DIANA FRANCESCO

DIANA FRANCESCO (1420 - 1501)

rettore di scuola

Originario di Cordovado, fratello di Urbano, che sarebbe stato medico condotto a Udine (BCU, CA, Acta Cancellariae Utinensis, II, f. 67v), il D. nacque attorno al 1430. Studiò probabilmente a Venezia, dove ottenne la sua prima supplenza sostituendo il maestro Gian Pietro d’Avenza, nominato dal senato veneto il 13 dicembre 1450 nella scuola della cancelleria di S. Marco, ma indisponibile per motivi di salute fino al marzo 1452. Insegnò poi in altre scuole notarili veneziane prima di stabilirsi a Udine per insediarsi, il 31 gennaio 1455, sulla cattedra lasciata da Giovanni da Spilimbergo. Si trova conferma indiretta dell’insegnamento a Venezia nell’atto udinese del notaio Lorenzo Lovaria del 10 marzo 1457: «in Foro veteri ante stationem ser Iohannis de Raynoldo […], doctus et prudens vir mag. Franciscus de Cordevado Utini habitans, rector et gubernator scolarum […] constituit et ordinavit nobilem virum ser Geronimum quondam nobilis viri ser Hendrici de Partistagno Utini habitantem […] suum procuratorem […] ad petendum, exigendum recipiendum et requirendum pro eo et eius nomine a dominis deputatis officio dei camerlengi almae civitatis Veneciarum ducatos auri triginta, sibi debitos per nostrum ducale dominium pro resto suae provisionis sibi promissae per dictum nostrum ducale dominium, tempore quo idem magister Franciscus docebat notarios nostri ducalis dominii» (ASU, 5216, f. 279r). Il D. entrò subito in contatto con Guarnerio d’Artegna, che nell’Inventario autografo del 1456, f. ... leggi 33v, dichiarò di aver mandato a Udine Francesco da Fanna, maestro di grammatica fra l’altro a San Daniele, per restituire a D. il codice con le Filippiche di Cicerone, antigrafo del Guarner. 61: «Restitui item magistro Francisco Diana Philippicas, quas portavit Franciscus de Fanna». Il tramite del D. è fondamentale per il reperimento degli antigrafi di opere valliane, copiate nei Guarner. 16, 24, 111. È noto infatti che egli si adoperò a diffondere la tradizione veneta dell’Antidotum I in Poggium e l’Antidotum II di Lorenzo Valla in risposta alle due invettive di Poggio Bracciolini non appena giunsero a Venezia, veicolati probabilmente da Lorenzo Zane, ex discepolo del Valla e arcivescovo di Spalato di fresca nomina. Le tre epistole del D., databili rispettivamente dicembre 1452 e fine marzo 1453, rivolte al grande filologo e inserite nell’Antidotum II, assieme a quelle di Zane, del maestro di retorica Giampiero Vitali da Lucca e di Pietro Tommasi, attestano la propaganda filovalliana e denunciano una ammirazione tanto schietta da far pensare a un’amicizia consolidata negli anni. Si sa per certo che il Valla avrebbe inviato una copia autografa dell’Antidotum in Facium direttamente al D., che la trasmise a Guarnerio. A margine del f. 27r del Guarner. 111, in cui è copiato l’Apologus mutilo contro Poggio, il prelato friulano infatti segnala: «Nota qui transcripseris quod hic non est finis, qui alibi quaerendus est, si cupis integram disceptationem. Franciscus Dyana habet Antidotum Laurentii e Valle contra quendam Bartholomaeum Facium et Antonium Panormitam scriptum manu ipsius Laurentii emendatissimum». La collaborazione del D. investe probabilmente anche l’antigrafo valliano delle Elegantiae, manoscritto nel Guarner. 24 da Niccolò de Collibus e da Niccolino da Zuglio tra il 1461 e il 1466. La prima condotta udinese del D., con la saltuaria collaborazione di Antonio da Fondi e Gian Giacomo de Venustis di Cividale, si concluse dopo la delibera cittadina del 27 settembre 1464, perché le sue pretese (di salario e di un ripetitore) parvero troppo onerose, nonostante la straordinaria frequenza di allievi. Nel biennio 1469-70 il D. accettò una cattedra a Bassano; nel 1471 e dal 1485 al 1489 fu rettore a Cividale dove figurava inoltre nel 1491 con la qualifica di ripetitore a fianco del Cimbriaco. Richiamato con molta insistenza a Udine in seguito all’allontanamento di Bartolomeo Uranio, collaborò nel 1496-98 con Daniele Caetani da Cremona. Testò il primo agosto 1501 «in domo fraternitatis S. Mariae batutorum de Utino in camera» e lasciò eredi i figli di sua nipote, moglie del maestro di scuola Andrea Spirone, a patto che assumessero il cognome di Diana: «heredes universales instituit et esse voluit egregium gramatices professorem et scholarum in Utino praeceptorem magistrum Andream Spironum de Drivasto et d. Dianam eiusdem testatoris neptem iugales in Biachinum et Iohannem Franciscum praedictorum iugalium filios legitimos et naturales ac omnes alios filios masculos legitimos et naturales […] ex praedictis iugalibus […] Volens, iubens et ordinans ipso testamento quod infrascripti sui heredes […] appellent de cognomine Dianae de Utino dicti testamenti videlicet Andreas Diana, Biachinus Diana, Io. Franciscus Diana tali cognomine appellentur» (ASU, NA, Simone Lovaria, 5262, 214r-215v). Morì probabilmente nello stesso anno. Il D. è stato revisore di Terenzio, con i commenti di Donato e Calfurnio, come si evince dal colofone della stampa di Venezia, Nicolò Girardengo, 15. XII.1479 [Inventario generale incunaboli 9433] «recognitum […] per magistrum Franciscum Dianam». Troppo scarsi o perduti i frutti della sua attività, tanto che la sua esistenza sarebbe rimasta nell’ombra se non avesse avuto parte attiva nella querelle veneziana attorno a Lorenzo Valla; tenue persino il ricordo dei suoi allievi, fra i quali si segnalano i nobili Francesco Manin, Francesco Strassoldo, il notaio Antonio Belloni e il letterato Valerio Filitini, e quello degli amici Raffaele Zovenzoni e Mabilio.

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Bibliografia

Suoi scritti: Modena, Bibl. Estense, Lat., 134 (α. R.9.5), descritto da P.O. KRISTELLER, Iter Italicum, I, 378a, tramanda il carme a Raffaele Zovenzoni (f. 7v) e quello a Mabilio, edito da A. CINQUINI, Spigolature da codici manoscritti del secolo XV. Il codice Vaticano Urbinate Latino 1193, «Classici e Neolatini», 4 (1908), 255, conservato inoltre nel ms Gl. kgl. Samling 3553, f. 17v, della Kohgelige Bibliothek di Kbenhavn, citato da P.O. KRISTELLER, Iter Italicum. Alia Itinera I, III, London-Leiden, Brill, 1983, 185a; l’epistola Antoniolo clarissimo oratori, ms Brescia, Biblioteca civica Queriniana, A. VII.3, f. 15v-16r, descritto da KRISTELLER, Iter Italicum, I, 32b. Una ricetta a lui attribuita, ma più verosimilmente ascrivibile al fratello Urbano, medico a Udine, è conservata in ms BCU, Joppi, 61, f. 12r-16v, descritto in M. GIANFERRARA, Catalogo dei manoscritti filosofici nelle biblioteche italiane. V. Cesena, Cremona, Lucca, S. Daniele del Friuli, Teramo, Terni, Trapani, Udine, Firenze, Olschki, 1985, 297-303: 299. A stampa il carme di Naldo Naldi (Naldius Florentinus, Epigrammaton liber, ed. A. PEROSA, Budapest, Egyetemi Nyomda, 1943 (Bibliotheca scriptorum medii recentisque aevorum), 31 n. 91.

LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 382; R. ZOTTI, San Vito nella storia. Uomini e famiglie notabili, Sacile, Tip. Ed. Sacilese, 1926, 62; SOMEDA DE MARCO P., Notariato, 53 e 60; P.S. LEICHT, Un amico del Valla in Friuli, «MSF», 15 (1919), 106-111; A. LUNELLI, Daniele Gaetani (Daniel Caietanus) nella prima fase dei suoi rapporti con l’ambiente umanistico veneto, e un suo carme in Pollitianum, in Umanesimo e Rinascimento a Firenze e Venezia, Miscellanea di studi in onore di Vittore Branca, III/2, Firenze, Olschki, 1983, 506-508 n. ... leggi 45; SCALON, Libri, 44; Mille protagonisti, 174. Fonti inedite: ASU, NA, Simone Lovaria di Giovanni, 5262, f. 214r-215v; per il testamento, parzialmente copiato da Joppi, ms BCU, Joppi, 354; ASU, NA, Lorenzo Lovaria, 5216, f. 279r-v, sulla condotta veneziana. Per l’attività didattica: ONGARO, Scuole, 20-25 (ms BCU, CA, Annales, 30, f. 357v, 378v e 401v; 31, f. 80r, 88r, 98r-v, 101v, 324v, 354r, 355r; 32, f. 32v, 171v, 273v), 26 e 70-71 (39, f. 58r-59r); GRION, Guida, 285 (accoglie le date registrate in ms BCU, Joppi, 596, Serie cronologica; AMC, cartolario GO6/06, riceve il salario per il 1471; Ibid., GO6/07, due note accertano l’incarico del D. nel 1485 e nel 1488); DEGANI, Le nostre scuole, 89; DABALÀ, 16. Inoltre G. DEGLI AGOSTINI, Notizie istorico-critiche intorno la vita e le opere degli scrittori viniziani. Raccolte, esaminate e distese da […], Venezia, Occhi, I, 1752, 180; MARCHESI, 26; R. SABBADINI, Cronologia documentata della vita del Panormita e del Valla, in L. BAROZZI - R. SABBADINI, Studi sul Panormita e sul Valla, Firenze, Le Monnier, 1891, 133-134; A. SEGARIZZI, Cenni sulle scuole pubbliche a Venezia nel sec. XV e sul primo maestro d’esse, «Atti dell’Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti», 75 (1915-16), 643; G. CHIUPPANI, Storia di una scuola di grammatica dal Medioevo fino al Seicento (Bassano), «Nuovo archivio veneto», n.s., 29 (1915), 94; G.B. PICOTTI, Ricerche umanistiche, Firenze, La Nuova Italia, 1955, 162; V. BRANCA, L’Umanesimo veneziano alla fine del Quattrocento. Ermolao Barbaro e il suo circolo, in Storia della cultura veneta. Dal primo Quattrocento al Concilio di Trento, 3/I, Vicenza, Neri Pozza, 1980, 126, sostiene che la prima supplenza del 1451 durò sei mesi (senza riferimenti cronologici la medesima notizia riportata da F. LEPORI, La scuola di Rialto dalla fondazione alla metà del Cinquecento, Ibid., 3/II, Vicenza, Neri Pozza, 1980, 601); M. CORTESI, Scritti di Lorenzo Valla tra Veneto e Germania, in Lorenzo Valla e l’Umanesimo italiano. Atti del convegno internazionale di studi umanistici (Parma, 18-19 ottobre 1984), a cura di O. BESOMI - M. REGOLIOSI, Padova, Antenore, 1986 (Medioevo e Umanesimo, 59), 368, n. 10; SCALON, Guarnerio, 36, 38, 41, n. 195; CASARSA, Come in uno specchio, 90, 97-99. Sul suo ruolo nella polemica valliana: LEICHT, Un amico, cit., 106-111; S.I. CAMPOREALE, Lorenzo Valla. Umanesimo e teologia, Firenze, Istituto nazionale di studi sul Rinascimento, 1972, 384-388, L. CASARSA, In margine alle opere di Lorenzo Valla manoscritte nei codici guarneriani, in Lorenzo Valla e l’Umanesimo italiano. Atti del convegno internazionale di studi umanistici (Parma, 18-19 ottobre 1984), a cura di O. BESOMI - M. REGOLIOSI, Padova, Antenore, 1986 (Medioevo e umanesimo, 59), 166-170; ID., schede dei mss 16, 24, 111 in CASARSA - D’ANGELO - SCALON, Libreria, 194-195; 204-205; 354-355; CORTESI, Scritti, cit., 367-69. Si vedano inoltre le edizioni delle opere di Valla: VALLE Antidotum II in Pogium in L. VALLAE Opera, Basileae, H. Petri, 1540 (= a cura di E. GARIN, I, Torino 1962), 333; VALLE Antidotum in Facium, a c. di M. REGOLIOSI, Padova, Antenore, 1981 (Thesaurus mundi, 20), XCI-XCIII; L. VALLE Epistole, a cura di O. BESOMI - M. REGOLIOSI, Padova, 1984 (Thesaurus mundi, 24), 365-366; 379; 382-383. Sui rapporti con altri letterati: P. SAMBIN, Il grammatico Damiano da Pola e Panfilo Castaldi, «Italia medioevale e umanistica», 5 (1962), 378-379; A. LUNELLI, Daniele Gaetani (Daniel Caietanus) nella prima fase dei suoi rapporti con l’ambiente umanistico veneto, e un suo carme in Pollittianum, in Umanesimo e Rinascimento a Firenze e Venezia, Miscellanea di studi in onore di Vittore Branca, III/2, Firenze, Olschki, 1983, 507-508; Valerio de Filitinis, suo discepolo, copia le satire di Giovenale e Persio nel codice conservato in BBU, 14, in Mostra di codici, 51.

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