BUCCI BERNARDINO

BUCCI BERNARDINO (? - 1591)

strumentista, compositore

Figlio di Giovanni Bucci (Buccio, Buzzio o Celotto), «barbier di Udene et sonator», capostipite di una dinastia di suonatori attivi in città per almeno quattro generazioni, B. fu assunto come strumentista della comunità di Udine insieme a Francesco Mosto il 6 luglio 1563, in sostituzione del defunto Bartolomeo da Venezia suonatore di trombone, a due ducati mensili. Il 28 novembre 1568, poiché aveva consumati molti anni nello studio del contrappunto e della composizione sotto la guida di A. Willaert e di G. Parabosco in Venezia, oltre che dell’organista udinese Giuseppe Boezio («a Bobus») suo primo maestro, chiese di poter dimostrare le proprie capacità suonando gratuitamente per un quinquennio l’organo del duomo appena restaurato. La richiesta non ebbe seguito per l’opposizione del Boezio che pretese di far suonare lo strumento ai suoi nuovi allievi. Il 27 gennaio del 1570, supplicò nuovamente i deputati cittadini ricordando di aver «totalmente oprato a servitio loro, che più volte oltre il sonar, et cantar ordinario, s’hanno et nel vostro domo et altri luoghi publici sonate et cantate più, et diverse mie compositioni fatte, et fabricate sol sotto l’ombra di questa honoratissima città»; ne ottenne un aumento salariale passando da due a tre ducati mensili. Agli inizi del 1571 l’intera compagnia strumentale cittadina fu sciolta per meglio far fronte ai preparativi della guerra contro i Turchi; passata l’emergenza, il 18 maggio del 1573, il B. ne venne nuovamente chiamato a far parte insieme con suo padre Giovanni, Nicolò e Giovanni Battista Mosto e ad Alessandro Orologio, a un solo ducato mensile. ... leggi Con il successivo allargamento della compagnia a sette membri, effettuato nel marzo del 1575, il B. ottenne due ducati mensili, che divennero tre a seguito di una sua supplica presentata il 25 agosto 1577 nella quale, insieme con l’Orologio, lamentava il trattamento diseguale riservato a chi, oltre a cantare e suonare diversi strumenti «da mano et da fiato», aveva composto «mottetti, et altri componimenti musicali» eseguiti più volte in pubblico e rinnovava la disponibilità a suonare gli organi del duomo. L’anno seguente il B. era anche «capo delli cantori con doi soprani, con salario di ducati nove all’anno» presso la fraterna udinese di S. Maria della Misericordia. Rimase comunque componente della compagnia strumentale cittadina almeno fino alla sospensione del 1586. Fu anche organista della fraterna udinese di S. Maria di Castello e di quella di S. Cristoforo (1587-90 circa); morì il primo giugno del 1591. Delle diverse sue composizioni ricordate nelle suppliche non resta purtroppo che la memoria. Seguirono le sue orme musicali i figli Protasio, Gabriele, Fulvio, Gian Giuseppe, Benedetto nonché i suoi nipoti Giuseppe e Bernardino, figli di Benedetto, tutti infatti furono strumentisti in servizio, almeno per qualche tempo, della comunità udinese (Gabriele fu anche maestro di cappella della basilica di Aquileia dal 1584 al 1588; Protasio e Gian Giuseppe per alcuni anni furono anche a Praga al servizio dell’imperatore Rodolfo II).

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Bibliografia

Ms BCU, Joppi, 423, col. 48.

VALE, Udine, 109, 116-120, 122, 124, 140, 149; COLUSSI, Nuovi documenti, 248; R. RADASSAO, La confraternita di S. Cristoforo a Udine e i suoi artisti, «Ce Fastu?», 76 (2000), 121-136: 127; COLUSSI, La compagnia strumentale, 125-262; M. ŽÁČKOVÁ ROSSI, Da Udine a Praga. La crescente fortuna dei musicisti friulani alla corte imperiale di Rodolfo II, Ibid., 265-276.

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