OTTELIO LUDOVICO

OTTELIO LUDOVICO (1700 - 1773)

agronomo, naturalista

Immagine del soggetto

Frontespizio del Discorso... detto nell'Accademia d'Udi ne... di Ludovico Ottelio, Venezia 1762.

Nacque a Udine agli inizi del secolo XVIII e quivi morì nel 1773. Nel 1762 fu tra i soci fondatori della Società di agricoltura pratica, annessa all’Accademia di Udine, sorta ad opera di Fabio Asquini ed Antonio Zanon nel clima di rinnovamento culturale manifestatosi in Friuli nel corso del XVIII secolo. La Società, seconda in Italia dopo l’Accademia dei Georgofili di Firenze e prima nell’istituire premi per la soluzione di problemi agronomici, fu il cardine di un gruppo di scrittori scientifici che contribuirono agli studi sull’agricoltura, tra i quali appunto l’O. di cui comparve nel 1772, all’interno delle Memorie ed osservazioni pubblicate dalla Società d’agricoltura pratica d’Udine e raccolte nell’anno MDCCLXXI, un saggio di 95 pagine intitolato Memorie sopra la coltivazione delle viti, de’ foraggi, e delle legna esposte nella Società d’agricoltura pratica di Udine. Tre anni prima alcune di queste Memorie lette nella Società d’Agricoltura, quelle considerate più meritevoli, vennero fatte pervenire a Venezia al Magistrato de’ deputati all’agricoltura, che propose di premiarne tre: con decreto del 6 maggio 1769 il Senato veneto assegnò una medaglia d’oro all’O., ad A. Zanon e a F. Asquini, in riconoscimento della loro intensa attività sperimentale. La motivazione del riconoscimento per O. era l’invenzione di un nuovo metodo di concimazione dei gelsi e delle viti ad uso di Toscana. L’evento veniva così riportato in una lettera di Zanon all’Asquini nel giorno in cui ricevette la medaglia, il 10 maggio: «Ecco una gloriosa testimonianza del gradimento dell’eccell. ... leggi Senato alle fatiche e studi dell’ill. Sig. co. Ottelio e di me». Le tre medaglie, andate perdute, furono commissionate all’orefice veneziano Giovanni Battistini per 310 ducati e recavano sul diritto lo stemma di S. Marco e sul rovescio la dicitura SENATUS CONSULTUS AGRICOLIS. All’interno della Società di agricoltura l’O. faceva parte del gruppo di soci, tra i quali l’Asquini e G. B. Flamia, che propendevano per un rinnovamento nel settore che si basasse su motivazioni morali (l’esempio dei proprietari, la convinzione e l’educazione dei contadini), al contrario di altri, come Gottardo Canciani, o il nobile Carlo de Rubeis, rivolti più alla via delle riforme di tipo legislativo. L’interesse per provvedimenti legislativi è nell’O. raro, ad eccezione di casi chiaramente necessari quali il pascolo abusivo: «Saria desiderabile che il diritto di pascere, siccome ogni altro diritto, non si estendesse oltre i confini del proprio […]. La sola provvidenza delle pubbliche sovrane leggi può togliere un difetto che sempre più si fa maggiore a danno dell’agricoltura». Gli studi dell’O. non furono solo teorici, ma anche prettamente pratici, tanto che si occupò di apportare delle modifiche ad un aratro “a coltella” che «taglia la superficie e fa penetrare l’umor fecondo sino alla radice», ideato da Jethro Tull (1674-1741), scrittore inglese di agricoltura. L. O. lo sperimentò più volte e applicò delle migliorie al timone in modo tale che non pesasse sui buoi e limitò il numero degli animali a sei, anziché otto. Molto probabilmente è questo l’aratro che nel 1768 venne commissionato all’Asquini dalla Società di agricoltura di Gorizia e di Sagrado. Riguardo al problema della carenza di foraggio, tentò alcuni esperimenti, che fallirono, con la coltura della lupinella. Gli interessi culturali dell’O. non si fermavano al campo agronomico, ma manifestavano anche una certa propensione alla filosofia, testimoniata dalle Theses philosophicae del 1753, scritte insieme al fratello Tommaso, anch’esso socio della Società di agricoltura. Dimostrò anche una sensibilità particolare per la poesia, del resto sembra esservi una predisposizione familiare che contava alcuni valenti poeti latini nel corso del secolo XVII: del nostro studioso sono conosciute le rime dedicate al luogotenente generale della Patria del Friuli Alvise II Mocenigo in occasione del suo ritiro e contenute nel Discorso del signor co. Lodovico Ottelio detto nell’Accademia d’Udine li 15 d’agosto 1762 pubblicato a Venezia nel 1762. Altri suoi carmi si trovano all’interno di diverse brevi raccolte dedicate a nobildonne friulane nel giorno della loro consacrazione alla vita religiosa, stampate dalla Tipografia Murero nel 1755, 1757 e 1759. Insieme all’Ottelio compaiono i nomi di molti illustri personaggi del periodo, quali il cardinale Daniele Florio e Gottardo Canciani.

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Bibliografia

Memorie ed osservazioni pubblicate dalla Società di agricoltura d’Udine raccolte nell’anno MDCCXXI, parte I, Udine, Gallici, 1772; L. OTTELIO, Memorie sopra la coltivazione delle viti, dei foraggi e della legna esposte nella Società d’agricoltura pratica d’Udine dal co. Lodovico Ottelio, Udine, Gallici, 1772; Danieli Delphino […] patriarche archiepiscopo Utinensi Ludovicus Othelius, Petro Priulo […] patricio veneto, Utini, totiusque forojuliens. Patria praetori Thomas Othelius germani fratres, comites, patricidi Utinenses e nobilibus convictoribus apud clericos regulares S. Pauli mecoenatibus amplissimis se suasque philosophicas theses honoris et observantiae caussa […] d.d.d., Utini, s.n., 1753; Poetici applausi alla nobile signora contessa Maria Antonini nel vestire l’abito religioso nell’insigne monastero di Santo Agostino di Udine, co’ nomi di suor Maria Agostina, Udine, Murero, 1755; Poetici applausi alla nobile signora Gabriella Stainero, che veste l’abito religioso nell’insigne monistero di S. Maria della Cella di Cividale del Friuli co’ nomi di suor Maria, Angela, Gabriella, Udine, Murero, 1757; Applausi poetici alla nobile signora contessa Giulia Bartolini che vestendo l’abito religioso nell’insigne collegio delle illustriss. Signore Dimesse di Udine, prende i nomi di Maria Gertrude, Udine, Murero, 1759; Componimenti poetici per le applauditissime nozze di sua eccellenza Elena Diedo e Paolo Baglioni, Venezia, Occhi, 1759; Discorso del signor conte Lodovico Ottelio detto nell’Accademia d’Udine li 15 d’agosto 1762 in fine del glorioso reggimento di s.e. il signor Alvise Mocenigo secondo luogotenente generale della Patria del Friuli: con alcuni componimenti poetici recitati da vari accademici al medesimo ed a s. ... leggie. la signora Caterina Loredan Mocenigo sua consorte, Venezia, s.ed., 1762; Poesie d’autori diversi per l’ingresso glorioso di sua eccellenza il signor Lodovico Manino alla dignità di procuratore di S. Marco per merito, a cura di G. GOZZI, Venezia, Albrizzi, 1764; L. et TH. OTTELIO, Theses philosophicae a Ludovico et Thoma Ottelio pubblicae disputandae in aula consilii maioris, Utini, die 24 iulii 1753, Utini, Murero, 1753.
DBF, 581; V. JOPPI, Medaglie friulane. Note ed aggiunte, «Atti dell’Accademia di Udine», s. II, 9 (1891), 124-125; F. LUZZATTO, La politica agraria nei minori scrittori friulani del secolo XVIII, Udine, Doretti, 1928, 7, 18, 25; VALENTINELLI, Bibliografia, 65, 168, 413, 431, 433; DI MANZANO, Cenni, 146; MARCHETTI, Friuli, 996; L. MORASSI, Tradizione e “nuova agricoltura”. La società d’agricoltura pratica di Udine (1762-1797), Udine, Aries, 1980, 9-12; SPRETI, Enciclopedia, IV, 950; A. ZANON, Lettere a Fabio Asquini (1762-1769), a cura di L. CARGNELUTTI, Udine, Ribis, 1982, 403.
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