ANDREOLI

ANDREOLI

famiglia di architetti

Immagine del soggetto

Interno della chiesa udinese di S. Giacomo, riformata dagli architetti Francesco, Luca il Vecchio e Luca il Giovane Andreoli (1710-48).

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Facciata della chiesa udinese della Purità  realizzata da Luca Andreoli il Giovane (1757-60).

Famiglia di architetti di origine lombarda attivi in Friuli durante il XVIII secolo, gli A. sono variamente impegnati come ideatori o capomastri, prendendo parte in particolare ai prestigiosi cantieri voluti dai patriarchi Dionisio e Daniele Dolfin. Nel complesso gli A. – il cui capostipite Luca lavora con i figli Francesco e Pietro, e la cui attività viene continuata soprattutto dal nipote Luca iunior – sono prolifici autori in Friuli di un’architettura che perpetua e semplifica gli schemi nobili del veneziano Massari. Alla stessa famiglia appartiene anche Giovanni Maria, stuccatore attivo a Udine tra il 1726 e il 1747.

Capostipite della famiglia fu Luca senior documentato in Friuli tra il 1709 e il 1750. Già nel primo decennio del secolo infatti risultava a fianco di Domenico Rossi nella fabbrica del perduto oratorio dell’Assunzione, a Udine accanto alla chiesa di S. Maria della Maddalena. Benedetta la prima pietra nell’aprile del 1709, i lavori di costruzione della chiesa officiata dai Filippini si conclusero dopo tre anni (in suo luogo ora le Poste). In qualità di proto patriarcale, L. A. fu presente negli importanti cantieri della chiesa di S. Giacomo e del palazzo Patriarcale. A lui spetta infatti nel 1710 la direzione della riforma dell’interno della chiesa di S. Giacomo, impresa che si completò con la decorazione del soffitto da parte di Pietro Venier e la realizzazione nel 1738 del nuovo altare maggiore ad opera di Simone Pariotti e di Giacomo Contieri per le statue. ... leggi Ancora accanto al Rossi, cui spettava il progetto, nel 1726 l’A. era impegnato nell’ampliamento del palazzo Patriarcale. Costante nell’attività del lombardo fu la collaborazione con l’importante architetto, con il quale lavorò in particolare nella realizzazione delle riforme settecentesche del duomo di Udine. Prestigiosa fu anche la partecipazione alla prima fase della nuova fabbrica del duomo di San Daniele del Friuli, lavori ai quali L. A. continuò poi con il figlio Francesco. Sempre su progetto del Rossi, tra il 1718 e il 1720 diresse l’importante cantiere del rifacimento del duomo di Pordenone. In qualità di ideatore, invece, conduce l’ampliamento del collegio e dell’oratorio delle dimesse a Udine, realizzato tra il 1728 e il 1731. Nel 1732 il “capomastro” A. era impegnato nella costruzione della nuova chiesa del collegio dei padri barnabiti, ancora a Udine. Negli stessi anni, quando il suo nome doveva risultare ormai affermato, gli venne affidata la nuova costruzione della parrocchiale di S. Maria Assunta a Buttrio (1725-35). Partecipò infine al rifacimento del duomo di San Vito al Tagliamento (1746-50), prendendo parte al gruppo di maestranze composto dai tagliapietra Giuseppe e Giovanni Mattiussi e dal pittore Andrea Urbani.

Francesco fu architetto e capomastro, continuò col fratello Pietro l’attività del padre Luca senior, accanto al quale si riscontra la sua prima attività. Negli anni Trenta infatti lavorava con il padre a Udine nel cantiere dei barnabiti e a San Daniele nel duomo, dove in particolare sistemò nell’altar maggiore le statue eseguite da Francesco Fosconi. A continuazione dell’attività di Luca senior, col fratello Pietro e il figlio Luca iunior, risulta anche la realizzazione della Cappella delle Anime nella chiesa di S. Giacomo a Udine, innalzata tra il 1744 e il 1748 con la facciata del Pariotti. Tra il 1731 e il 1749, i due fratelli A. realizzarono la parrocchiale di Codroipo: consacrato nel 1752, l’edificio a navata unica, dalle ampie cappelle laterali, ospita l’altar maggiore progettato da L. iunior e messo in opera nel 1765 da Francesco Zuliani. Al solo Francesco spetta invece il progetto della chiesa delle Zitelle a Udine, dove nel 1736 Giovanni Maria A. realizza gli stucchi del soffitto. La sua attività venne continuata dal figlio Luca iunior.

Pietro, figlio di Luca senior, continuò insieme al fratello l’attività del padre. In particolare con Francesco, tra il 1731 e il 1749, fu attivo nel cantiere della parrocchiale di Codroipo, la cui facciata timpanata si deve però a un intervento ottocentesco. Negli stessi anni, tra 1744 e il 1748, prese parte anche all’importante fabbrica della chiesa di S. Giacomo a Udine dove, insieme a Luca junior, i due fratelli proseguirono il lavoro del padre con la realizzazione della cappella delle Anime.

Luca iunior, nipote di Luca senior e figlio di Francesco, fu il continuatore dei cantieri già diretti dalla famiglia, della quale accrebbe il prestigio con importanti commissioni. A proseguimento della riforma dell’interno della parrocchiale di S. Giacomo a Udine, diretta dal nonno nel 1710, insieme con il padre venne incaricato della costruzione della Cappella delle Anime che andava ad addossarsi al lato destro della chiesa della piazza del mercato, duplicandola. Realizzato in soli quattro anni (1744-48), il nuovo edificio fu completato con la commissione al Pariotti della facciata in pietra per la quale fu affidata al veneto Gaetano Susali la realizzazione delle cinque eleganti statue. Un decennio dopo si colloca il progetto dell’oratorio della Purità, prestigiosa commissione voluta dal patriarca Daniele Dolfin. In luogo dell’edificio che il patriarca aveva acquistato dai nobili Mantica, l’architetto realizzò la chiesa a navata unica tra il 1757 e il 1760. Agli schemi del veneto Massari rimandano le scelte dell’A., che risolse il disegno della facciata distribuendo gli spazi e gli elementi della composizione a specchio dell’interno, dove negli stessi anni era affidata la decorazione del soffitto a Giovanni Battista Tiepolo. Strettamente dipendente dai modelli portati in Friuli da Giorgio Massari, ma disegnata dal Fosconi (più probabilmente Giovanni, il figlio), è la chiesa di S. Giorgio Maggiore in borgo Grazzano a Udine, la cui costruzione fu diretta da L. A. iunior. Entro il riferimento agli schemi massariani si spiega del resto anche l’attribuzione a L. A. iunior (in compagnia di Domenico Schiavi e di B. Maccaruzzi) della chiesa di S. Carlo a Gorizia, costruzione esemplata sul disegno della chiesa udinese di Santo Spirito realizzata dal maestro veneto tra il 1738 e 1743. L. A. iunior ricevette significative commissioni anche fuori Udine. Per la parrocchiale di Codroipo – realizzata dal padre e dallo zio tra il 1731 e il 1749 – egli disegnò l’altare maggiore, messo poi in opera nel 1765 da F. Zuliani e impreziosito nell’Ottocento dalle due statue veneziane di Angelo Marinali. Al 1763 appartiene il progetto per la chiesa abbaziale di Moggio, grande edificio a navata unica su cui si innestava il presbiterio a pianta rettangolare e volta a vele. Un decennio dopo (1773), l’architetto venne incaricato del progetto di ammodernamento della parrocchiale di S. Sebastiano a Dignano, edificio a tre navate realizzato con il tolmezzino D. Schiavi. Fra il 1779 e il 1784 dirigeva i lavori di ampliamento della parrocchiale di Pradamano. Contemporaneamente alle numerose commissioni di ambiente ecclesiastico, l’attività dell’architetto incontrò il favore anche dei nobili e della nuova borghesia, come nel caso del palazzo udinese Gorgo-Maniago, per il quale nel 1768 realizzò l’ampliamento verso via Viola. Anche i nobili Politi affidarono all’A. la fabbricazione della loro residenza a Udine, in via Zanon, in luogo del convento delle agostiniane che avevano acquistato. All’ideazione dell’A. spetta in particolare il progetto nel 1775 della facciata, che nella proposta della scansione geometrica degli spazi dimostra l’affermarsi anche a Udine del gusto classicista per la simmetria. Il suo nome compare (insieme a quelli di Angelo Maria Cortenovis, Giorgio Massari, del Pariotti e dei non ancora noti Boschetti e Amico) nella grandiosa impresa cittadina della costruzione di palazzo Florio. L. A. fu presente anche in cantieri minori, come nel 1767 a Udine nel rifacimento della parte superiore del campanile della chiesa di S. Cristoforo o, all’aprirsi del decennio successivo, nei restauri del cinquecentesco palazzo Sacchia a lato della Loggia in borgo Mercatovecchio. In attesa di una complessiva considerazione della sua attività, tra le opere a lui attribuite si ricordano a Cividale la chiesa di S. Chiara, accostabile nel disegno alla chiesa massariana di Santo Spirito a Udine, e la riforma della chiesa di S. Giovanni Battista, annessa al convento di S. Maria in Valle. Da restituire ora a Francesco Fosconi e al figlio Giovanni è invece l’altar maggiore del duomo di Cividale, edificio nel quale il campomastro A. lavorò però in opere di muratura.

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Bibliografia

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