DE RUBEIS GIOVANNI BATTISTA

DE RUBEIS GIOVANNI BATTISTA (1743 - 1819)

pittore, saggista

Immagine del soggetto

Autoritratto di Giovanni Battista de Rubeis (Udine, Civici musei).

Immagine del soggetto

Una delle nove incisioni di Francesco Novelli per il trattato "De' ritratti, ossia trattato per coglier le fisonomie" di Giovanni Battista de Rubeis, Parigi 1809.

Il d.R. fu un personaggio decisamente importante nella cultura friulana della fine del Settecento, e non tanto come pittore (sono prova delle sue modeste capacità inventive e compositive i molti ritratti eseguiti per nobili famiglie friulane, le pale d’altare collocate in varie chiese di Udine e dintorni, i quattro riquadri allegorici del 1788 nel soffitto del salone del Parlamento del castello di Udine), quanto invece come insegnante alla scuola dei barnabiti, trattatista e “conoscitore” di opere d’arte. Nacque a Tarcento il 22 gennaio 1743 da Bartolomeo ed Eleonora Freschi. Frequentò gli studi di E. Lelli e G. Marchesi a Bologna negli anni 1759-62, poi fu a Venezia e Roma. Rientrato in patria, rifiutò (lo scrive lui stesso) la proposta di trasferirsi a Parigi per aprire una scuola di pittura ed iniziò un’intensa attività di ritrattista e di pittore di soggetti sacri. Nel 1773 gli fu affidato dal consiglio comunale di Udine il compito di stendere l’inventario dei dipinti conservati nei luoghi pubblici e privati della città, cosa che fece con molta diligenza lasciandoci un lavoro se non di grandi dimensioni, ancor oggi utilissimo per le tante indicazioni ed attribuzioni (anche se alcune di esse sono poi risultate errate): in realtà, il primo inventario di tal genere che abbia avuto il Friuli, ed uno dei primi in Italia. Ne vennero fatte alcune copie che ebbero poi aggiunte ed interpolazioni di Antonio e Vincenzo Joppi e di Antonio Bartolini e che vennero pubblicate a puntate sulla «Rassegna del Comune di Udine» dal direttore della Biblioteca comunale, il noto studioso ed erudito G.B. Corgnali, negli anni 1937 e 1938. Conobbe e frequentò molti artisti come Giambattista Tiepolo, di cui tenne in casa un dipinto raffigurante S. Vincenzo da Paola che poi copiò per la chiesa parrocchiale di Carpeneto, e Francesco e Pietro Antonio Novelli, ed altrettanti studiosi (tra i quali Luigi Lanzi, di cui disegnò il ritratto – oggi ai Civici musei di Udine – per un’incisione che poi non fu fatta). Maturò teorie artistiche che trasmise ai suoi allievi e che diede alle stampe in un volume di carattere didascalico, con testo italiano e francese a fronte, edito nel 1809 a Parigi da Arthus Bertrand e intitolato De’ ritratti, ossia trattato per coglier le fisonomie / Des portraits, ou traité pour saisir la physionomie, 140 pagine e 9 tavole di incisioni, in cui fornisce «le regole principali, onde ricavar con facilità e sicurezza le fisionomie, per formarne i ritratti». Si tratta, in verità, di regole che riducono molto spesso a rapporto matematico tutto il lavoro del pittore, cui è d’obbligo, a suo avviso, correggere gli errori della natura. ... leggi Concetto questo che fa proprio il motivo centrale del neoclassicismo, quello della bellezza ideale che già aveva avuto nel XVII secolo taluni assertori come l’Agucchi o il Bellori che, in un discorso accademico del 1672 su L’idea del pittore, dello scultore e dell’architetto, scelta delle bellezze superiori della natura aveva affermato che «li nobili pittori, quel primo fabbro [cioè Dio] imitando, si formano nella mente un esempio di bellezza superiore, e in esso riguardano emendando la natura». Eseguì numerosi ritratti, alcuni dei quali conservati presso i Civici musei di Udine o in collezioni private, altri solamente documentati: un discreto autoritratto (cui si può aggiungere una seconda immagine di se stesso “nascosta” in un riquadro del soffitto del salone del parlamento nel castello di Udine) e poi ritratti di personaggi celebri (lo storico dell’arte Luigi Lanzi, ad esempio, a disegno, o il canonico Antonio di Montegnacco, personaggio raffigurato dai Tiepolo nel Consilium in arena, o ancora lo storico cividalese Francesco Bernardo Maria de Rubeis, i coniugi Fabio Asquini ed Elena Redetti Asquini, alcuni membri della nobile famiglia Florio), di luogotenenti, di preti, di personaggi della nobiltà friulana, in ciò favorito sia dall’appartenere lui stesso al mondo patrizio, sia dalla sua profonda competenza in materia, maturata attraverso conoscenze importanti ed anche grazie al ricordato inventario delle opere d’arte. Eseguì anche, a suo dire, i ritratti di molti generali ed ufficiali francesi, ed anche quello di papa Pio VII che, scontento dei ritratti fattigli dai più famosi pittori italiani, nel 1800 «consentit à faire l’essai des talents de M. De’ Rubeis, qui, dans l’espace d’une heure, en traça le dessin à la craie sur une planchette peinte à l’huile, conformément aux principes de son ouvrage. De retour à Udine, il fit avec le secours de cette seule esquisse, un portrait de grandeur naturelle, qui fut envoyé à Rome, et placé honorablement dans le palais de Sa Santité, où il reçut un applaudissement universel». Questa autocelebrazione non elimina tuttavia i difetti dei suoi ritratti, che presentano contorni troppo forti e marcati, colori non sempre armonicamente modulati, una maniera cruda, fuligginosa, rilevata anche dall’allievo Leopoldo Zuccolo che di lui scrisse: «privo del vero chiaroscuro o sia della mezzatinta ch’è l’incantesimo della pittura […] onde non dà molto tondeggio alle sue figure che troppo restano piazzate e di un rilievo forzato». Membro dell’Accademia di Venezia e di quella Clementina di Bologna, morì a Udine il 26 agosto 1819.

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Bibliografia

Ms BCU, Joppi, 154, L. Zuccolo, Conforti, o riflessioni consolatorie per me stesso rapporto alla pittura, [circa 1800], passim.

G. BERGAMINI, La letteratura artistica del Friuli dalle Vite del Vasari all’inedito manoscritto di Antonio Zurico, «Atti dell’Accademia di scienze, lettere e arti di Udine», s. VIII, 2 (1973-75), 185-188; P. GOI, De Rubeis, Giovanni Battista, in DBI, 39 (1991), 240-242; G. BERGAMINI, L’attività friulana del Tiepolo: aggiunte, problemi, considerazioni, in Giambattista Tiepolo nel terzo centenario della nascita, a cura di L. PUPPI, Padova, Il Poligrafo, 1998, 301-305; C. FURLAN, Aspetti del collezionismo d’arte nel Friuli del Settecento: l’ambiente udinese, Giambattisa de Rubeis e l’album di disegni “mantegneschi” del British Museum, in Arte, storia, cultura e musica in Friuli nell’età del Tiepolo. Atti del convegno internazionale di studi (Udine, 19-20 dicembre 1996), a cura di C. FURLAN - G. PAVANELLO, Udine, Forum, 1998, 177-189; G. BERGAMINI, in Galleria arte antica I, 189-190, 197-198, 204; ID., in Galleria arte antica II, 148-149, 264; ID., in Più vivo del vero, 50-52, 156-157, 192-193; P. PASTRES, Basilio, Fabio e Girolamo Asquini, collezionisti e studiosi d’arte, in Feagne, 349-359.

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