CORONINI CRONBERG CARLO MARIA ERNESTO

CORONINI CRONBERG CARLO MARIA ERNESTO (1870 - 1944)

pittore

Immagine del soggetto

Il conte Carlo Maria Ernesto Coronini Cronberg con la moglie Olga Westphalen von Fürstenberg, 1895 (Gorizia, Fondazione Palazzo Coronini Cronberg).

Immagine del soggetto

Carlo Maria Ernesto Coronini Cronberg, a sinistra, con la moglie e i figli, 1915 ca. (Gorizia, Fondazione Palazzo Coronini Cronberg).

C. (talvolta indicato come iunior per distinguerlo dal prozio Carlo, podestà di Gorizia) nacque nel capoluogo giuliano da Alfred Heinrich Ernst Richard Gustav e da Karoline von Zahony nel 1870 e vi morì nel 1944. Fu il padre di Guglielmo, artefice dell’omonima Fondazione e della successiva donazione alla città isontina. Fu artista molto prolifico: sono state catalogate oltre cinquecento sue opere, tra dipinti e incisioni. Probabilmente grazie allo stimolo dello zio, tra gli organizzatori della I Esposizione artistica goriziana nel 1887, C. si dedicò precocemente alla pittura. Nel 1892 si recò a Venezia, dove i fermenti culturali, sotto l’egida dell’Accademia, erano ancora molto vivaci. Qui conobbe Pietro Fragiacomo, affermato vedutista, rimanendo colpito dalla capacità del maestro nel rappresentare il paesaggio dal vero interpretandolo emotivamente, e Vettore Zanetti Zillia (allievo di Guglielmo Ciardi, come Fragiacomo), noto per l’abilità nella resa dei giochi di luce sull’acqua. Il suo patrimonio culturale venne arricchito, durante un soggiorno romano, dall’incontro con Enrico Coleman, esponente del gruppo di paesaggisti della campagna capitolina, e con Filiberto Petiti, rigoroso verista, addolcito poi in tarda età da venature malinconiche. Nel 1895 C. sposò la nobile Olga Westphalen von Fürstenberg, dalla quale ebbe tre figli: Nicoletta, Francesco Giuseppe e il più noto Guglielmo. Allo scoppio della grande guerra si ritirò con la famiglia a Wöllan (ora Velenje in Slovenia). Rientrato negli anni Venti nella città natale, il pittore raggiunse una discreta padronanza tecnica marcando la propria pittura con tratti tradizionalisti e accademici. ... leggi Abbandonata la ritrosia ad esporre in pubblico, nel 1929 fu presente alla II Esposizione goriziana delle belle arti con due opere: Dintorni di Gorizia e Natura drammatica, recensite positivamente su «L’Isonzo». Nel 1933 partecipò con due dipinti (un paesaggio stiriano e una veduta del Collio) alla III Esposizione sindacale di belle arti del capoluogo isontino, dove ottenne un favorevole riscontro per la correttezza formale. Episodiche e timide furono le aperture alle correnti d’avanguardia: ne La fabbrica a Piedimonte il tono di colore e l’atmosfera rarefatta richiamano solo superficialmente i modelli di Mario Sironi. Per il resto C. parve restare estraneo ai fermenti più innovativi del pur vivace ambiente goriziano, nonostante conoscesse artisti del calibro di Tulio Crali e Edoardo Del Neri, presenti nelle collezioni della Fondazione Coronini Cronberg. Il paesaggio di C. si distingue per una rappresentazione della natura intrisa di romanticismo, che appare la protagonista assoluta: l’elemento umano è quasi sempre assente e le architetture presenti paiono svolgere la funzione di “quinta” di vallate e foreste. I soggetti prediletti sono le vedute di Gorizia, dei suoi dintorni, del castello, dell’Isonzo e infine, durante la “cattività” bellica, dell’amato castello di Wöllan con la sua vallata. Alternò tempera e olio su cartone pressato alla pittura su tela, avvalendosi del disegno come elemento per costruire e definire il dipinto (ne sono testimoni alcuni quaderni con schizzi di prova). Analoghe considerazioni si possono fare anche per quanto riguarda la ricca produzione di stampe realizzate tra il 1934 e il 1940: pur distinguendosi nelle acqueforti per la correttezza formale, il suo disegno rimane estraneo alle tecniche innovative proposte ad esempio da Crali o dalle sorelle Lea e Fides D’Orlandi, restando fedele invece all’incisione di stampo ottocentesco. Il conte C., nonostante la prolifica attività pittorica, è stato a lungo trascurato dalla storiografia fino al 1994, anno in cui gli sono stati dedicati a Gorizia una mostra e un catalogo che lo hanno parzialmente rivalutato.

Chiudi

Bibliografia

A. RICCIO, Un pittore goriziano, «Studi Goriziani», 7 (1929), 101-103; F. MONAI, Artisti degli Anni Venti a Gorizia nel clima della cultura centroeuropea, ibid., 50 (1979), 53-62; A. GALLAROTTI, Il parco Coronini, Monfalcone, EdL, 1992; Carlo Coronini Cronberg pittore di luoghi, a cura di L. PILLON - S. SORRENTINO - E. UCCELLO, Monfalcone, EdL, 1994; Paesaggi e vedute, a cura di M. MALNI PASCOLETTI - S. FERRARI BENEDETTI, Torino, Allemandi, 2003, 39-40.

Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *