È il più noto tra i capimastri sloveni che operarono nelle Valli del Natisone nel Quattrocento: artigiani legati al mondo tardo gotico tedesco-slavo, che spesso lasciavano il nome inciso su epigrafi murate nelle chiese di loro costruzione. A.v. L. è legato alla realizzazione delle chiese di S. Giovanni d’Antro (1477), di Porzus (1477), di Brischis e di Ponikve, nel goriziano (1480 circa). A lui si possono assegnare anche le chiese di S. Brizio a Volarje presso Tolmino (1475) e quella del cimitero di Boreana a Caporetto. Era originario della storica cittadina di Skofja Loka nella regione della Gorenjska (Alta Carniola, nel nord della Slovenia), nei pressi di Lubiana. Come capomastro-architetto ebbe alcuni seguaci tra cui il maestro Petrich, autore della chiesa di S. Quirino a San Pietro al Natisone (1495), il maestro Lucas per le chiese di S. Silvestro a Merso di Sotto e S. Leonardo a Cividale, e il maestro Gaspar (o Caspar) per quella di S. Bartolomeo a Ciubiz (1521). Probabilmente la sua presenza in Friuli venne promossa dal sacerdote Clemente Naistoth, figlio di Bernardo da Loka, che operava prima come cappellano a San Pietro al Natisone e poi nel 1480 assunse il titolo di vicario di S. Pietro. Questo uomo di cultura e conterraneo di A., mantenne molti legami con gli artisti di Loka, come è dimostrato dal fatto che nel 1551 ebbe come testimoni testamentari il pittore Bartolomeo da Loka e l’architetto Caspar da Tolmino. Come documenti, a testimonianza dell’attività di A., rimangono alcune incisioni ben conservate e significative. La prima, a caratteri gotico-tedeschi, si trova nella chiesa succursale di S. Floriano di Brischis a Pulfero (di cui nel 1477 il capomastro costruì il presbiterio). Su una lastra murata nella facciata si legge MAISTER ANDRE/ VON LACK MARMBRE/ 1477 [Capomastro Andrea von Lack scalpellino]. La seconda iscrizione si trova nella cappella di S. Giovanni d’Antro, ricostruita nello stesso anno e ritenuta il suo capolavoro architettonico. ... leggi Sulla soglia del luogo di culto (sul lato destro in alto) si trova una lapide ben conservata, scalfita in grandi caratteri gotico-tedeschi, su cui è incisa la scritta MAISTER ANDRE VON LACH IA/ COB MILLESIMO QUADRINGENTESIMO SEPTUAGESIMO SEPTIMO. Il nome Iacob che si legge suddiviso su due righe è quello di un collaboratore di A., la cui firma venne forse sacrificata per dar spazio a quella dell’artefice principale. Si presume che A., preso da più incarichi, preparasse in precedenza le epigrafi con il proprio nome, salvo poi completarle al momento opportuno e secondo le circostanze. Si spiegherebbe così la forte somiglianza tra le varie iscrizioni (quasi delle copie) e come possa essere rimasta incompleta l’epigrafe nella chiesa di Paliqua, presso Santa Lucia di Tolmino. Le costruzioni di A. da L. esprimono caratteristiche architettoniche tardogotiche particolari, tra le quali spiccano i presbiteri sottolineati da volte a costoloni intrecciati, dove le chiavi vengono sempre lavorate con figure e peducci: queste specificità sono comuni agli architetti provenienti dall’area slovena di centro-nord. Un altro tratto costruttivo interessante e specifico è l’inserimento di capitelli nell’arco trionfale. Questo motivo sembra contrastare lo stile gotico ed il suo slancio verticale, tagliando e fermando l’ascesa organica dell’arco stesso. A. è conosciuto in Italia, soprattutto per l’intervento presso l’antico tempio rupestre di S. Giovanni Battista nella grotta d’Antro, in cui elevò una cappella dedicata a S. Giovanni Evangelista: egli appoggiò la costruzione come un nido di rondine alla parete rocciosa perpendicolare, dandole una forma simile ad un presbiterio. Attraverso un arco trionfale si accede ad un interno gotico che si conclude con i tre lati di un ottagono e presenta una volta a costoloni intrecciati, ravvivati con decorazioni alle intersezioni. Tra queste, l’iscrizione già ricordata e i particolari peducci che presentano figure tratte dalla vita quotidiana, come una forma maschile con brocca e bicchiere o un suonatore di zampogna, probabilmente realizzati dall’aiutante-scultore Iacob. Carlo Mutinelli elogia questa architettura scrivendo: «L’eleganza delle proporzioni, la solidità del disegno tracciato dai costoloni, la ricchezza delle chiavi alle intersezioni, dove i costoloni si congiungono e si diramano, la plasticità delle figure dei peducci dai quali si dipartono le linee ascendenti, portano un’impronta personale che riflette non solo la maestria artigianale, ma l’artista sincero, un maestro nel suo ambiente». Dell’intervento di Brischis (1477) rimane solo la lastra, ora inclusa nella facciata nuova, con la scritta MAISTER ANDRE VON LACK MARMBRE A BRISCHIS. Si può dedurre (se questa interpretazione è corretta), che il costruttore si era almeno temporaneamente stabilito a Brischis, come sarebbe accaduto più tardi al suo successore Caspar da Tolmino. Un’altra testimonianza dell’attività di Andrea è la chiesa di Porzus, edificata sempre nello stesso 1477. Anche qui un’iscrizione nell’angolo sud orientale del presbiterio indica il suo nome e quello del collaboratore Iacob. L’ultima comparsa del Maestro è documentata sul pianoro di Sentvid, dove la nuova chiesa di Ponikve, del 1480 circa, porta la sua firma e la data incompleta. Da allora non sono state rinvenute altre tracce che attestino la sua presenza: ad A.v. L. viene ascritto generalmente il merito di aver diffuso in Friuli modalità architettoniche proprie della vicina Gorenjska.
ChiudiBibliografia
F. STELÈ, Lack, Andreas von, AKL, 22 (1928), 179; BERGAMINI - TAVANO, Storia, 227; T. VENUTI, Il maestro Andrea Von Lach, Ibid., G.B. CORGNALI, Curiosità epigrafiche. L’iscrizione di San Giovanni d’Antro, «Ce fastu?», 13/6 (1937), 293-294; C. MUTINELLI, Il gotico in Friuli, «Bollettino del Centro Internazionale di studi d’architettura A. Palladio», 1/7, parte II, (1965), 249; Chiesette votive da Tarcento a Cividale, [Udine], La Nuova Base, 1977; E. CEVC, Stavbar iz Sckofje Loke v Beneski Sloveniji, «Trinkov Koledar», (1978), 58-66; T. VENUTI, Chiesette votive da San Pietro al Natisone a Prepotto, Udine, La Nuova Base, 1985; A. GUION, Gli sloveni del Friuli, «Pagine Friulane», 6/8 (1893), 133-135; Sulle strade di Andrea da Loka, San Pietro al Natisone/Udine, Centro Studi Nediza/Cooperativa Lipa Editrice, 1995, 70-107; Le Chiesette votive nel Comune di Pulfero, in Pulfero, ambiente storia cultura, San Pietro al Natisone/Udine, Comune di Pulfero, 2000.
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