardo ad Aquileia, si hanno: topografia, Attila, storia ecclesiastica, soppressione del patriarcato, concili e costituzioni sinodali, liturgia, patriarchi e loro rappresentanti, poesia, archeologia e numismatica; la ricerca degli argomenti è agevolata dai rimandi interni e dagli indici. Negli anni in cui preparava la sua opera più conosciuta di argomento friulano, il Diplomatarium Portusnaonense (1865), V. pubblicò l’edizione, senza commento, di un altro interessante manoscritto conservato nella Marciana e relativo al territorio di Gorizia e Gradisca (1861), quindi, insieme con Emanuele Cicogna e Teodoro Toderini, per le nozze della coppia aristocratica costituita da Maria di Strassoldo e Michele Locatelli, una raccolta di documenti sulle famiglie Strassoldo e della Torre, reperiti in gran parte da V. stesso in codici manoscritti della Marciana e nell’archivio privato Montereale Mantica (1863). Il Diplomatarium Portusnaonense (Wien) raccoglie 396 documenti, in edizione o in regesto, datati fra il 1029 e il 1521 e in maggioranza relativi alla storia di Pordenone, che fra il XIII secolo e l’inizio del XVI era sottoposta agli Asburgo. La ricerca documentaria fu molto ampia e portò l’autore da Venezia al municipio di Pordenone, all’archivio privato dell’amico Pietro Montereale Mantica, dov’erano custodite numerose pergamene, e infine a Vienna. Si tratta di una ricostruzione storica affidata esclusivamente alle fonti stesse, in maggioranza inedite, anche se non mancano documenti già pubblicati da Verci e da Bianchi. In tal modo V. completava, per una parte del Friuli, la pubblicazione di materiali di ricerca e di studio avviata con il Catalogus codicum manuscriptorum e la Bibliografia del Friuli: un Friuli collocato, secondo la concezione e l’esperienza culturale dell’autore, nell’Europa asburgica.

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Bibliografia

G. VALENTINELLI, Degli studî sul Friuli. Memoria letta alla reale Società boema delle scienze, in Praga, li 23 ottobre 1854, «Abhandlungen der K. Böhmischen Gesellschaft der Wissenschaften in Prag», s. V, 9 (1855); ID., Catalogus codicum manuscriptorum de rebus Foroiuliensibus ex Biblioteca Palatina ad d. Marci Venetiarum, «Archiv für Künde österreichischer Gerichts-Quellen», 18 (1857), 331-473; ID., Bibliografia del Friuli, Venezia, Tip. del Commercio, 1861; Copia tratta fedelmente da un prezioso manoscritto (codice) esistente nella Biblioteca di S. Marco in Venezia, a cura di ID., Torino, Tip. Falletti, 1861; Documenti storici delle famiglie comitali Strassoldo e della Torre, a cura di G. VALENTINELLI - E. CICOGNA - T. TODERINI, Venezia, Tip. del Commercio, 1863; Diplomatarium Portusnaonense, a cura di G. VALENTINELLI: Diplomatarium Portusnaonense. Series documentorum ad historiam Portusnaonis spectantium quo tempore (1276-1514) domus Austriacae imperui paruit, hinc inde lectorum cura et opera Iosephi Valentinelli, Bibliothecae Palatinae Venetiarum praefecti. Quaedam praemittuntur annorum 1029-1274, Wien, 1865 (Fontes rerum Austriacarum. Österreichische Geschichts-Quellen, herausgegeben von der Historischen Commission der Kaiserlichen Akademie der Wissenschaften in Wien, zweite Abtheilung, Diplomataria et Acta, XXIV. Band) [= Pordenone, Concordia Sette, 1984, Presentazione di L. Padovese (Documenti e studi per la storia concordiese. Fonti di storia pordenonese, 1)]; Diplomatarium Portusnaonense. Appendici, a cura di A. ORNELLA, Pordenone, Concordia Sette, 1991 (Documenti e studi per la storia concordiese. Fonti di storia pordenonese, 2).

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