PLETTI LUIGI

PLETTI LUIGI (1820 - 1889)

pittore

Immagine del soggetto

Il pittore Luigi Pletti in un ritratto dello studio Malignani (Udine, Civici musei, Fototeca).

Immagine del soggetto

Ritratto di famiglia, olio su tela di Luigi Pletti, 1850 ca. (Udine, Civici musei).

Figlio di Domenico – oste e proprietario dell’albergo “Al cavallino”, membro del Governo provvisorio del Friuli (1848), autore di una Memoria sui vini del Friuli (1845) – e di Rosa Venturini, nacque a Udine in borgo Poscolle il 1° febbraio 1820. Allievo dal 1839 al 1844 della R. Accademia di belle arti e Liceo artistico di Venezia, frequentò i corsi di architettura, di statuaria, di prospettiva e paesaggio, e la scuola libera del nudo. Furono suoi maestri Odorico Politi e Michelangelo Grigoletti, dai quali assimilò l’ammirazione per la pittura della scuola veneta cinquecentesca, trasferendone l’attenzione al dato naturalistico in una ricercata veridicità, pur nel rispetto dei principi idealizzanti. Tra gli alunni più meritevoli, fu premiato negli anni 1844-1847. Con il rientro in patria si precluse ulteriori progressi; seppur definito buon mestierante, divenne tuttavia noto e apprezzato in ambito locale, perché «talvolta pervaso da felice vena poetica» (Bergamini-Tavano, 531). La sua attività ha potuto essere in parte ricostruita grazie a una caotica congerie di appunti raccolti dal medico Antonio Scrosoppi (1889-1952), appassionato d’arte, e conservati presso i Civici musei udinesi; di alcune sue opere esiste tuttavia solo il titolo. Dopo la parentesi in cui, nel 1848, partecipò come volontario alla guerra contro gli austriaci (battaglia di Cornuda, difesa di Monte Berico e Romagna) e dopo la breve emigrazione in Francia, forse a Parigi, rientrato nel 1850, si stabilì a Udine, dove aprì lo studio in via Rauscedo e insegnò disegno presso l’Istituto Uccellis. Le prime opere, quadri di soggetto storico, pale d’altare e ritratti di nobili e borghesi friulani, furono accolte «con plauso» ed elogiate dai critici, in parte rese note anche grazie alla partecipazione alla I Esposizione di belle arti di Udine del 1853, con tre ritratti e uno studio, alla II Esposizione nel 1854, con un ritratto di donna e uno studio, opere di cui non vengono dati elementi per una identificazione, e alle successive. ... leggi Il Ritratto di vecchia signora [forse Caterina Alloj (o Loi) in Della Savia, governante della famiglia veneziana Zamparo], acquisito nel 1936 dalla Civica galleria d’arte moderna di Milano, risalirebbe al 1852-1853. Il Ritratto di senatore veneto insignito della stella d’oro, presente all’Eposizione d’arti belle e mestieri di Udine, del 1856, ora presso il Museo civico di Pordenone (donazione A. Parpinelli), è figura impettita per la dignità della carica, ma di colloquiale semplicità nell’espressione. Nella veste liturgica dell’Arcivescovo Giuseppe Godeassi (1856, collezione privata), dal volto fissamente assorto, P. ha modo di palesare una calda sensibilità cromatica, con predilezione per i colori bruno-terrosi. Una serie di ritratti maschili e femminili degli Strassoldo, Co. Marzio, Co. Giulio con la consorte co.ssa Marianna Agricola, collocabili verso la fine del cinquantennio, si trova nel palazzo Frangipane di Strassoldo. Il Co. dr. Antonio Savorgnan (già collezione C. Cosmi), in atteggiamento comune ad altri ritratti, seduto, con un libro nel quale tiene il segno con l’indice, tradisce il ritmo ormai ripetitivo di una produzione di “tipi”. Nei ritratti, più che nelle opere di carattere sacro, mise a frutto gli insegnamenti accademici, ma sono «vigorosi quanto statici nella positura e nello sguardo, non privi talora di qualche sgrammaticatura» (Bergamini, 2003). Per il genere sacro, l’Immacolata, pala d’altare per la parrocchiale di Ioannis (Aiello), figura allungata paragonata a un «fiore goticizzante», è un precorrimento del Liberty; a ridosso della pala si colloca il bozzetto la Nascita della Vergine (1856); seguì la statuaria immagine del S. Domenico, per la parrocchiale di Artegna, poi nella chiesa di S. Martino, una delle sue opere sacre più conosciute ed apprezzate, presentata alla V Esposizione provinciale di arti belle e meccaniche (1857); infine parrebbe di sua mano una Madonna con Bambino e santi della chiesa parrocchiale di Collalto (Tarcento). Al primo decennio di attività appartiene anche il Ritratto di famiglia (1850 ca.) dei Civici musei di Udine – acquistato nel 1969 dal co. Guglielmo Coronini Cronberg –, ispirato alla lezione del Grigoletti per l’atmosfera raccolta che fascia le quattro donne in conversazione e il gentiluomo, attorno a un drappo ricamato, con introspezione psicologica e ricercata naturalezza. Apre il secondo decennio di attività la tela ottagonale, databile al 1861 ca., Ritratto dei Musicisti don Giovanni Battista Candotti e mons. Jacopo Tomadini a mezzo busto, donata ai Musei udinesi dalla vedova del dottor Scrosoppi, opera tratta da una fotografia, di realistica vivezza. Dagli stessi Musei udinesi è custodito il ritratto del Numismatico Cigoi [Luigi Cigoi], del 1865 ca., che spicca per il livello qualitativo e la veridicità. Definito uno degli esempi più interessanti della ritrattistica udinese dell’Ottocento, colloca P., definito «ritrattista tagliente ed efficace» (Rizzi, 1983), seppur episodicamente in primo piano tra gli artisti dell’epoca. Partecipò all’Esposizione provinciale artistico-industriale di Udine del 1868 con un Ritratto di fanciullo, e all’Esposizione provinciale del 1883 con due affreschi, una Primavera e un Autunno, opere di cui al presente nulla si sa. Parimenti di altre opere non rintracciate si conserva memoria: la tela Monsignor Tomadini in atto di accogliere gli orfani, databile intorno al 1864, riprodotta in fotografia in numerosi esemplari, e pubblicata nel 1926 su «La Panarie»; il Ripudio di Agar, definito di grande effetto dal Saccomani e citato dal Picco, identificabile forse in una riproduzione fotografica nelle carte dello Scrosoppi; il Ritratto di donna, che potrebbe essere quello uscito dallo studio per l’Esposizione d’arti belle e meccaniche di Udine del 1858; una tela non ancora identificata, Il celebre pittore Gian Antonio Licinio detto il Pordenon, dà sua figlia Graziosa in moglie al suo miglior scolaro Pomponio Amalteo di S. Vito al Tagliamento nell’epoca del 1550, citata in un foglio autografo del pittore (Cenni storici illustrativi del soggetto) e di cui un disegno, litografato dallo Stabilimento Passero, con la stessa intitolazione e a firma Luigi Pletti, è tra gli «schizzi di artisti udinesi» contenuti nella pubblicazione Udine-Cussignacco (1880); un Ritratto del negoziante Candido Angeli, citato in una lettera di Libero Grassi alla Società filologica friulana (21 giugno 1936). Altre tele, dagli appunti dello Scrosoppi, risultavano al suo tempo presso privati, non sempre specificati: Signora seduta (avv. Zamparo, Venezia), Ritratto della fu signora Velasti Mestroni, Preghiera e, presso lo stesso Scrosoppi, Senatore, Ritratto di donna, Ritratto di bambino. Nel periodo settembre 1859-agosto 1860 prestò la sua opera nel restauro del Tempietto longobardo di Cividale con pazienza e maestria. Divenuto col tempo un po’ misantropo, anche a causa di vicende personali, P. non perse mai la sua bontà dal tratto gentile. Si spense a Udine l’11 maggio 1889.

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Bibliografia

Civici musei udinesi, Biblioteca d’Arte. Archivio Artisti, cartella «Pletti, Luigi».

DBF, 657; «L’annotatore friulano», 13 agosto 1853; 12 agosto 1854; 13 dicembre 1855; 28 agosto e 11 settembre 1856; 10 dicembre 1857; 1° luglio 1858; «Rivista friulana», 7 ottobre 1860; Esposizione Artistico-Industriale Provinciale tenuta in Udine nell’agosto del 1868, Udine, Tip. Zavagna, 1868, 7, 22; SACCOMANI, Ristauro, 33; Udine-Cussignacco. Arrivo in ritardo del treno. Album. Schizzi di artisti udinesi, Udine, P. Gambierasi - E. Passero (Stab. litografico E. Passero/Tip. G. Seitz), 1880; Catalogo ufficiale completo della Esposizione Provinciale in Udine 1883 compilato dal Comitato Esecutivo, Udine, Tip. M. Bardusco, 1883, 28, 31; A. PICCO, Luigi Pletti pittore storico, «La Patria del Friuli», 13 maggio 1889; Il ritratto veneziano dell’800. Catalogo della mostra, a cura di N. BARBANTINI, Venezia, La poligrafica italiana F. Donaudi, 1923, V, 23; Cinque secoli di pittura friulana. Catalogo della mostra (Udine), Udine, Doretti, 1948, 136; MARCHETTI, Friuli, 1002; L. CARAMEL - C. PIROVANO, Galleria d’arte moderna. Opere dell’800, Milano, Electa, 1975, 661; C. DONAZZOLO CRISTANTE, Contributo a Luigi Pletti, «Ce fastu?», 58 (1982), 213-228; BERGAMINI - TAVANO, Storia, 530-531; Il Museo Civico d’Arte di Pordenone, a cura di G. GANZER, Vicenza, Terra Ferma, 2001, 190; Galleria arte antica II, 56, 196; V. GRANSINIGH, Artisti friulani a Venezia nell’Ottocento: appunti per una storia del rapporto centro/periferia in area veneta, in Tra Venezia e Vienna, 130; G. BERGAMINI e V. GRANSINIGH, schede, ibid., 462, 464, 466.

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