DA PONTE GIULIA

DA PONTE GIULIA

umanista

Immagine del soggetto

Nel 'Ritratto di donna' (La Bella) di Tiziano Vecellio sarebbe raffigurata Giulia Da Ponte, 1536 (?) (Firenze, Galleria palatina di palazzo Pitti).

Immagine del soggetto

Ritratto di Giovanni Da Ponte, padre di Giulia, tela di Tiziano del 1534 (Venezia, collezione privata).

Figlia del mercante Giovanni Paolo e di Marietta Cavazza Barbarigo, nacque a Venezia intorno al secondo decennio del secolo XVI. Nella città di San Marco G. ricevette un’ottima istruzione sia in campo musicale (viene ricordata come «suonatrice di leuto») sia in quello letterario, sostenuta negli studi anche dagli interessi culturali del padre che nel corso degli anni mise insieme una piccola, ma scelta biblioteca di un centinaio di titoli, soprattutto di letteratura italiana, come risulta dagli inventari registrati in un suo ampio Memoriale manoscritto. Sappiamo inoltre che Giovanni Paolo raccolse nel suo palazzetto veneziano che sorgeva presso il ponte di San Paternian, una preziosa quadreria che comprendeva tra l’altro due ritratti (il suo e quello della figlia), commissionati nel 1534 a Tiziano Vecellio. Recentemente è stato rintracciato il ritratto del padre, mentre per quello di G. vengono avanzate diverse ipotesi, tra le quali una tela ora conservata a palazzo Pitti a Firenze: un ritratto denominato comunemente La Bella. Nel luglio del 1535 la D.P. sposò a Venezia il nobile friulano Adriano di Spilimbergo con il quale visse per quattro anni nella residenza paterna; qui nacque la loro primogenita Emilia. Nei primi mesi del 1538 la coppia si trasferì a Spilimbergo dove Adriano doveva seguire i suoi interessi economici; tuttavia non si può nemmeno escludere che questa scelta fosse dettata dal desiderio di poter coltivare, lontano da sguardi indiscreti, i suoi studi religiosi di tendenze riformate. Nella tarda estate dello stesso anno, i due coniugi vennero raggiunti nel borgo friulano anche da Giovanni Paolo e dalla sua famiglia. Il 17 ottobre nacque la secondogenita, la celebre Irene di Spilimbergo. Dionigi Atanagi, in occasione della pubblicazione nel 1561 di alcune note biografiche su Irene, scrisse a proposito della madre: «[…] essendo giovinetta d’elevato spirito et havendo atteso, oltre alla musica, alla lettura di molti libri et mostrando nella intelligenza delle cose lette forza et attitudine d’ingegno […] fu posta dal signor suo consorte [Adriano di Spilimbergo] ad altri diversi studi appartenenti a gentildonna sua pari; in modo che ha dato sempre conto di raro valore e d’intelligenza di molte cose così ne’ suoi scritti, come ne’ ragionamenti famigliari». A Spilimbergo, G. prese parte insieme con il padre e con il marito all’Accademia fondata da Bernardino Partenio, alla cui nascita e al cui finanziamento aveva contribuito in maniera determinante lo stesso Adriano. ... leggi Sappiamo, infatti, che per G. il padre fece acquistare e rilegare a Venezia alcuni libri come, ad esempio, i Proverbi e i Salmi in lingua ebraica, due testi che erano stati espressamente richiesti per le sue lezioni dal maestro di ebraico dell’istituzione spilimberghese (il prete mantovano Francesco Stancaro). Nel 1541 G., pochi mesi dopo aver dato alla luce la terza figlia, Isabella (29 giugno), rimase vedova del marito (12 settembre) e in seguito sposò in seconde nozze il cugino di Adriano, Gian Francesco di Spilimbergo. Non si conosce l’anno della sua morte. G. ha lasciato sei lettere pubblicate nel 1559 in una raccolta curata da Lodovico Dolce: tre sono indirizzate a Giorgio Gradenigo, una a Catterin Zeno, una a monsignor Daniele Barbaro e una a Prospero Frangipane. All’interno di questa antologia epistolare G. viene definita «cavaliera» titolo che, secondo il Liruti, le era stato concesso dalla regina Bona di Polonia, figlia di Gian Galeazzo Sforza duca di Milano, quando nel 1556 si fermò per un breve periodo in Friuli ospite nel castello di Spilimbergo. Tra i corrispondenti di G. si segnala anche Pietro Bembo che in una lettera indirizzata ad Adriano di Spilimbergo il 25 giugno 1538, inviava alla consorte un omaggio letterario.

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Bibliografia

Ms Venezia, Archivio Spilimbergo-Spanio, G.P. da Ponte, Memoriale C. Lettere di diuersi eccellentiss. huomini, raccolte da diversi libri, tra le quali se ne leggono molte non piu stampate, [a cura di L. DOLCE], Venezia, Giolito de’ Ferrari, 1559, 458-466 (sei lettere di Giulia); Rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori in la morte della signora Irene delle signore di Spilimbergo, [a cura di D. ATANAGI], Venezia, Guerra, 1561, c. A4v-A5r (cenni su Adriano di Spilimbergo e Giulia Da Ponte); Della nuova scielta di lettere di diversi nobilissimi huomini, [a cura di B. PINO], Venezia, Muschio, 1582, 542-550 (ripubblica tre lettere di Giulia); B. ZUCCHI, L’idea del segretario, II, Venezia, Compagnia Minima, 1606, 281-282 (ripubblica due lettere di Giulia); P. BEMBO, Lettere, III, Venezia, Berno, 1743, 317 (lettera di Bembo ad Adriano di Spilimbergo); Lettere di donne italiane del secolo decimosesto, [a cura di] B. GAMBA, Venezia, Alvisopoli, 1832, 167-175.

E.A. CICOGNA, Delle inscrizioni veneziane, II, Venezia, Picotti, 1827, 39; G.G. LIRUTI, Delle donne di Friuli illustri per lettere, Udine, Seitz, 1865 (nozze De Brandis-Salvagnini), 6-8; Poetesse e scrittrici, a cura di M. BANDINI BUTI in Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, Roma, Tosi, 1941, 194-195; Mille protagonisti, 152-153; Le “carte messaggere”. Retorica e modelli di comunicazione epistolare: per un indice dei libri di lettere del Cinquecento, a cura di A. QUONDAM, Roma, Bulzoni, 1981, 279-285; C. SCALON, La biblioteca di Adriano da Spilimbergo (1542), Spilimbergo, Comune di Spilimbergo, 1988; G. GRADENIGO, Rime e lettere, testo con introduzione e commento di M.T. ACQUARO GRAZIOSI, Roma, Benacci, 1990, 119-127 (quattro lettere di Gradenigo a Giulia); U. ROZZO, Biblioteche italiane del Cinquecento tra Riforma e Controriforma, Udine, Arti grafiche friulane, 1994, 59-121; A. CUNA, L’ideale umanistico-rinascimentale del «Trilinguis homo» e l’insegnamento dell’ebraico a Spilimbergo, in Bernardino Partenio e l’Accademia di Spilimbergo 1538-1542, I, Gli statuti e il Palazzo, a cura di C. FURLAN, Spilimbergo, Comune di Spilimbergo, 2001, 129-157; Gentilhomeni, 170-173; U. ROZZO, La biblioteca dell’“italianista” Gian Paolo da Ponte, «Nuovi Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 20 (2006), 49-68.

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